mercoledì 31 gennaio 2024

73

Ieri festeggiava 73 anni il grande Phil Collins. Quando nell'85 salì sul palco del Live Aid per suonare Against all odds, sbagliò un passaggio al pianoforte dopo la prima strofa. Fece una smorfia mista a un mezzo sorriso perché l'errore è avvertibile anche a chi non mastica musica. 

Ma ci sta, eh. Per quanto tu possa essere abituato a suonare dal vivo, quando sei a Wembley e in diretta TV ti seguono un paio di miliardi di persone, anche i più scafati possono sbagliare.

Auguri (in ritardo), Phil.


martedì 30 gennaio 2024

Ilaria Salis

Di solito seguo ciò che succede e sono abbastanza informato su tutto. Tuttavia solo oggi ho appreso della assurda e tragica vicenda di Ilaria Salis. 

E niente, sono allibito.

Qui c'è un resoconto breve ma ben fatto di Andrea Scanzi.

domenica 28 gennaio 2024

Etnia italiana

A questo link Telmo Pievani spiega perché non ha senso blaterare di etnia italiana. Lo spiega serenamente, senza polemiche, anche se immagino che dentro di sé pensi ai tanti tromboni di questo governo da sempre ossessionati dal pallino dell'italianità.

Ma se avete un'oretta di tempo ascoltate tutta la conferenza, è spettacolare. Specialmente la prima parte, dove il grande biologo spiega che circa 800.000 anni fa i nostri antenati sono entrati in quello che nell'evoluzione si chiama collo di bottiglia, ossia una drastica diminuzione di popolazione, in quel caso dovuta a un prolungato e particolarmente intenso periodo glaciale. 

Gli studiosi hanno stimato, attraverso complicatissimi calcoli basati sulla genetica, che in quel particolare frangente sulla terra erano rimasti appena 1200-1300 individui in grado di riprodursi (di un'altra specie, ovviamente, noi Sapiens siamo arrivati molto dopo). In pratica siamo stati letteralmente a un passo dall'estinzione, anche se poi ce l'abbiamo fatta lo stesso. Incredibile, a pensarci.

Pornografia del dolore

La donna che ha abbandonato il figlio di pochi mesi all'ospedale di Aprilia, un luogo protetto, l'ha presumibilmente fatto per disperazione, non per altro. E dare in pasto alla nazione il video dell'abbandono ripreso dalle telecamere interne dell'ospedale non ha nessuna giustificazione che non sia l'umiliazione a livello nazionale di quella povera donna.

I media che a reti unificate hanno rilanciato il video, ossequiando così il rituale della pornografia del dolore, immagino siano gli stessi che poi di solito si indignano, sempre a reti unificate, quando i bambini vengono lasciati nei cassonetti della spazzatura.

sabato 27 gennaio 2024

La perfidia delle biblioteche

Le biblioteche sono luoghi perfidi. Tu vai lì con l'intenzione di riportare dei libri e di venire via senza niente, ché a casa in attesa ne hai già millemila, ma loro niente, non ti fanno tornare a mani vuote. Sono bastarde, le biblioteche.

Stamattina sono andato qui a Poggio Berni a riportare tre libri e mi sono imposto di consegnarli e uscire senza battere ciglio e senza buttare l'occhio agli scaffali. Ci sono riuscito? Ma manco per niente, anche se parte della colpa è della perfida bibliotecaria, la quale, quando già mi ero avviato a passo deciso, se n'è uscita con la frase fatale che mi ha inchiodato prima di arrivare alla porta: "Sono arrivati questa settimana dei libri nuovi, se vuoi darci un'occhiata..."

Maledetta, ho pensato tra me e me, non dovevi dirmelo! Perché l'hai fatto? PERCHÉ?

Potevo andarmene dicendo: "No grazie, sono a posto"? Certo che potevo, ma sono un essere umano, con tutte le sue fragilità tra cui l'incapacità di resistere alle tentazioni (chi era, già, che diceva che il modo migliore per sfuggire a una tentazione è cedervi? Ho un attimo di vuoto).

Quindi alla fine ho ceduto e con molta soddisfazione ho portato a casa L'ultima missione di Gwendy, il romanzo che chiude la trilogia di Gwendy dell'immenso Stephen King, e Stella Maris, del grande Cormac McCarthy.

