Qualche tempo fa, ricorderete, avevo criticato un pò la presa di posizione del ministro Fioroni contro i videogiochi violenti. Ma non ce l'avevo in particolar modo con la sua "battaglia" (è chiaro infatti che i videogiochi che possono istigare a compiere atti violenti vanno vietati), solo non ero d'accordo sul fatto di additarli come unico capro espiatorio della violenza e dell'emulazione dilagante tra i giovanissimi.
Una colpa altrettanto grave, infatti, ce l'ha un certo tipo di tv compresi i telegiornali, molti dei quali (non tutti per fortuna) sono solo una specie di rassegna più o meno articolata e dettagliata di fatti di sangue (spesso condita con dovizia di immagini). E, si sa, spesso e volentieri i tiggì sono visti anche dai giovanissimi. I terribili fatti di cronaca dei due bambini che si sono uccisi per tentare di rifare come gioco l'impiccagione di Saddam, vista nei telegiornali, è un chiaro sintomo di questa situazione.
Insomma, certi tg sono molto più violenti dei videogiochi tirati in ballo dal ministro Fioroni, e perfino di certi film. E purtroppo siamo sempre lì: si tratta di stabilire dove deve fermarsi il diritto di cronaca e dove deve cominciare il diritto ad avere un'informazione che non tramuti in spettacolo le peggiori aberrazioni di cui sono capaci gli uomini.
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