L'imperativo è categorico: in Abruzzo bisogna vincere. Ma siccome dopo ciò che è successo in Sardegna il timore dell'effetto traino è fortissimo, ecco che la signora Meloni ha ordinato ai suoi ministri di battere palmo a palmo la regione, tipo re magi col loro carico di doni. Quindi fino a domenica prossima i cittadini abruzzesi avranno grosse probabilità di imbattersi in Salvini, Santanchè, Piantedosi, Lollobrigida, Valditara, Nordio, Urso, Crosetto e compagnia bella, in pellegrinaggio per la regione col loro carico di doni.
E infatti il lato comico (si fa per dire) della faccenda è proprio questo: la gigantesca mole di promesse buttate in fretta e furia in pasto agli elettori nella speranza di strappare il loro voto. Roba da fare girare la testa: sblocco improvviso di fondi incagliati da decenni, opere pubbliche monumentali, apertura di centinaia di cantieri, riqualificazione di tribunali, di ferrovie, di ospedali, addirittura ottimizzazione e accelerazione delle pratiche per ottenere o rinnovare il passaporto. Insomma, quanto basta per trasformare l'Abruzzo in una specie di Svizzera.
Perché l'imperativo è categorico: in Abruzzo bisogna vincere. E se per ottenere la vittoria bisogna prendere in giro qualche elettore, beh, pazienza.
Se fossi cittadino abruzzese chi voteresti?
RispondiEliminaBe', qui c'è una accelerazione dovuta ai tempi stretti. Ma che i politici prendano per i fondelli gli elettori non mi pare una gran novità.
RispondiEliminaVerissimo, LadyJack.
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