Siccome ho notato che da oggi è disponibile su Whatsapp Meta AI, ho provato a chiederle come finisce il romanzo Shining. La risposta di Meta AI è sbagliata, dal momento che il finale da essa indicato è quello del film, non del romanzo (nel romanzo Jack muore nell'esplosione dell'Overlook hotel, non nel labirinto di siepi esterno).
Da ciò si deduce che l'intelligenza artificiale, come dice Dario Fabbri, in realtà non è né intelligente né artificiale. Non è intelligente perché non riesce a distinguere tra libro e film, non è artificiale perché si limita a mettere insieme alla bell'e meglio informazioni reperite qua e là in rete, informazioni che ovviamente non hanno nulla di artificiale ma vengono inserite da esseri umani in carne e ossa.
Vado a eliminare Meta AI da Whatsapp, va'.
Penso sia semplicemente un "bambino in crescita".
RispondiEliminaProva a rispondergli che sta sbagliando, indicandogli quello che hai scritto nel blog. E l'AI aggiornerà il suo database (ChatGPT si scusa anche per la sua imprecisione). Naturalmente gli effetti sono di tipo bayesiano, quindi magari occorrerà tempo per cui migliori il suo "sapere" e si abbia il risultato positivo.
Dario Fabbri è un ottimo sociologo/geopolitico, ma probabilmente la sua conoscenza di algoritmica e tecnologia si limita a quello che vede in superficie (sui monitor).
EliminaIl lavoro dietro ad una AI è qualcosa di impressionantemente mastodontico. Scrivere un programma che gestisca database enormi e anche più, riuscendo a fare connessioni logiche e coerenti tra le varie informazioni contenute.
Mettici anche che in pochissimo tempo le AI hanno imparato anche quasi tutte le lingue principali del mondo. Con ottima grammatica e ortografia.
EliminaSai, è un po' come tutti quelli che mi criticano Wikipedia perché contiene errori.
EliminaE' vero. Come anche molti libri contengono errori.
Ma perché non correggerli, visto che abbiamo accesso tutti anche "in scrittura".
Perché criticare uno strumento a disposizione invece di migliorarlo?
Possiamo anche avere in antipatia alcuni strumenti, per via di chi sono i proprietari o per gli schieramenti politici che ci sono dietro. Ma sinceramente penso che gli "open-data" (diciamo che sono un po' cugini del software open-source) siano veramente l'ambiente che darà fruibilità di informazioni a tutti.
Credo che il punto focale della questione sia il concetto di intelligenza applicato all'algoritmo. Comunemente, per intelligenza si intende la capacità di risolvere problemi ricorrendo a intuizioni o ragionamenti. L'IA non credo faccia questo, si limita semplicemente a reperire informazioni in rete e ad aggregarle in qualche modo. Non ci vedo nulla di intelligente. Credo avrebbe avuto più senso chiamare il tutto Aggregatore di contenuti artificiale.
EliminaAmmetto però di non conoscere l'argomento né di essermici mai interessato se non in maniera superficiale.
Non entro nel merito di cosa sia effettivamente l'intelligenza. Forse non lo sanno bene nemmeno neurologi e gente del campo.
EliminaMa alla base, anche nella risoluzione di problemi, c'è esperienza, conoscenza e... tradotto: mole di informazioni da collegare tra di loro.
Lo stesso Galimberti dice spesso che conoscendo più parole (database) conosciamo più concetti.
Sai che se chiedi a ChatGPT di scriverti un algoritmo (per ora non troppo complicato) in un qualsiasi linguaggio di programmazione, te lo scrive correttamente?
Poi certo, tra intelligenza biologica umana e AI non c'è ancora paragone. Ma calma con le conclusioni.
Nell'informatica abbiamo assistito in appena 30 anni a cose strepitose.
Il futuro, secondo me, sarà veramente interessante.
Basta solo tenersi aggiornati e non giudicare frettolosamente.
Ah, dimenticavo: le tre leggi della robotica di Asimov speriamo saranno alla base di tutto.
L'ha dimostrato anche Mercadini che di "intelligente", le AI non hanno nulla. Su questo c'è poco da discutere, a meno di modificare la definizione di intelligenza...
EliminaMi guardo bene dall'entrare nel merito della questione (anche se non nascondo che mi è venuto immediato il pensiero che ci sono anche, con rispetto parlando, bambini scemi che restano scemi anche da grandi).
RispondiEliminaQuello che di sicuro mi fa incazzare è che ormai in rete non si può e non si potrà più distinguere se uno scritto (o un'immagine o qualsiasi altro tipo di produzione) è stato creato da un soggetto umano, o da un'"""intelligenza""" artificiale, e tanto mi basta.
Non proprio il mondo in cui avrei voluto vivere.
En passant nel mio, di mondo, ci sto bene tra l'altro anche perchè sprovvista di smartphone; e da quando ho sentito Marco Travaglio dire che neanche lui ne ha uno ("solo un vecchio cellulare per gli sms", esattamente come me), mi sono pure ringalluzzita.
Pensavo giusto qualche giorno fa che oggi l'essere umano sta progressivamente diventando inutile: per cantare c'è l'autotune, per fare musica ci sono computer e campionatori, per scrivere c'è l'IA. A che serve ormai l'uomo?
EliminaSi pensa anche di realizzare film con attori defunti ricreati con AI, e pare non ci siano leggi che vietino l'uso della loro immagine ricreata... Beh, magari un James Bond con Cary Grant me lo vedrei, dato che gli fu anche proposto ma per un solo film, e aveva già un'età un po' al limite per essere un agente segreto in servizio...
EliminaPenso che il problema che esponete ci sia da sempre: il problema non è lo strumento in sé, ma l'utilizzo che se ne fa.
EliminaDa sempre gli studenti copiano ad un esame, nonostante sia sbagliato. Oggi usano l'AI per avere i loro testi o i loro quesiti matematici già belli e pronti in pochi secondi.
Anche nella musica il plagio, il playback o l'autotune c'è da sempre (l'autotune da un po' di meno, qualche decennio). Ma sono strumenti di cui si abusa. Spesso per far risultare un talento che in realtà non si ha.
Nell'università dove lavoro abbiamo uno strumento informatico che ha buone possibilità di riconoscere se un testo scritto (anche i brevi testi all'interno di un problema di matematica) sono stati generati tramite AI o no. Servirà per controllare in futuro nei temi d'esame svolti o nelle tesi.
Ma a parte questi abusi, lo strumento, come ha già fatto Peter Jackson un anneto fa, può essere utilizzato per estrapolare da una vecchio registrazione rovinata la voce di John Lennon e tirare fuori un brano inedito dei Beatles che altrimenti avremmo perso per sempre.
Insomma, valorizziamone il potenziale e cerchiamo di criticarne esclusivamente gli abusi.
Anch'io mi diverto a mettere alla prova alcune app di IA con quesiti di cui conosco bene la risposta e se faccio notare alla macchina il suo errore lei si scusa con molta umiltà 😂 . Al momento non sono certo perfette ma anche noi dobbiamo imparare a usarle come si deve.
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