giovedì 31 agosto 2023

L'imponderabile

Boh, non so, magari dico una sciocchezza, ma credo che il problema delle morti sul lavoro non si possa risolvere. Appartenga cioè al novero dei problemi senza soluzione. Lo so che, per mentalità e cultura, siamo abituati a pensare che ogni problema abbia una soluzione, ma non è così, esistono anche problemi che non hanno soluzione, e questo è uno di quelli.

Se si guardano le statistiche, infatti, si scopre che, pur con fisiologiche variazioni, quello delle cosiddette morti bianche è un fenomeno che riguarda tutti i paesi d'Europa, e alcuni, come ad esempio la Francia, hanno un bilancio perfino peggiore del nostro. 

Investendo di più in sicurezza, magari si potrebbero migliorare le cose, avere bilanci meno tragici, ma non si eradicherebbe il problema, per il semplice motivo che nelle dinamiche del lavoro le variabili in gioco sono tantissime e non è possibile prevederle tutte, ci sarà sempre quella che sfugge a ogni previsione, a ogni regola di sicurezza.

Credo sia un po' come le morti per incidenti stradali. Per quanti sforzi si possano fare per aumentare la sicurezza, non si riuscirà mai a risolvere il problema perché, anche qui, le variabili in gioco che possono provocare un incidente mortale sono tantissime.

In entrambi i casi, morti sul lavoro e morti per incidenti, se anche si facesse la migliore opera di educazione possibile; se anche si aumentassero indefinitamente i controlli, se insomma si adottasse ogni misura possibile, al massimo si otterrebbe una riduzione del numero di vittime (che non sarebbe male, intendiamoci), ma non si risolverebbe il problema.

Vabbe', allora a 'sto punto uno potrebbe dire: Ok, stiamo chiusi in casa, non andiamo in giro in macchina, non andiamo a lavorare e il problema è risolto. Poi magari ti cade l'asciugacapelli nella vasca mentre fai il bagno e ciao, punto e a capo. Come dicevo all'inizio, credo che il problema delle morti sul lavoro non sia risolvibile perché lavorare, come ogni altra attività umana compresa tra quelle che si compiono da quando si esce di casa la mattina a quando si torna a casa la sera, è inserita nell'ambito dell'imponderabile. E con l'imponderabile non c'è storia.

La strada di casa


Divorato in due giorni. In genere non amo i finali aperti, ma a Haruf si perdona tutto. Bellissima la storia e come è raccontata; significative le varie declinazioni del concetto di giustizia: inadeguata dei tribunali, sommaria delle persone, sacrificale di Jessie, che si condanna a una vita durissima pur di risarcire i suoi concittadini. 

E niente, per me è un capolavoro.

martedì 29 agosto 2023

Colpe equamente distribuite

E niente, in questo paese non riusciamo a uscire dalla convinzione che se una donna viene stuprata, un po' (tanto o poco, a seconda dei casi) in fondo se l'è cercata. O comunque, se anche non se l'è cercata, un po' di colpa (tanta o poca, a seconda dei casi) non può non averla anche lei.

Non ce la facciamo proprio a interiorizzare il fatto che se un uomo (uomo, vabbe'...) non riesce a tenere il suo arnese nei calzoni la responsabilità è sua e basta.

Granchi blu

Seguo Giacomo Mauretto già da un po'. È un biologo e divulgatore molto bravo che ha un canale YouTube e una pagina facebook, Entropy for Life, molto seguiti. 

Ha pubblicato qualche ora fa un video interessantissimo in cui parla del famoso/famigerato granchio blu, una specie aliena e invasiva che sta mettendo in ginocchio l'economia dell'alto Adriatico e a rischio la biodiversità dell'ambiente marino.

Il video è interessante non solo perché Mauretto spiega come questa specie è arrivata qui e perché si è ambientata benissimo (fin troppo bene), ma anche le implicazioni etiche relative ai sistemi che occorre mettere in campo per cercare di limitarne la diffusione. 

Se avete una ventina di minuti e l'argomento vi interessa, dateci un'occhiata, io l'ho trovato interessantissimo.

domenica 27 agosto 2023

Fukushima e noi

La vicenda dello sversamento in mare delle acque della centrale di Fukushima è emblematica di un atteggiamento tipico della nostra epoca: l'irrazionalità che prevale sulla razionalità. Un atteggiamento magari non imperante ma sicuramente molto diffuso.

