L'altro giorno, in agenzia, un mio collega di lavoro mi faceva notare di aver letto un articolo su un quotidiano secondo il quale sarebbe già in circolazione un virus che sfrutta la recente catastrofe climatica che si è abbattuta in Europa.
E' vero, e in questo caso i soliti ignoti sono stati particolarmente veloci. Si tratta, come riportato anche da Webnews, di un trojan che viene veicolato tramite l'ormai classico espediente dell'allegato di posta elettronica (denominato, a seconda dei casi, Full_Story.exe, Video.exe, Read_More.exe, ecc...).
Non so se avete fatto caso che ultimamente, ad ogni avvenimento di una certa rilevanza, fa immediatamente seguito la diffusione di un virus che fa leva sull'avvenimento stesso per accelerarne la diffusione. E' accaduto anche per l'impiccagione di Saddam, quando, uno o due giorni dopo, è comparso un trojan inserito in un allegato di posta elettronica che avrebbe dovuto essere il filmato dell'esecuzione. Sono noti anche casi più squallidi, in cui, in totale disprezzo di qualsiasi pudore e buon senso, questi vandali non hanno ad esempio esitato a creare un sito-clone di quello dell'Ail per rubare le donazioni a favore dei malati di leucemia.
Si tratta della nuova strategia dei vandali informatici, i quali non creano più virus per dimostrare la loro bravura nella programmazione come accadeva in passato, ma lo fanno per i soldi. Chi ha che fare con internet da un pò di anni ricorderà sicuramente le famose "stragi informatiche" di fine anni '90 tipo i love you e simili. Era il periodo in cui chi diffondeva virus lo faceva per cancellare file sugli hard disk altrui, mandare in tilt i pc, ecc...
Oggi gli aggressori informatici hanno scoperto che questa attività può avere un lato molto redditizio. Infatti i virus odierni in circolazione si guardano bene dal devastare un pc, anzi, lo trattano con tutte le dovute cautele; se ne stanno buoni lì col solo scopo di intercettare dati personali, password sensibili, codici di carte di credito e chi più ne ha più ne metta. E tutto per accedere appunto ai dati personali del malcapitato di turno.
Recentemente il Corriere ha pubblicato un articolo (e una specie di decalogo) in cui è evidenziato come il 2006 sia stato a tutti gli effetti l'anno nero dello spam, ossia dell'invio di mail pubblicitarie non richieste. E questo con un unico scopo: quello appunto di far soldi. I trojan contenuti negli allegati di posta elettronica e lo spam sono attualmente i due pericoli maggiori per il nostro conto in banca e i nostri dati.
Quasi quasi mi viene un pò di nostalgia per il vecchio caro I love you.
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Due mesi fa, ho ricevuto ben 80 messaggi spam in un solo giorno, oltretutto con contenuti di pessimo gusto. E i giorni successivi ne ho ricevuti sempre molti. Che rabbia!
RispondiEliminaDopo circa un mese, questa tempesta è cessata e spero anche che non mi capiti più.
Beh, no, per quello io sono un pochino più fortunato, in quanto me ne arriva "solo" uno ogni tanto.
RispondiEliminaSperiamo che la cosa non peggiori, sono infatti ormai affezionato al mio indirizzo di posta elettronica, che non cambio da diversi anni, e mi scoccerebbe cambiarlo ;-)