venerdì 4 agosto 2023

Numeri

Quando ogni altro tentativo di giustificare la soppressione di un provvedimento va a vuoto, l'ultima carta che si gioca è sempre quella della quantificazione economica degli abusi che quel provvedimento ha generato, perché è noto che il popolo quando sente parlare di abusi e sprechi tende a indignarsi e l'indignazione è per antonomasia il sentimento che maggiormente fa collassare la razionalità e la capacità di ragionare, quest'ultima già abbondantemente latitante in buona parte delle italiche genti.

Così, ieri, la ministra Calderone ha giocato questa carta dicendo: "...risultano dai controlli svolti dalla Guarda di Finanza a decorrere dall'introduzione del Reddito e fino al primo semestre del 2023 i contributi indebitamente percepiti o indebitamente richiesti per un ammontare di 506 milioni."

Ora, letta così è certamente una cifra importante. Uno dice: Cavoli, 500 milioni di euro percepiti da chi non ne aveva diritto. Che schifo! Ed è un ragionamento giustissimo, intendiamoci. Le cose cominciano però a cambiare prospettiva se rapportate ad altri numeri. Innanzitutto, il RdC è entrato a regime nel 2019, e se quei 500 milioni di euro li spalmiamo su quattro anni diventano poco più di cento milioni all'anno, che sempre cifra ragguardevole è, intendiamoci.

Se però si pensa che ad esempio l'evasione fiscale nel nostro paese vale cento miliardi (100.000.000.000) di euro l'anno, la cosa cambia prospettiva, e di molto. Io non sono mai stato un asso in matematica, ma cento milioni all'anno rispetto a cento miliardi all'anno qualche cosa mi fanno capire.

Volendo poi restare nel campo degli sprechi e degli abusi, tanto cari alla ministra Calderone, si potrebbe evidenziare ad esempio che gli abusi relativi alla legge 104, quella che permette di potere assentarsi dal lavoro per assistere familiari ammalati o disabili, valgono circa 800 milioni di euro all'anno, cioè otto volte quelli del RdC. Ma nessuno si sognerebbe mai di abrogare quella legge perché è una legge di civiltà.

Anche il RdC è una legge di civiltà, pur con tutte le sue storture, tanto che neppure a Draghi è mai passato per la testa di cancellarlo perché sa che il capitalismo per sostenersi ha bisogno che la gente sia in grado di comprare qualcosa. Questi qui, invece, per motivi esclusivamente ideologici (è stato voluto dai 5* e la cosa non è tollerabile) lo eliminano e buttano nella disperazione un po' di centinaia di migliaia di famiglie con scuse tra il pretestuoso e il ridicolo, e tra queste quella più ridicola di tutte è appunto quella degli abusi.

4 commenti:

  1. Sono d'accordo sul RdC ma per pignoleria ti segnalo un errore nella tua premessa: l'emozione che maggiormente ostacola la ragione è la paura.

    È noto dalla psicosociologia che scatenare la paura, talvolta artificiosamente, è la maniera più facile per far accettare alla popolazione decisioni che, in condizioni normali, sarebbero guardate con sospetto o scetticismo... (oltretutto mi pare che anche Chomsky abbia scritto qualcosa riguardo la relazione fra paura e propaganda)

    Anni fa, per esempio, si parlava di strategia della tensione dove la paura aveva un ruolo importante.

    Legata alla paura c'è poi l'emergenza: quando sono insieme possono essere sfruttate per far accettare alla popolazione iniziative anche dubbie con tutti i pericoli relativi.
    Scriveva per esempio Payne in "Common Sense": «La necessità immediata rende facili molte decisioni che però, se prolungate nel tempo, degenererebbero in oppressione. La convenienza e il diritto sono cose differenti»

    L'indignazione invece, secondo me, finisce per far rima con ipocrisia e porta a soluzione speciose, solo apparentemente corrette e giuste: ma non per mancanza di logica quanto per una volontà mal indirizzata...

    Rileggendo mi è venuta in mente un'altra riflessione: mi scuso quindi per il commento troppo lungo e poco fruibile!
    Da notare che un'altra tecnica usata dal potere per creare consenso alle proprie iniziative è quella di dividere la popolazione fra "buoni" e "cattivi": chi percepiva il reddito di cittadinanza era un furbastro che si approfittava di chi lavorava e, per questo, sono giusti provvedimenti anche punitivi nei loro confronti.
    "Divide et impera" dicevano giustamente gli antichi romani...

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  2. Niente di cui scusarsi, figurati. Sul discorso della paura hai ragione, è effettivamente quello il sentimento che maggiormente fa collassare la razionalità. La tecnica della divisione tra buoni e cattivi, oggi così in voga, credo invece sia una variante della creazione del nemico di cui ha scritto spesso Umberto Eco. Avere un nemico è importante per la definizione della propria identità, figura che diventa basilare per governi dall'impronta fortemente identitaria come l'attuale, e se non si trova occorre inventarlo. Quindi, di volta in volta, ecco che i nemici sono gli stranieri, i migranti, l'Europa, i percettori di RdC e via andare.

    Su questo gli antichi romani hanno fatto scuola.

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  3. Nel colabrodo degli sprechi italici forse questo del RdC è quello che ha creato minor danno, sarà che mi sono anche fatto l'idea che nessuno ci si è arricchito, ma ha solo provato a tirare a campare degnamente. Nella lista dello spreco di cui indignarsi ci metterei invece le varie bustarelle che alzano i costi di qualsiasi cosa utilizzi le casse pubbliche, oppure i vitalizi generati a pioggia su parlamentari che hanno transitato brevemente nei luoghi giusti, aggiungo una manciata di sprechi vari di cui pochi si occupano perché favoriscono gli amici degli amici, l'evasione piccola e grande che sia e poi per farcire la faccenda c'è solo l'imbarazzo della scelta. Troppa, quindi ogni provvedimento sarà per sua natura inefficace e inutile, proprio come tappare con un dito un solo foro del colapasta.

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  4. Sai che gliene frega alla Ministra della matematica... Con questo incarico di Governo si è sistemata i conti per tutta la vita o quasi, e il partito cui appartiene continuerà a prendere voti perché gli elettori dimenticano i torti subiti dalla politica.

    Com'è che dicono di un tizio? "Ha fatto anche cose giuste", tipo?

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