Il passaggio all'auto elettrica, e in generale a questo tipo di mobilità, è normale che sia difficoltoso e abbia problemi ad affermarsi. Tutti i grandi passaggi, in ogni campo e in ogni epoca, sono stati difficoltosi.
Quando agli inizi del Novecento le macchine a motore soppiantarono carrozze e cavalli incontrarono le medesime difficoltà che oggi ha l'elettrico nei confronti del termico: erano costosissime (se le potevano permettere solo nobili e persone agiate) ed era difficoltoso reperire il carburante.
A queste si aggiungeva una serie di altri problemi: le macchine andavano più veloci delle carrozze e di conseguenza gli incidenti erano più gravi; contadini e possessori di animali si lamentavano per il numero di animali che finivano investiti (cani, galline, pecore ecc.). In più, agli inizi del Novecento le strade non erano asfaltate e quindi c'era il problema della polvere. Insomma, ai suoi esordi l'automobile venne vista più come un problema piuttosto che un'opportunità.
C'è poi da aggiungere che la transizione dalla carrozza all'auto fu graduale e lenta, nell'ordine dei decenni, e la cosiddetta motorizzazione di massa cominciò a dilagare solo a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso.
Per l'elettrico sarà la stessa cosa: la transizione richiederà tempo e i problemi da superare saranno molti. Poi, alla fine, questo nuovo tipo di mobilità farà piazza pulita di tutto il resto e i nostri figli e nipoti guarderanno le immagini sbiadite di quelle auto a motore inquinanti e puzzolenti, esattamente come noi oggi guardiamo le foto in bianco e nero delle carrozze trainate da cavalli che circolavano più di un secolo fa.