Parte della responsabilità sta nella cavalcata allarmistica in chiave acchiappa-clic (più clic = più visualizzazioni, più visualizzazioni = più money) della notizia da parte di molti media. A questo si aggiunge una certa refrattarietà generale ad andare oltre i titoloni e approfondire.

Nel caso specifico bastava davvero poco per trovare con un paio di clic come stanno effettivamente le cose: il rilascio controllato dell'acqua "ripulita" dalla sua radioattività è assolutamente sicuro e non esiste alcun rischio né per l'ambiente marino né per l'uomo. Non esiste attualmente nessuno scienziato e nessun organismo di controllo che abbiano esaminato la questione che avanzino dubbi di qualche tipo in questo senso.

Eppure non c'è niente da fare, l'irrazionalità della paura riesce sempre ad avere la meglio.

sabato 26 agosto 2023

Buon senso

Alla fine, per poter sentire qualche parola intelligente, sensata e umana, in mezzo a questo deserto dilagante, bisogna andare da chi sta in alto.

mercoledì 23 agosto 2023

Figli, perché?

Il ministro Giorgetti ha dichiarato l'altro ieri al Meeting: "Il tema della natalità è un tema fondamentale: non c'è nessuna riforma previdenziale che tiene nel medio-lungo periodo con i numeri della natalità che abbiamo oggi in questo paese. Il sistema si tiene se le generazioni hanno una continuità, se c'è una solidarietà intergenerazionale." Il medesimo concetto è stato ribadito ieri dal suo vice, Maurizio Leo, sempre al Meeting. Da qui l'impegno congiunto di mettere in campo ogni misura possibile, ogni incentivo affinché si torni a fare figli (in Europa siamo da almeno vent'anni il paese che fa di meno).

C'è qualcosa che stona in tutto questo? Sì: la strettissima correlazione tra natalità e stabilità economica dell'Italia. In altre parole, tra vita ed economia. Non ho ancora sentito nessuno dire che bisogna fare figli per la gioia che dà fare figli, per l'arricchimento interiore che deriva dall'essere genitori e prendersi cura dei suddetti figli: stare attenti ai loro bisogni, dare ad essi risposte, seguire il loro percorso di crescita, educarli. No, di questo non si parla, o almeno dai politici queste cose non le ho mai sentite. Bisogna fare figli per questioni economiche: se non si fanno crolla tutto il sistema.

Non si scopre niente di nuovo, intendiamoci. Storicamente, e pressoché in ogni cultura del mondo, la messa al mondo dei figli ha sempre avuto prevalentemente la funzione di sostegno e cura dei genitori una volta che questi invecchiavano e non avevano più possibilità di sostenersi autonomamente. Succede ancora oggi in Africa, certe parti dell'Asia. E succedeva anche qui da noi fino a due-tre generazioni fa. I nostri nonni e bisnonni non facevano otto-dieci figli per assecondare le gioie della genitorialità, ma per assicurarsi un sostegno nella vecchiaia. Quindi niente di nuovo sotto il sole: mettere al mondo figli ha sempre avuto, pur con diverse modalità, queste motivazioni, che sono appunto fondamentalmente economiche.

Ecco perché mi viene da sorridere quando leggo di chi si scandalizza ad esempio per il fatto che in certi paesi la cosiddetta GPA è legale anche dietro corresponsione di una somma in denaro. Ci si straccia le vesti perché così si alimenta un turpe mercato, una indegna economia, e non ci si accorge che nella nostra cultura i figli sono già considerati funzionali a un mercato e a un'economia. Come spesso succede, si guarda il micro e non ci si accorge del macro. Oppure, per stare su qualcosa di più attinente a CL e al Meeting, si guarda la pagliuzza e alla trave tanti saluti.

martedì 22 agosto 2023

Il libro dell'inquietudine

Ho ripreso in mano Il libro dell'inquietudine, di Pessoa, dopo che l'avevo accantonato per altre letture. E niente, a tratti è geniale, pungente, rivoluzionario, a modo suo sovversivo. Se avete voglia di un libro che dopo ogni pagina vi obblighi a fermarvi e a pensare a ciò che avete letto, questo è imprescindibile.

