giovedì 17 ottobre 2024

La (non) fine della storia



Stamattina, mentre camminavo sulle colline dietro a casa mia (quello che vedete nella foto è Palazzo Marcosanti), ascoltavo una recentissima lezione di Dario Fabbri, che ripubblico qui sotto.

L'idea di raccontare come il mondo fuori dall'occidente vede il problema planetario del cambiamento climatico è un escamotage per raccontare quanto è diverso da noi il mondo là fuori. Una diversità che noi non riusciamo a cogliere (figurarsi a comprendere) perché immersi in una pedagogia collettiva tramite cui abbiamo interiorizzato il fatto, non vero, che la storia è finita, che noi siamo il punto più alto raggiunto dalla civiltà umana, che gli altri là fuori, poverini, anelano tutti a vivere come noi e se non lo fanno è perché c'è un cattivo che glielo impedisce, oppure perché sono un po' tonti ma prima o poi vedranno la luce.

Drammatico anche il racconto dei danni provocati dal fatto che la storia oggi non si studia più e che quindi, non conoscendola, siamo portati a pensare in modo leaderistico invece che collettivo, mentre invece non sono i leader che determinano il corso delle vicende umane ma, come diceva anche De Gregori, "è la gente che fa la storia", e i vari leader non sono nient'altro che il prodotto della volontà popolare, anche quando sono dittatori.

Mi piace ascoltare chi mette in crisi i convincimenti assodati, gli stereotipi stantii, le idee incancrenite, i luoghi comuni elevati a principi che per pigrizia mentale evitiamo di mettere in discussione.


2 commenti:

  1. Lo ascolto sempre con piacere, ti fa pensare.

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  2. I suoi interventi sono sempre interessanti e puntuali. Grazie.
    sinforosa

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La (non) fine della storia

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