Con buona pace di tutti i buoni propositi del mondo.

Amen.

A me oggi viene sempre in mente questa

 


giovedì 25 gennaio 2024

La misura del consenso


Che l'agire politico fosse dettato esclusivamente dal consenso, fino ad ora era un non detto. Cioè, lo sapevano tutti, sia i politici che gli elettori, ma esisteva ancora una specie di pudore nell'ammetterlo esplicitamente, perché comunque si voleva dare l'idea che prima del consenso venisse l'interesse collettivo, il quale spesso e volentieri confliggeva col consenso.

Oggi questo tabù è caduto e i politici ammettono candidamente che il faro che li guida è il consenso. Siccome nella società di oggi l'elettorato è però per gran parte "liquido", e ce ne si rende conto facilmente anche senza avere letto Bauman, ne consegue che i politici, per rincorrere il famoso consenso, si producono in ridicole contraddizioni a una velocità impressionante. 

Prendete Salvini (ma di esempi se ne potrebbero fare a iosa), uno che ha fatto dell'inseguimento del consenso una ragione di vita: su tutto lo scibile umano ha detto nel corso del tempo tutto e il contrario di tutto, a cominciare dal ponte sullo stretto (fino a qualche anno fa era contrarissimo alla sua realizzazione) via via andando indietro.

Naturalmente è impensabile immaginare oggi una politica che basi la sua azione sui principî e sulla lungimiranza anche a costo di perdere seguito, invece che sulla rincorsa del consenso immediato e ondivago. In passato le cose erano diverse, esempi virtuosi in questo senso ce ne sono, oggi va così, e i danni prodotti da questo modo di fare sono sotto gli occhi di tutti.

lunedì 22 gennaio 2024

Professori in pensione


Alessandro Barbero va in pensione e a me dispiace per gli studenti della sua università, che non assisteranno più alle sue lezioni. 

Barbero è un grande e se quando andavo a scuola l'avessi avuto come professore, magari la storia l'avrei apprezzata di più. D'altra parte non è un mistero che generalmente si studiano con più impegno le materie dei professori più carismatici, che affascinano di più. Lo aveva capito già Platone quando diceva che per aprire la mente dei ragazzi devi prima aprirgli il cuore.

Vabbe', per noi che leggiamo i suoi libri e seguiamo le sue conferenze su YouTube, tanto di guadagnato.

sabato 20 gennaio 2024

30 all'ora

Anni fa sono stato qualche giorno a Graz, nel periodo in cui mia figlia maggiore svolgeva là l'Erasmus universitario. A Graz, che conta 330.000 abitanti, il limite dei 30 km/h esiste dal 1992 ed è una città in cui le biciclette sono molto più numerose delle macchine e il sistema di trasporti pubblici efficientissimo.

Altre grandi città europee in cui il limite dei 30 km/h esiste già da anni sono Londra, Nantes, Bilbao, Zurigo, Edimburgo, Helsinki, Valencia, Bruxelles, Amsterdam, Barcellona, Madrid, e tutti gli studi fatti dimostrano che queste città hanno avuto ricadute positive sotto ogni punto di vista: incidenti, gravità degli stessi, inquinamento, traffico, rumore; senza contare l'aumento del ricorso ai mezzi pubblici e all'uso delle biciclette. 

Quindi, sinceramente non capisco tutte le polemiche dopo la decisione del comune di Bologna di fare altrettanto.

Sotto la superficie

La critica a Israele per la pulizia etnica e i massacri che sta facendo a Gaza non c'entra niente con l'antisemitismo. Non esiste alcuna automatica equivalenza. La critica è rivolta a quella fazione del governo israeliano capeggiata da un presidente criminale responsabile di ciò che sta succedendo a Gaza. 

Se questo significa essere antisemiti, allora devono essere bollati come tali anche tutti gli ebrei che in Israele e in giro per il mondo sono contrari ai bombardamenti sui civili di Gaza e vedono Netanyahu come l'ostacolo principale a qualunque tentativo di avviare forme di negoziato. 

La comunità ebraica newyorkese da due mesi sta attuando imponenti forme di protesta in tutta la grande mela chiedendo che Netanyahu smetta di uccidere civili a Gaza. Sono antisemiti anche loro? No.

