mercoledì 13 marzo 2024

Scienziati che mi cadono

Durante la pandemia c'erano scienziati che ho stimato e apprezzato molto. Poi, col tempo, alcuni di questi ho cominciato ad apprezzarli meno, finchè sono arrivati quasi a cadermi sotto i piedi. Diciamo che Burioni è uno di questi.

Ora, intendiamoci, se stiamo sui social un po' narcisi, chi più e chi meno, lo siamo tutti, ma quando questo narcisismo e questa pienezza di sé sfociano nell'arroganza, vuol dire che si è passato il segno.

4 commenti:

  1. io non l'ho mai potuto soffrire. Ha una spocchia e un narcisismo che rasenta il patologico. Più di una volta ha dichiarato di parlare solo con chi si è laureato nella sua università lo stesso giorno in cui si è laureato lui.
    Uno che scrive simili cretinate non merita nulla

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  2. A me piaceva, come medico e virologo è probabilmente uno dei più titolati che abbiamo in Italia (ho letto anche un paio di suoi libri), ma temo che la popolarità mediatica, social e TV, abbia esasperato la sua componente narcisistica e la sua supponenza e arroganza. Peccato.

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  3. Ciao, Andrea.
    A me non è mai piaciuto molto a causa della sua eccessiva spocchia, per la quale non riesco a trovare scuse.
    Durante la pandemia ha insultato pesantemente chi non voleva vaccinarsi, un comportamento che ottiene sempre effetti contrari a quelli auspicati: una persona insultata non corre a vaccinarsi, ma, al contrario, si irrigidisce sulle sue posizioni. E lo dico da persona che si è vaccinata senza problemi.
    La verità è che gli scienziati sono esseri umani come tutti e non è mai il caso di divinizzarli.
    Mi vengono anche in mente i tre virologi che hanno cantato a Natale una versione sciocca di Jingle Bells. Per carità, non ci sono giustificazioni: hanno gettato discredito sulla loro categoria in un momento in cui avrebbero dovuto comportarsi in maniera sobria e autorevole.

    Buona giornata. :)

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  4. Verissimo. Il comportamento mediatico dei virologi durante la pandemia è stato pessimo sotto ogni punto di vista. Abbiano assistito a talk show dove vari luminari si contraddicevano a vicenda, si lanciavano in previsioni azzardate poi smentite dai fatti, alcuni forti di una spocchia insopportabile. E tutto questo, di fronte a una popolazione spaventata e impaurita, bisognosa di chiarezza e certezze, ha prodotto il disastro.
    Leggevo in un articolo di Telmo Pievani che allo scoppio della pandemia la fiducia dell'opinione pubblica nella scienza era molto alta, dopo due anni era scesa drasticamente.
    Nei tanto vituperati USA sono stati molto più seri, le discussioni tra scienziati restavano relegate all'ambito accademico e in TV o sui giornali ci andava Anthony Fauci che parlava alla gente con una voce sola. Difficilmente, là, si assisteva a talk show dove luminari si contraddicevano tra loro.

    Peccato.

    Ciao Romina :-)

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