giovedì 29 febbraio 2024

Retorica di guerra


È noto, o almeno dovrebbe essere noto, che le parole hanno un peso. A maggior ragione ha un peso la loro associazione, anche se spesso, complice la fretta con cui generalmente scorriamo i titoli e passiamo oltre, non è immediatamente percepibile. 

Nel caso specifico mi sembra che l'equiparazione tra armi e vaccini abbia un peso notevole e veicoli il messaggio che sia le une che gli altri si possono mettere sullo stesso piano semantico.

Ovviamente non è così. I vaccini servono a salvare vite, e durante la pandemia ne hanno salvate milioni; le armi, al contrario, servono a distruggere vite. Questo sul piano strettamente oggettivo. Sul piano delle narrazioni e degli artifici retorici, che a noi piacciono tanto, l'associazione può avere invece una sua plausibilità, anche perché tutti ricordiamo bene la retorica della pandemia vista come guerra e i vaccini come armi, una retorica che a me francamente è sempre stata sulle balle.

Tutto questo per dire che l'uscita della Von der Leyen l'ho trovata parecchio infelice.

5 commenti:

  1. A me si sono rizzati i capelli, al punto da chiedermi se avevo sentito bene.

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  2. Altro che donne pacifiste

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  3. io rimpiango Sassoli.
    Purtroppo uomini di tale caratura non ce ne sono più.

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  4. Credo volesse richiamare la positiva unione d'intenti che si è avuta durante la pandemia. Ma effettivamente armi e vaccini non stanno nello stesso universo.

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  5. E che fai con chi non si arma, Presidenta? Un lockdown??? Ma vaff!!!

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