Il più grande dramma della nostra epoca è che non siamo più abituati a rapportarci alla complessità, è tutto bianco o nero. O di qua o di là. Le sfumature, i passaggi intermedi, le analisi che scendono un po' sotto la superficie non siamo in grado di farle né di capirle. Il nostro sistema di pensiero è ormai equiparabile al codice binario del linguaggio macchina dei computer: 0/1, sì/no, bianco/nero. Tutto quello che sta in mezzo è superfluo, e il grottesco di tutto ciò è che con quel 0/1 pretendiamo di vivere in una società complessa. 

Auguri a noi.

Tempi passati


La settimana scorsa sono andato a visitare l'ipogeo di Piagge. Girando per il paese sono entrato in un bar per un caffè e ho notato questo juke-box. Mi sono avvicinato e l'ho guardato, immaginando che avesse pura valenza ornamentale. Invece funzionava perfettamente, e senza bisogno di monete, come mi ha assicurato il titolare del bar con cui mi sono intrattenuto per due brevi chiacchiere. 

Mentre lo guardavo mi è tornato alla mente il periodo in cui ero bambino. Certe sere d'estate andavo a passeggio a Viserbella con mio padre e ogni tanto lui andava a prendere il caffè all'Elvetia, sulla piazza principale. Dentro il locale c'era un juke-box simile a quello che ho visto la settimana scorsa e ricordo che mio padre mi dava sempre una o due monete per ascoltare qualcosa. 

Mi piaceva Celeste nostalgia, di Cocciante. E poi un'altra di Alberto Camerini di cui non ricordo più il nome. Bei tempi e bei ricordi.

mercoledì 17 gennaio 2024

Ci ha provato

Politicamente sto agli antipodi di Zaia, ma gli riconosco il merito di averci provato.

(Il tutto sempre in attesa di una legge nazionale sul fine vita di cui si parla da 40 anni, e che visto l'andazzo non arriverà neppure entro i prossimi 40.)

lunedì 15 gennaio 2024

Lo guerra è un "good business"

Mi pare che pochi si siano soffermati sull'unica cosa a mio avviso degna di nota detta ieri dal papa intervistato da Fazio, e cioè che le guerre si fanno e si tende a prolungarle anche perché ci sono dietro interessi economici elevatissimi. La produzione di armi nel mondo è infatti un business estremamente redditizio e molti leader di nazioni lo ammettono ormai pubblicamente senza nessuna remora, come fece Biden qualche tempo fa quando ammise che la guerra è un "good business".

Altra affermazione di portata notevole del papa: le guerre si cerca di prolungarle perché servono per testare sul campo, in diretta, nuove armi. Cosa che facciamo anche noi, ovviamente; anzi noi occidentali siamo tra i più attivi in questo senso, come dimostrò un paio di anni fa un'inchiesta del NYT, il quale mise in luce come dietro la nobile facciata dell'aiuto all'Ucraina aggredita si nascondessero in realtà, da parte della Nato, operazioni molto meno nobili per testare sul campo nuovi tipi di armamenti. Inchiesta che ovviamente passò qua da noi sotto silenzio perché, insomma, che anche la gloriosa Nato abbia qualche scheletro nell'armadio è cosa da non reclamizzare troppo.

Dà un po' di conforto vedere che c'è ancora una voce mediaticamente rilevante come quella del papa a dire cose scomode. Perché un conto è che le dicano gli scalcinati Di Battista, Santoro, Orsini e Odifreddi su YouTube, altro conto è che le dica il papa in TV davanti a 12 milioni di telespettatori. 

C'è stato anche un momento di ilarità quando, alla domanda di Fazio su come possa l'uomo fare il male se è fatto a immagine e somiglianza di Dio, Bergoglio ha tirato in ballo il vecchio ritornello secondo cui l'uomo è libero di scegliere se fare il bene o il male. Ovviamente nel poco spazio a sua disposizione non poteva certo iniziare una dotta disquisizione sulla teodicea di Leibniz, ossia sul problema della sussistenza del male nel mondo in rapporto alla giustificazione della divinità e del suo operato, problema su cui teologi e filosofi si accapigliano praticamente da sempre.

