martedì 22 agosto 2023

Il libro dell'inquietudine

Ho ripreso in mano Il libro dell'inquietudine, di Pessoa, dopo che l'avevo accantonato per altre letture. E niente, a tratti è geniale, pungente, rivoluzionario, a modo suo sovversivo. Se avete voglia di un libro che dopo ogni pagina vi obblighi a fermarvi e a pensare a ciò che avete letto, questo è imprescindibile.

6 commenti:

  1. Di Pessoa non ho mai letto niente, ed è una lacuna che prima o poi dovrò colmare.
    Però questo ha l'aria di essere un libro poco adatto al mio spirito attuale.

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  2. È l'unico libro che io abbia mai preso in mano di Pessoa. Si tratta di una lunghissima serie di riflessioni che lo scrittore ha messo su carta nel corso di vari anni. Riflessioni sulla vita, sulla morte, sull'anima, sullo scorrere del tempo, sulle sue memorie. L'avevo iniziato tempo fa come libro di stacco, diciamo così, nel senso che tra un romanzo e un saggio intercalavo alcune pagine di queste riflessioni, finché mi ha preso e adesso lo sto leggendo come libro a sé. Molto molto bello, te lo suggerisco per quando sentirai di essere nello spirito giusto per questo tipo di lettura :-)

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  3. Grazie, lo terrò senz'altro presente.

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  4. Ciao Andrea, ti chiedo un consiglio nella tua veste di grande lettore.

    Da mesi ho iniziato un libro di fantascienza orribile! Di solito di fantascienza mi piace tutto (sono di bocca buona) e l’idea era di tenerlo come libro leggero fra una lettura e l’altra (leggo più libri contemporaneamente) ma su questo sono proprio bloccato. Più o meno sono a metà, forse qualcosa meno ma per andare avanti devo proprio fare un forte sforzo di volontà…

    In questi casi cosa fai? Lo molli o ti imponi di finirlo?
    Io vorrei finirlo così da poterlo stroncare su GoodReads.com in buona coscienza, senza cioè avere il dubbio, per quanto remoto e improbabile, di un improvviso miglioramento sul finale…
    E poi l’ho pagato sui 13€ mi pare (è la trilogia completa… sigh!): altra ragione per cui vorrei terminarlo.

    Per la cronaca il romanzo è “Mendicanti in Spagna” di Nancy Kress: in effetti già dal titolo avrei dovuto fiutare il bidone...

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  5. Mah, guarda, è difficile risponderti. Io in genere tiro a finire anche i libri che non mi prendono, ma entro certi limiti: se un libro proprio non lo sfango, lo abbandono senza troppi patemi. Certo dispiace, ma la vita è troppo breve e i libri da leggere in quantità troppo elevata per indugiare eccessivamente su quelli che non ci prendono in nessun modo. A me, comunque, nella mia lunga carriera di lettore è successo molto raramente di abbandonarne uno a metà. Uno che ricordo bene è i Versetti satanici, di Rushdie, ad esempio.
    Quindi non so che dirti, devi valutare tu. Più che altro non vedo il motivo di voler arrivare fino in fondo per poter scrivere la recensione negativa. Lo puoi benissimo interrompere e scrivere comunque la recensione dicendo che l'hai abbandonato a metà e spiegando i motivi, no? :-)

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  6. Ti ringrazio per il consiglio su un problema che molti altri avrebbero potuto considerare semplicemente "stupido".

    Dal mio punto di vista i problemi sono due: 1. GoodReads.com non prevede l'opzione "abbandona libro", ha solo "in lettura", "letto" e "da leggere". Se lo metto come "letto" poi viene considerato nelle statistiche di libri letti nel corso dell'anno e della "scommessa" dei libri che dichiariamo di voler leggere nel corso di un anno (e quindi bareri nei confronti degli amici che hanno fatto scommesse analoghe).
    L'altro problema è, come avevo scritto, che il romanzo potrebbe sempre migliorare inaspettatamente sul finale e quindi il mio voto potrebbe (1 stellina su 5) risultare errato: in questo caso farei un torto all'autrice...

    Bo... forse dovrei comunque lasciare perdere il libro e lasciarlo con stato "in lettura" su GoodReads.com...

    Cosa che in effetti ho fatto per altri due libri con la differenza che questi ho effettivamente intenzione di tornare a leggerli!

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