Castrazione chimica

A ogni violenza sessuale, specie se raggiunge una grossa visibilità mediatica, puntualmente salta fuori qualcuno da destra che invoca la castrazione chimica. Salvini è da sempre particolarmente attivo in questo senso. 

Lo slogan della castrazione chimica viene ripetuto continuamente da Salvini perché lo stesso Salvini sa che è efficace a livello appunto di slogan, in quanto fa leva sulla valenza inconscia del termine "castrazione". Gran parte dell'elettorato leghista non ha la più pallida idea di cosa sia tecnicamente la castrazione chimica, ma apprezza la valenza semantica del termine castrazione perché la associa all'atto dell'evirazione, non certo del trattamento farmacologico. 

Anzi, gran parte dell'elettorato di cui sopra probabilmente neppure ha idea che la castrazione chimica è un trattamento di tipo farmacologico, ma l'idea che ne ha soddisfa la propria pancia e per Salvini basta questo. Il suo risultato l'ha raggiunto.

Per chi ha voglia di approfondire un po' la questione, qui c'è un esaustivo articolo de Il Post (il cielo li abbia in gloria per come spiegano le cose) in cui si spiega cos'è la castrazione chimica e perché non serve per contrastare il dramma delle violenze sessuali (sostanzialmente, perché le violenze di genere degli "uomini" sulle donne hanno radici culturali e sociali, non biologiche).

lunedì 21 agosto 2023

Anche la Nato, però...

Premessa: c'è un aggressore cattivo e un aggredito buono. È una banalità, lo so, ma è una premessa che oggi è indispensabile anteporre ad ogni ragionamento che si fa sulla guerra in Ucraina, pena venire bollati come filoputiniani. D'altra parte viviamo nell'epoca del bianco o nero, del di qua o di là manicheo, le gradazioni intermedie e i ragionamenti un pochino più articolati e complessi non vengono generalmente compresi, quindi la premessa di cui sopra è obbligatoria.

Tutto questo per cercare di contestualizzare un pochino i dieci minuti di Alessandro Barbero che pubblico qui di seguito, in cui il noto storico e divulgatore dice alcune cose sul conflitto che deviano un pochino dal sentire comune, in particolare modo quando afferma che tentare di ridurre un conflitto così complesso e lungo (esiste almeno dal 2014) all'aggressore cattivo e all'aggredito buono è una banalizzazione piuttosto puerile, così come si pecca di eccesso di semplificazione quando si afferma che le ragioni stanno tutte da una parte e i torti tutti dall'altra.

Il fatto che nell'esplosione di questo conflitto anche la Nato abbia delle responsabilità è stato nel corso del tempo enunciato da diverse parti. Lo disse papa Bergoglio, l'ha ribadito ieri il cardinale Zuppi, e anche lo stesso Barbero l'ha spesso ripetuto nei suoi interventi, così come anche Cacciari e altri.

Per quanto riguarda il conflitto in sé, molti media occidentali stanno cominciando da qualche tempo a raccontare un po' le cose come stanno realmente. Ha iniziato il Washington Post negli USA e a ruota alcuni media nostrani. In particolare si sta cominciando a dire chiaramente che la famosa controffensiva ucraina è stata finora un mezzo fallimento, che gli americani stanno cominciando ad inviare appelli affinché si smetta di mandare armamenti all'Ucraina e che la maggior parte dell'opinione pubblica americana è contraria a continuare a spendere soldi in questa guerra, senza contare che gli stessi vertici delle forze armate americane ormai dicono chiaramente che l'Ucraina ha ben poche possibilità non solo di arrivare a una vittoria (qui magari ci si arrivava anche senza che lo dicessero i generali americani) ma anche di recuperare i territori perduti.

Ci è voluto un po' ma, piano piano, si cominciano a raccontare le cose come stanno.

domenica 20 agosto 2023

Non sarebbe proprio così


In realtà non sarebbe proprio così. L'articolo 21 della Costituzione non è un paravento dietro al quale nascondersi per poter scrivere e dire indiscriminatamente qualsiasi cosa frulli nella testa. 

La libertà di poter dire ciò che si pensa è vero che è un diritto sancito dalla nostra Carta, ed è sacrosanto che ci sia, ma è un diritto equivalente a quello di chiunque di non vedere calpestata la propria dignità, e mi pare che alcuni dei contenuti del libro in questione non siano esattamente rispondenti a questa regola.