Nel complesso mi sembra che quella del papa, probabilmente l'unico pacifista vero ancora in circolazione, sia stata una buona ed efficace performance. Non sarebbe male sentire dire queste cose da qualche leader sedicente di sinistra.

venerdì 12 gennaio 2024

Giochini

La melina che fanno i leader della maggioranza di governo sulle candidature alle europee (anzi la melina che fa la Meloni, Tajani e Salvini hanno già detto che non si candideranno) ha scopo meramente ludico. Sono infatti mosse di facciata che si inseriscono nell'alveo del contenzioso sui rapporti di forza tra i partiti della suddetta maggioranza. 

Si tratta tra oltretutto, come scrivono quelli del Post, di candidature virtuali. Il ruolo di parlamentare europeo è infatti incompatibile con incarichi di governo e se anche la Meloni venisse eletta in Europa dovrebbe dimettersi un minuto dopo e rinunciare all'incarico europeo. 

Perché Salvini non si candida mentre Meloni probabilmente sì? E perché, invece, alle europee del 2019 si candidò? Cito dal Post: "Il cambio radicale di orientamento di Salvini, oggi, è dettato da ragioni di opportunismo politico. I motivi di questo ripensamento sono sostanzialmente due. Il primo ha a che vedere coi rapporti di forza dentro la coalizione di governo. Meloni ha un cospicuo favore popolare, e Fratelli d’Italia è dato dai sondaggi a una percentuale di consensi che oscilla tra il 25 e il 30 per cento, mentre la Lega è tra il 7 e il 10. È verosimile che la candidatura di Meloni produca un ulteriore sbilanciamento verso Fratelli d’Italia, e questo renderebbe un risultato ancora peggiore della Lega, tale da mettere in imbarazzo il partito. Se del resto Salvini si candidasse a sua volta, il rischio per lui sarebbe duplice: da un lato ottenere molti meno consensi rispetto al 2019, e dall’altro marcare la distanza tra il suo consenso personale e quello di Meloni. In breve l’interesse di Salvini è prima di tutto scongiurare la candidatura di Meloni."

Questi giochini e calcoli naturalmente non li fanno solo a destra, sono una usanza consolidata in ogni dove, e questo mi pare che racconti parecchie cose riguardo al valore attuale del fare politica.

giovedì 11 gennaio 2024

Ricorrenze


25 anni fa se ne andava il grande De André. Se fosse ancora vivo, oggi sarebbe un anziano signore di 84 anni che forse avrebbe ancora molto da dire. Ieri invece erano otto anni che ci ha lasciato David Bowie, e pure lui se fosse vivo avrebbe ancora tanto da dire.

Mi piace pensare che entrambi se ne stiano lassù da qualche parte, magari al tavolino di un bar, a chiacchierare e a raccontarsi cose.

martedì 9 gennaio 2024

Funerale

Oggi ho assistito a un funerale e sono rimasto affascinato dall'impressionante armamentario retorico che l'uomo ha inventato per lenire questa morte sicura.

La nostra fantasia

C'è questa bellissima pagina di Uccidere il tiranno in cui si spiega come noi occidentali abbiamo giustificato, con la nostra impareggiabile fantasia, i genocidi compiuti nel Nuovo Mondo e le varie guerre fatte qua e là in tempi recenti con la scusa di "esportare la democrazia".

(Aldo Andrea Cassi - Uccidere il tiranno)

domenica 7 gennaio 2024

Non vediamo

Il numero di vittime a Gaza è arrivato a 22.700, di cui 20.000 sono civili, per gran parte donne e bambini. Secondo l'Onu non esiste un solo luogo in tutta Gaza che si possa definire sicuro. 

Quello che sta facendo Israele, in risposta all'orribile e vigliacco attentato di Hamas del 7 ottobre, è qualcosa che non c'entra più niente col diritto di difendersi e neppure coi pur detestabili concetti di vendetta o rappresaglia. Va chiamato col suo nome: pulizia etnica. 

Se tu bombardi villaggi, ospedali, scuole, campi profughi; se dai indicazioni alla popolazione civile circa le zone "sicure" in cui radunarsi e poi bombardi quelle stesse zone con ordigni bellici di 900 kg di provenienza americana, stai facendo qualcosa che non c'entra niente col diritto di difendersi. Stai facendo pulizia etnica.

