lunedì 8 gennaio 2007

Fiumi di parole

Padoa-Schioppa è un grande, l'ho sempre detto io. E ne ho avuto ulteriore conferma leggendo questa specie di intervista-intervento pubblicata questi giorni sul Corriere online. Vediamo di analizzarne qualche frase qua e là.

"Dai piloti ai giudici troppi privilegi, va ritrovata l'ambizione nazionale."

Dai piloti ai giudici? Non è che per caso ha dimenticato di menzionare qualche altra categoria? Ora, io non so di preciso di quali privilegi godano i piloti e i giudici, ma so bene di quali privilegi godono gli appartenenti alla categoria dei politici. Lo so talmente bene che ci avevo anche scritto un articolo sul mio sito internet qualche tempo fa. E' proprio vero, l'erba del vicino è sempre più verde.

"Soffrivamo [noi italiani] di una povertà che oggi osserviamo solo in Africa o in Asia: denutrizione, analfabetismo, diffusione di malattie mortali, case senza elettricità né acqua corrente, mancanza di lavoro e di elementare tutela dello stesso."

Beh, ovvio, non è che siamo (ancora) a livelli di certi paesi in via di sviluppo, quello no. Ma la situazione non mi sembra neppure così rosea come la descrive il ministro. Per quanto riguarda l'analfabetismo, ad esempio, forse non sa che in Italia sei milioni di persone sono totalmente analfabete, cioè non sanno né leggere né scrivere. Ora è chiaro che rispetto ad anche solo 50 o 60 anni fa la situazione è migliorata, ma restiamo comunque sempre al 28esimo posto tra i 30 paesi più istruiti (dietro di noi solo Portogallo e Messico).

E non mi sembra neppure che sul versante lavoro la situazione vada meglio, né per quanto riguarda il tasso di occupazione, né per tutto il discorso della tutela dello stesso. E a proposito di tutela, va segnalato che a distanza di quasi un anno, la legge Biagi, maggiore responsabile dell'aumento della diffusione del precariato e indicata nel programma dell'Unione come una delle prime cose da rivedere, sia ancora lì, saldamente al suo posto. Se invece per tutela il ministro intende la questione sicurezza in ambiente lavorativo, vale la pena ricordare che dal 2001 a oggi nel nostro paese sono morte più di 7000 persone per incidenti sul lavoro (1036 solo l'anno appena passato assieme a una milionata di feriti).

"Nello spazio di due sole generazioni, gli italiani hanno realizzato - per merito loro e di chi li ha governati - una delle più profonde trasformazioni della loro storia."

Per merito loro, senza ombra di dubbio.

"Abbiamo rallentato la capacità di produrre e troppi si aggrappano alla rendita."

Si aggrappano alla rendita non lo so. Il rallentamento della capacità di produrre mi sembra che sia un aspetto ineluttabile del nostro modello di sviluppo. Per carità, non sono un economista, ma non ci vuol molto a capire che la produzione è rallentata principalmente per tre motivi:

- saturazione del mercato

- la gente ha meno soldi da spendere

- il 90 e passa per cento degli oggetti di largo consumo sono inutili

Potete fare una semplice prova. Guardate per intero un'interruzione pubblicitaria in tv e fate un conto di quanti sono dei prodotti reclamizzati quelli che servono e quelli inutili. Visto? Non è difficile.

"Invece è possibile che si rafforzi e prevalga all'interno stesso del paese la spinta di chi vuole perseguire l'eccellenza, superare i migliori, fare dell'Italia un paese attraente per scienziati, imprenditori, ricercatori di talento, artisti."

Qui evidentemente ha bevuto: difficile infatti che uno sobrio possa dire una fila così lunga di castronerie una attaccata a quell'altra. Io non voglio l'eccellenza, non voglio vivere nel paese migliore del mondo (forse non lo merito neanche), mi accontenterei semplicemente di vivere in un paese che rispetti il cittadino, che lo aiuti nel momento del bisogno, che non lo affoghi nelle pratiche burocratiche e che non gli complichi la vita anziché semplificargliela.