It


Ho approfittato di qualche giorno di ferie per rileggere It, che lessi per la prima volta esattamente trent'anni fa, quando ne avevo 23, e ho ritrovato lo stesso romanzo infinito, oceanico, a tratti perfino eccessivo nella sua bulimia letteraria di allora, ma sempre un grande romanzo. 

Quando si rilegge un libro dopo tanti anni non si legge più lo stesso libro, e anche il lettore non è più lo stesso. La rilettura serve anche a capire i cambiamenti che ci sono stati sia nel libro che nel lettore.

Per quanto riguarda il romanzo, è risaputo che Stephen King non è l'unico scrittore la cui produzione letteraria è per larga parte dedicata a raccontare l'infanzia e adolescenza, ma a mio avviso è sicuramente uno dei migliori in questo ambito.

Mazzone

Non sono appassionato di calcio e diciamo pure che non ci capisco praticamente niente, ma mi spiace che sia morto Carletto Mazzone. Ogni tanto lo vedevo passare in TV, quando ancora ce l'avevo in casa, e ho sempre avuto l'impressione che fosse una persona vera, schietta, sanguigna, diretta; una di quelle persone che non le manda a dire e bada alla sostanza delle cose piuttosto che alla forma (caratteristica rara, oggi). 

E niente, mi spiace.

venerdì 18 agosto 2023

Il generale e i titoli di studio

Il generale Vannacci è la classica dimostrazione che i titoli di studio a volte non indicano niente. Si possono avere anche tre lauree ma non sapere le basi. E una delle basi ignorate dal valente e pluridecorato militare, e qui siamo proprio all'abc, è che applicare criteri morali/culturali umani a ciò che succede in natura non sta né in cielo né in terra.

Mi riferisco, tra le altre cose (l'elenco di corbellerie presenti nel libro è piuttosto corposo), alla trita e ritrita solfa secondo cui l'omosessualità non è normale, e qui viene subito da chiedersi come faccia un orientamento sessuale tra i tanti che esistono in natura a non essere normale, specie se si considera che è praticato da tutte le specie animali tranne il riccio di mare e dopo l'eterosessualità riproduttiva è l'orientamento sessuale più diffuso. Curioso come uno con tre lauree non sia al corrente di ciò: viene immediatamente da pensare al Cepu.

Su tutto il resto, lobby gay, immigrati, femministe, ambientalisti ecc., gli appartenenti secondo il generale alla dittatura delle minoranze, mi pare non ci sia niente da dire, più che altro per decenza. 

Alla fine lo scandalo non sta tanto in ciò che scrive il generale nel suo libro, lo scandalo vero è che queste stupidaggini vengono scritte ogni giorno da milioni di persone sui social, si trovano nei discorsi da bar, in spiaggia, sui luoghi di lavoro e in ogni dove. Si tratta infatti di mentalità e modi di pensare diffusissimi, e immagino ci sia una correlazione piuttosto stretta tra l'ignoranza generalizzata, il baratro culturale in cui ristagna da anni il nostro paese e questi modi di pensare.

Mi sento di dare qualche consiglio non richiesto al generale e ai tanti adepti di questo modo di pensare tra le italiche genti: spegnete TV e social e leggete qualcosa, magari un libro di Telmo Pievani, ma vanno benissimo anche Galimberti, Crepet, Barbujani, Andreoli, Barbero. Niente come i libri aiuta a disincrostare il cervello dai luoghi comuni e ad ampliare gli orizzonti. E se proprio siete refrattari alla lettura, aiutatevi col web: se usato con diligenza può insegnare anche più dei libri.

Qui, ad esempio, c'è una interessantissima lezione del biologo evoluzionista Telmo Pievani che tratta proprio di sesso e orientamenti sessuali in natura. Dura appena mezz'oretta ma è illuminante. Einstein diceva, o almeno viene attribuito a lui questo detto, che è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio, ma vi assicuro che qui la capacità argomentativa di Pievani riesce a fare il miracolo.

mercoledì 16 agosto 2023

Aiuto

Tutto iniziò (si era ancora in campagna elettorale) con la signora Meloni che strillava e farneticava di blocchi navali, e sarebbe interessante avere un'idea del numero di voti che portò quella irrealizzabile promessa (non occorreva essere in possesso di intelletti particolarmente brillanti per capire che era una boutade buona per irretire i soliti gonzi).