Se bombardi un ospedale con la scusa che al suo interno potrebbero nascondersi esponenti di Hamas, stai compiendo un atto che non ha giustificazione sotto nessun punto di vista, allo stesso modo in cui non avrebbe giustificazione bombardare un ospedale qua in Italia se si avesse il sospetto che vi fossero rifugiati assassini o criminali.

Quando in futuro gli storici analizzeranno la nostra storia e si chiederanno come sia stato possibile che una popolazione venisse massacrata e cancellata nell'indifferenza generale, beh, qualcuno potrà dire di non essere rimasto indifferente, compreso tra gli altri il giornalista Raffaele Oriani, dimessosi dopo 12 anni da Repubblica in aperta opposizione al modo vergognoso in cui il giornale (non) racconta ciò che succede a Gaza.

Regressioni

Chiudono consultori e presìdi vari di assistenza pubblica, vengono tagliati fondi (- 25 milioni) per l'assistenza alle persone bulimiche e anoressiche, tagliati (- 350 milioni) fondi per l'assistenza alle persone disabili, eliminato RDC, sepolta la discussione sul salario minimo, smantellate tutele di vario tipo. 

Boh, non so, è come se ci fossimo incanalati verso una società dove chi ce la fa, bene, gli altri si arrangino. Una sorta di si salvi chi può. Stiamo smantellando quel concetto di "sociètas" che si prendeva cura degli individui e regrediamo verso un modello sociale di matrice darwiniana dove chi riesce ad adattarsi sopravvive, gli altri soccombono. 

Una regressione sociale-antropologica di cui c'è da avere paura, perché niente garantisce che prima o poi le sue vittime non saremo noi.

sabato 6 gennaio 2024

La odiavo

Ricordo l'epifania come una delle feste più tristi che ci fosse. Perché finivano le vacanze di natale e il giorno dopo si tornava a scuola, e io invece sarei voluto restare in vacanza tutta la vita. E poi era il giorno in cui dovevo fare sforzi erculei per riuscire a mettermi in pari con tutti i compiti snobbati durante le vacanze. A volte ci riuscivo, a volte no (ma tanto i prof non li controllano, pensavo).

E mia madre, incazzatissima: "Vedi, ti riduci sempre l'ultimo giorno!" (La patologia della "procrastinite", oggi conclamata e incurabile, mostrava i prodromi già quand'ero piccolo.)

Dio, quanto odiavo l'epifania!

venerdì 5 gennaio 2024

Perché lo fa

La famosa conferenza stampa di fine anno, più volte rimandata per problemi di salute, alla fine si è tenuta ieri. Ed è stata, come era prevedibile, piena di balle. Ma non così per dire; è stata un concentrato di cose non vere (qui ce ne sono alcune). La signora Meloni ha raccontato cose diverse dalla realtà fattuale.

È sempre affascinante interrogarsi sui motivi per cui i politici mentono e provare a elaborare delle ipotesi. 

Un motivo potrebbe risiedere nella convinzione, da parte del politico di turno (non è solo la Meloni a raccontare balle, naturalmente), che raccontare frottole oggi è di moda, è un atteggiamento consolidato che non genera biasimo come poteva accadere un tempo. Anzi, si potrebbe quasi dire che l'arte di vendere aria fritta sia vista come valore aggiunto, oggi.

Un altro motivo potrebbe risiedere nella convinzione del politico che gran parte di chi lo ascolta non è in grado di capire che sta raccontando frottole, o magari, più semplicemente, non ha voglia di andare a verificare la veridicità di ciò che dice. Se la Meloni ad esempio dice che la stima della crescita del PIL per il 2024 è dell1,3%, chi volete che abbia voglia di andare a verificare se è effettivamente così? (In realtà per il 2024 è dello 0,6%.)

La terza ipotesi, molto più prosaica, è che chi mente è consapevole che le suddette menzogne saranno comunque sbugiardate subito sui social o sui giornali il giorno dopo, ma in fondo non gli importa nulla. Gran parte del consenso politico, oggi, non è generato dalla razionalità ma dalla pancia. Un politico mente, ok, però quel politico è di destra (o sinistra) come me, è simpatico, spara degli slogan che mi piacciono e che sono in sintonia con la mia visione del mondo. Racconta qualche balla? Chi se ne frega.

