La notizia è di quelle ghiotte, anche se ancora sono da chiarire alcuni punti. Comunque sia, la Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna a 3 mesi e 10 giorni di carcere, emessa dalla Corte di Appello di Torino, nei confronti di due giovani rei di aver messo in condivisione su una rete p2p materiale protetto da copyright.
In appello i due erano stati condannati in quanto i giudici avevano ravvisato nel loro gesto la violazione dell'articolo 171 bis e ter della legge sul diritto d'autore (n. 633/41), che punisce con la reclusione chi condivide file protetti da copyright per fini di lucro. La Cassazione ha ribaltato la sentenza d'appello - annullando in via definitiva la condanna - per il semplice fatto che mancava proprio il presupposto principale, ossia il fine di lucro.
Ora non si sa se questa sentenza della Cassazione farà giurisprudenza, come si dice; sancisce comunque un concetto di una certa rilevanza: la non punibilità se dalla condivisione non deriva un ritorno economico importante. In attesa di seguire gli sviluppi della vicenda, e prima che dalla lettura di questa sentenza chiunque si senta automaticamente autorizzato a scaricare a destra e a manca con troppa disinvoltura, vale comunque la pena di ricordare che scaricare musica e film protetti da copyright è illegale, e anche se questa sentenza ha annullato la condanna penale, rimane sempre la sanzione amministrativa (euro 155,00) a carico di chi viene scoperto.
Aggiornamento 22/01/2007
Alcuni aggiornamenti e precisazioni su questa sentenza (così, giusto per raffreddare un pò gli animi):
- Punto Informatico
- Daniele Minotti
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