Poi la signora urlante andò al governo e, tra un urgentissimo decreto anti-rave e un condono fiscale, trovò il tempo di rendere in vari modi la vita difficile alle Ong: fermi amministrativi, divieto di effettuare più di un soccorso per volta, obbligo di sbarco dei naufraghi in porti lontanissimi ecc. Memorabile, a tal proposito, lo sbarco a La Spezia, un annetto fa, di un gruppo di naufraghi salvati nel Mediterraneo, i quali, una volta sbarcati nel porto ligure, furono poi caricati su pullman e trasferiti in centri di accoglienza in Puglia. Ci sarebbe da ridere, se in mezzo non ci fosse la sofferenza inutile inflitta per puro sadismo a tanti esseri umani.

Alla fine della fiera, dopo quasi un anno di demonizzazioni a ministri unificati e tentativi di boicottaggio, la resa: il governo chiede aiuto alle tanto odiate Ong per provare a evitare di essere travolto dalla marea umana che in questi primi otto mesi dell'anno è approdata sulle nostre coste. 

Una volta Michele Zarrillo cantava che l'amore vuole amore, qualunque cosa voglia dire. Non so, può darsi. Quello che è certo è che la vita vuole vita, è un imperarivo biologico universale, e la storia insegna che sempre, nelle vicende umane, gli uomini si sono spostati per assecondare questo imperativo, in barba a blocchi navali e a stupidaggini simili. Ma chi studia la storia, oggi?

sabato 12 agosto 2023

Il problema


Credo che se un paese ha un ministro che giustifica la realizzazione di una grande opera aggrappandosi a Topolino, il problema non è il ministro e neppure Topolino, il problema è il paese.

Birba


In dicembre se n'era andata sua sorella gemella, Sissi. Stanotte se n'è andata anche lei, che era malata già da tempo.

Addio Birba, e grazie per tutto l'affetto e la compagnia che ci hai donato in questi 16 anni.

venerdì 11 agosto 2023

Fisso e variabile


Interessante analisi di una economista della Luiss su Il resto del Carlino di stamattina. Il governo ha deciso di tassare gli extraprofitti delle banche per aiutare - dice Salvini - chi oggi è in difficoltà a causa dei rincari dei mutui a tasso variabile. Il che è giusto, se vogliamo, è una embrionale forma di equità sociale. Ma chi in passato ha scelto di sottoscrivere un mutuo a tasso variabile era consapevole di accollarsi un rischio, altrimenti avrebbe optato per il tasso fisso.

Per anni, a chi ha scelto il tasso variabile è andata bene, ha risparmiato; chi ha scelto di non rischiare ha invece sempre pagato rate più alte. Oggi le parti sono invertite e chi è titolare di un mutuo a tasso variabile è in difficoltà. Giusto aiutarlo, quindi. Ma, sulla stessa falsa riga, si sarebbe dovuto compensare chi da subito ha scelto il fisso pagando molto più degli altri. Il che, dal mio punto di vista, non fa una piega.

mercoledì 9 agosto 2023

I Buddenbrook


Approfittando di questa settimana di ferie mi sono buttato sul monumentale I Buddenbrook, uno dei romanzi più universalmente noti di Mann. In passato avevo letto altre opere sue: La montagna incantata, Morte a Venezia e Tonio Kröger, quindi avevo già un'idea di cosa aspettarmi. 

Devo dire che questo libro è andato oltre ogni aspettativa. Se si escludono le prime 80-100 pagine, in cui sostanzialmente si descrivono i personaggi principali e si raccontano fatterelli senza grande importanza, poi il racconto cattura e avvince, tanto che mi è capitato anche di ritardare o addirittura saltare qualche pasto pur di non staccarmi dalla lettura. 

Il romanzo, pubblicato nel 1901, narra l'ascesa e il declino, attraverso quattro generazioni, dei Buddenbrook, una famiglia alto borghese di Lubecca proprietaria di una prospera azienda cerealicola fondata nella seconda metà del 1700. Il prestigio e la rilevanza sociale di tale famiglia sono imperniati sul conseguimento del profitto, sul decoro, sull'etica e la serietà del lavoro. Ma il decoro e l'imperturbabile compostezza della famiglia cominciano a incrinarsi quando il fattore umano si insinua lentamente e inesorabilmente nelle sue dinamiche interne.