Poi vabbe', non è che dopo possiamo stare qua a menarcela sul fatto che la democrazia è morta e che noi ormai lo siamo solo formalmente.

mercoledì 3 gennaio 2024

Prima di tutto il resto

Al di là di ogni considerazione postuma, che è più che legittima, rimane il fatto ineludibile che se tu vai a festeggiare capodanno portandoti dietro una pistola sei un cretino.

Chiarito questo, possiamo discutere di tutto il resto.

martedì 2 gennaio 2024

Pezzi del discorso

"Si cerca di giustificare questi comportamenti perché sempre avvenuti nella storia". 

Ogni volta che un presidente della Repubblica fa il discorso di fine anno, ognuno prende il pezzettino che più gli piace, che più corrobora le sue idee e la sua visione del mondo e lo dà in pasto agli altri dicendo: vedete? Quello che dico io lo dice anche il presidente, quindi le cose stanno per forza così. 

Poi, nel prosieguo del discorso, il presidente, nella sua obbligata ecumenicità, dice magari qualcosa che contrasta con l'idea che ci piace ma facciamo finta di niente. Vabbe', siamo umani e ognuno tira acqua al proprio mulino, niente di nuovo sotto il sole. Quindi prendo anch'io il mio pezzettino, che è quello citato sopra.

Credo che chi giustifica la guerra dicendo che nella storia c'è sempre stata, in realtà non la giustifichi ma cerchi solo di spiegarla. Spiegare e giustificare sono due concetti diversi. Quello che è vero al di là di ogni possibile interpretazione è che la conflittualità è la maggiore forma di interazione tra gli esseri umani. Da sempre. E temo che sarà sempre così, o almeno non si vedono segnali che autorizzano a immaginare che nel prosieguo della storia qualcosa potrà cambiare.

Poi, certo, la guerra organizzata come noi la intendiamo e conosciamo, con armi, eserciti, strategie ecc. data da pochissimo nella storia umana, è cosa recentissima, ma la conflittualità tra gli umani esiste da quando esistono gli umani. E non credo abbia molto senso dire che le società umane rispetto agli albori della storia sono progredite quindi la guerra non dovrebbe esistere. 

Le comunità umane, che sono sovrastrutture che a noi piacciono tanto, sono composte da esseri umani. Banale, banalissimo, ma spesso ce lo dimentichiamo. Sia che si tratti della bocciofila di paese, della squadra sportiva o dell'Inghilterra, ciò che sta alla base di tali diversissime aggregazioni è sempre e solo l'essere umano. E l'essere umano è conflittuale. Che si tratti di una guerra tra stati, o di due bande di ragazzi che si scontrano in strada, o di genitori che si azzuffano alla partita di calcetto dei figli, il meccanismo che accomuna e che sta alla base di queste e di infinite altre situazioni è il medesimo: la conflittualità e l'aggressività che la nostra specie si porta dentro, e che, antropologicamente, ha come scopo precipuo la difesa della prole. Punto.

Ora, è vero che un'opera educativa fatta come si deve dovrebbe porre un argine alla conflittualità che alberga in noi, ma temo sia una pia illusione farvi troppo affidamento, per tutta una serie di motivi che qui sarebbe lungo spiegare.

Quindi, per tornare a Mattarella e al suo discorso, temo ci sia poco da fare: gli esseri umani si faranno sempre la guerra, non se ne esce. Sarebbe bello che non fosse così, ma purtroppo è così. E non è una giustificazione alla guerra, naturalmente.

lunedì 1 gennaio 2024

Un buon inizio

L'anno che si è chiuso ieri ha visto la scomparsa di Silvio Berlusconi. Lui se n'è andato, ma la cultura del berlusconismo che ha lasciato in eredità ce la porteremo dietro per anni, forse per sempre. Un buon modo per iniziare l'anno potrebbe essere quello di prendere coscienza del nocumento prodotto da questa cultura e cominciare a lavorare per estirparla.

Rifarei tutto

Indipendentemente da quale sarà la sentenza, dire "Rifarei ciò che ho fatto", "Rifarei tutto" ecc., cosa che si sente sp...