Il fattore umano è rappresentato dallo svolgersi della vita, vita che è anche passione, pulsioni, dissolutezza, imponderabilità delle azioni, tutte caratteristiche umane che quando si trovano a cozzare col contegno razionale e l'autoimposizione di valori ed etiche rigidamente precostituite, non possono che provocarne la lenta disgregazione. Da qui il lento e progressivo disfacimento economico e morale della famiglia.

È un romanzo attualissimo, specialmente nelle sue tanti parti in cui si evidenzia, anche attraverso processi di autorevisione e presa di coscienza di alcuni esponenti della famiglia, l'idiosincrasia tra mondo della vita e mondo dell'economia (quant'è sotto gli occhi di tutti, oggi, questa inconciliabile dicotomia?), tra naturali aneliti all'anarchica autodeterminazione e la rigidità di innaturali regole morali e sociali. Ma è soprattutto un romanzo che, oltre a fornire un affresco impareggiabile della Germania (e anche dell'Europa) dell'Ottocento, utilizza la decadenza della famiglia dei Buddenbrook come metafora della decadenza della società di cui oggi siamo testimoni.

Annovero già I Buddenbrook tra i classici più belli letti quest'anno.

martedì 8 agosto 2023

Extraprofitti (e polli)

Non mi intendo granché di economia ed è noto che su ciò che non si conosce è bene tacere. Ho idea, però, che chi dice che gli elevati extra profitti delle banche sono causati dagli interessi irrisori che le banche stesse pagano ai correntisti a fronte degli interessi molto più alti che viceversa si fanno pagare, non abbia tutti i torti. 

Così come non credo abbia tutti i torti chi prevede che, sempre le signore banche, si rivarranno poi sui clienti (leggi spenneranno ancora di più noi polli) per compensare l'aumento di tassazione a loro carico.

lunedì 7 agosto 2023

Travis Scott

Al telegiornale danno l'importantissima notizia dell'approdo a Roma, al Circo Massimo, di tale Travis Scott, e il servizio del tiggì elargisce a piene mani immagini del fiume in piena della meglio gioventù che si dirige verso il luogo dove si terrà il grande concerto. Compare anche un papà, a un certo punto, coi suoi due giovinetti per mano, il quale dice che 'sto Travis ai suoi pargoletti piace tanto e in fondo non dispiace neppure a lui.

Io, che sono anziano, non ho la più pallida idea di chi sia l'idolo di questa sterminata marea di giovinetti festanti, quindi faccio un salto sul tubo e provo ad ascoltare qualcosa per farmi un'idea. Scopro che il tipo è un rapper e che scrive canzoni (il concetto di scrivere canzoni, in questo caso, mi sembra leggermente fuori posto ma facciamo finta che) dove il suddetto rapper si limita a parlare sopra una base campionata, elaborata da sintetizzatori, fatta da cinque (forse anche sei) note ripetute ossessivamente senza variazioni e innestate su una base ritmica elettronica. Stop.

Ora, come dicevo, io sono anziano, quindi non faccio testo. Però ricordo che ai tempi in cui avevo gli anni dei giovinetti di adesso, andavo a concerti dove, generalmente, c'era un cantante che cantava, non si limitava a parlare (era quindi un cantante, non un "parlante"). Ad accompagnare il cantante c'erano inderogabilmente un bassista, uno o più chitarristi, un tastierista e un batterista. La musica era quindi prodotta da musicisti in carne e ossa che suonavano strumenti anch'essi fatti di "carne e ossa", potremmo dire. 

Quindi un ragazzino di allora, uscendo da un concerto di allora, sapeva cos'è una batteria, sapeva cos'è una tastiera, sapeva cos'è una chitarra e sapeva cos'è un basso, e quelli dotati di particolare arguzia riuscivano anche a intuire le differenze. Soprattutto, un ragazzino di allora imparava l'importantissimo concetto che un cantante canta.

Ora, non voglio qui fare il vecchio rottame romantico e un po' nostalgico. Si sa che ogni era geologica ha la sua musica ed è noto che quando rimpiangiamo qualcosa dei tempi andati, in realtà rimpiangiamo i tempi andati, non tanto la specifica cosa in sé. Chiarito questo, da musicista sono sinceramente dispiaciuto che tanti giovani, oggi, escano da un concerto senza conoscere la differenza tra un basso e una chitarra. Anzi senza neppure sapere della loro esistenza.

domenica 6 agosto 2023

Matrimoni


Questa splendida pagina de I Buddenbrook, in cui Thomas Mann racconta del matrimonio forzato tra Antoine e il giovane Grünlich, mi ha fatto venire in mente che l'istituto del matrimonio nasce storicamente come contratto economico e per grandissima parte della sua storia si è retto esclusivamente su ragioni economiche, di casata, di prestigio sociale, di scambio di manodopera, interessi commerciali e quant'altro. 

Il matrimonio come lo intendiamo oggi, ossia una libera unione tra due persone basata sull'amore, è recentissimo e data più o meno a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso. E tra l'altro quasi esclusivamente qua in Occidente, in gran parte del resto del mondo si svolge ancora per imposizione e per motivi economico-sociali. In Turchia, ad esempio, buona parte dei matrimoni vengono decisi dalle famiglie e i due sposi si conoscono il giorno delle nozze.

Tutto questo per dire che quando ci scandalizziamo (giustamente, eh) nel leggere nelle cronache di matrimoni forzati, spesso con minori, beh, dimentichiamo che fino a ieri erano prassi comune anche qua da noi in Europa.

Queen

Ieri sera sono andato ad ascoltare un gruppo che fa musica dei Queen, stamattina mi sono svegliato con in testa musica dei Queen.  

Buona domenica.

sabato 5 agosto 2023

Dio e la transessualità

Papa Bergoglio ha detto ieri che anche i transessuali sono figli di Dio. Al che mi è venuto da chiedermi perché abbia sentito il bisogno di specificarlo. Se non sbaglio (mi muovo su un terreno a me non molto congeniale), la religione cattolica dice che siamo tutti figli di Dio. Se uno di questi figli si accorge che la sua "spiritualità sessuale" non corrisponde al corredo biologico di cui è fornito e decide di cambiare quest'ultimo, non vedo perché Dio non dovrebbe più riconoscerlo come figlio.

Tra l'altro, il buon Bergoglio credo sappia benissimo che la transessualità è praticata in natura da moltissime specie (avete mai visto Alla ricerca di Nemo? Bene, il pesce pagliaccio che si vede nel film, in natura cambia sesso a seconda della situazione in cui si trova). Ma se è vero che la natura è stata creata da Dio, anche le sue specificità lo sono, compresa la transessualità. E allora che bisogno c'è di specificare che anche un transessuale è figlio di Dio?

(Troppo eretico?)

venerdì 4 agosto 2023

Numeri

Quando ogni altro tentativo di giustificare la soppressione di un provvedimento va a vuoto, l'ultima carta che si gioca è sempre quella della quantificazione economica degli abusi che quel provvedimento ha generato, perché è noto che il popolo quando sente parlare di abusi e sprechi tende a indignarsi e l'indignazione è per antonomasia il sentimento che maggiormente fa collassare la razionalità e la capacità di ragionare, quest'ultima già abbondantemente latitante in buona parte delle italiche genti.

Così, ieri, la ministra Calderone ha giocato questa carta dicendo: "...risultano dai controlli svolti dalla Guarda di Finanza a decorrere dall'introduzione del Reddito e fino al primo semestre del 2023 i contributi indebitamente percepiti o indebitamente richiesti per un ammontare di 506 milioni."

Ora, letta così è certamente una cifra importante. Uno dice: Cavoli, 500 milioni di euro percepiti da chi non ne aveva diritto. Che schifo! Ed è un ragionamento giustissimo, intendiamoci. Le cose cominciano però a cambiare prospettiva se rapportate ad altri numeri. Innanzitutto, il RdC è entrato a regime nel 2019, e se quei 500 milioni di euro li spalmiamo su quattro anni diventano poco più di cento milioni all'anno, che sempre cifra ragguardevole è, intendiamoci.

Se però si pensa che ad esempio l'evasione fiscale nel nostro paese vale cento miliardi (100.000.000.000) di euro l'anno, la cosa cambia prospettiva, e di molto. Io non sono mai stato un asso in matematica, ma cento milioni all'anno rispetto a cento miliardi all'anno qualche cosa mi fanno capire.

Volendo poi restare nel campo degli sprechi e degli abusi, tanto cari alla ministra Calderone, si potrebbe evidenziare ad esempio che gli abusi relativi alla legge 104, quella che permette di potere assentarsi dal lavoro per assistere familiari ammalati o disabili, valgono circa 800 milioni di euro all'anno, cioè otto volte quelli del RdC. Ma nessuno si sognerebbe mai di abrogare quella legge perché è una legge di civiltà.

Anche il RdC è una legge di civiltà, pur con tutte le sue storture, tanto che neppure a Draghi è mai passato per la testa di cancellarlo perché sa che il capitalismo per sostenersi ha bisogno che la gente sia in grado di comprare qualcosa. Questi qui, invece, per motivi esclusivamente ideologici (è stato voluto dai 5* e la cosa non è tollerabile) lo eliminano e buttano nella disperazione un po' di centinaia di migliaia di famiglie con scuse tra il pretestuoso e il ridicolo, e tra queste quella più ridicola di tutte è appunto quella degli abusi.

mercoledì 2 agosto 2023

Percezioni

Il problema che ha Fassino, e che riguarda gran parte dei signori che stanno là dentro, è la mancata percezione di come funziona il mondo reale. 

Di per sé, dire che 4.718 euro netti non sono uno stipendio d'oro non significa niente, se non si indica a quali parametri li si rapporta. Se si prende come parametro lo stipendio di un Bonolis o di un Ronaldo, certo che non sono uno stipendio d'oro; se si prende come metro di paragone lo stipendio medio di un operaio o di un magazziniere con contratto co.co.co., lo sono eccome.

Il problema è che gli stipendi medi della stragrande maggioranza di chi lavora non sono quelli di Bonolis. Ecco perché Fassino, che ha un evidente problema di percezione della realtà, ha perso una buona occasione per osservare un salutare silenzio.

2 agosto

Avevo dieci anni. Ricordo vagamente mio nonno Gino che guardava esterrefatto e muto scorrere le immagini in TV. E a un certo punto sibilò: "Bastardi!"

martedì 1 agosto 2023

Notizie

Stamattina, sfogliando La Stampa, mi hanno colpito tre notizie. La prima è che due terzi delle regioni italiane sono praticamente in default per quanto riguarda la sanità. Non ci sono risorse per assumere personale sanitario e mano a mano che quello in esercizio va a riposo non viene rimpiazzato, col risultato che chi rimane sul campo è costretto ad aumentare sforzi e impegni per sopperire alle carenze. Il sovraccarico di lavoro per chi rimane si traduce quindi in un aumento dell'affaticamento e dello stress. Sono stimati in circa 100.000 all'anno gli errori nelle diagnosi e nelle terapie imputabili a questi motivi. Inutili aggiungere che i bilanci si tenterà di appianarli con tagli alle prestazioni sanitarie e aumento dei costi di queste ultime per i cittadini.

L'altra notizia che mi ha impressionato è che più o meno nella stessa situazione versa la giustizia. Il nostro paese soffre una atavica carenza di giudici, cancellieri, personale amministrativo di vario genere, col risultato che la giustizia oggi è praticamente al collasso.

Terza notizia che mi ha impressionato è la pubblicazione del saggio La povertà educativa in Italia. Dati, analisi, politiche, dei sociologi Orazio Giancola e Luca Salmieri. Un libro dove si documenta il terribile baratro culturale in cui è precipitato il nostro paese, ultimo in Europa per numero di laureati, ultimo in Europa per investimenti nella pubblica istruzione, primo in Europa per numero di persone non in grado di comprendere un testo scritto, a cominciare dalla prima pagina de I promessi sposi

Mi viene in mente un bellissimo saggio dell'antropologo Jared Diamond che ho letto recentemente: Collasso. Come le società scelgono di vivere o morire
Mi pare che noi il nostro modo (di morire) l'abbiamo scelto.

Rifarei tutto

Indipendentemente da quale sarà la sentenza, dire "Rifarei ciò che ho fatto", "Rifarei tutto" ecc., cosa che si sente sp...