Mi accontenterei di andare la sera a passeggio nel parco con moglie e figli senza dover fare lo slalom tra gli spacciatori, mi piacerebbe non dover aspettare quattro mesi per una visita all'asl quando a pagamento da un privato c'è posto domani. Come può poi pretendere che l'Italia sia un paese attraente per gli scienziati quando questi fanno (ahimé giustamente) a gara per scappare via e uno dei più grandi che avevamo in Italia (il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, solo per citarne uno) è dovuto scappare in Spagna a causa dell'ottusità di chi oggi predica queste cose?

Insomma, l'impressione che si ricava da tutta questa palude di parole inutili dette da Padoa-Schioppa è una conferma, l'ennesima, che i nostri politici sono degli ottimi oratori, tantissime belle parole ma niente di più. Chiudo questo (triste) post con una citazione, una frase presa da una canzone dei Nomadi che si chiama "Amore che prendi, amore che dai":

"Discorsi importanti regalan speranza,
ma intanto son chiusi dentro a una stanza.

Se senti il bisogno di un pò d'amore,

mettiti in fila che c'è da spettare."

7 commenti:

  1. Mi verrebbe voglia di dire tante cose su questo signore, ma non posso dirle altrimenti mi becco una querela. Vorrei anche fare tante cose ma non le faccio altrimenti mi beccherei l'ergastolo.
    Vorrei dire a questo genio della ragioneria che il sottoscritto che lavora nel campo scientifico ed e' precario da quando ha cominciato guadagna meno di 800 euro al mese per circa 40 ore di lavoro settimanali.
    Costui abbia quantomeno il pudore di non fare il saccente quando viene intervistato, ne' di incensare la sua moralita' e rettitudine, perche' so troppo bene la caratura degli uomini politici italiani.

    Altro che bere. Questo signore assume allucinogeni che gli fanno vedere l'Italia come se fosse la civile e (lasciamelo dire per esperienza) superiore Germania.

    Scusa lo sfogo, ma capirai che in una situazione come la mia sentire queste cose fa venire il voltastomaco, per non dir peggio.

    Ciao

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  2. L'impressione che si ricava da interviste come questa, è che chi ci governa viva in un mondo tutto suo, completamente avulso da quella che è la realtà di tutti i giorni.

    Mi azzarderei quasi a dire che il povero Padoa-Schioppa (che in fin dei conti è l'ultimo arrivato) abbia persino detto queste cose in buona fede, per il semplice fatto di ignorare come funziona la vita al di fuori di quelle comode quattro mura.

    Sbaglierò...

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  3. Comincio col dire su cosa non mi trovo pienamente d'accordo con te, anche se sul resto in linea di massima concordo (anche se penso che prima stavamo ancora peggio). Per esempio, quando Padoa-Schioppa dice "dai piloti ai giudici", a mio parere il suo è un prendere un paio di categorie lontane solo per fare un esempio, come il dire dal Manzanarre al Reno implica tutto quel che vi è in mezzo. Poi sul tuo commento "Non è che per caso ha dimenticato di menzionare qualche altra categoria? Ora, io non so di preciso di quali privilegi godano i piloti e i giudici, ma so bene di quali privilegi godono gli appartenenti alla categoria dei politici. ", preciserei che Padoa-Schioppa non è un parlamentare ma un ministro. Non escludo che egli nell'intimo consideri anche quelli dei parlamentari (600 e passa, più comuni e regioni) dei privilegi in parte da rivedere. Per i ministri è diverso: è abnorme il loro numero e quello dei loro sottosegretari, ma sul fatto che un ministro della repubblica debba avere importanti privilegi io non ho dubbi perché deve essere messo nelle migliori condizioni per servirci, questo almeno in teoria ovviamente. Si parla di una manciata di persone, a volte nemmeno politici ma tecnici, e non sono loro che pesano sul bilancio. Ci sono forse 10.000 giudici e 1.000 piloti per ogni ministro (sparo a naso e intuito).

    Sulle altre questioni: anche io sono delusissimo da come questo governo si stia disinteressando della ricerca, al contrario di quanto sbandierato in campagna elettorale. Il problema dell'Italia, almeno secondo me, non è tanto che spenda in beni di comodo, dato che lo fanno tutti e gli americani più di tutti. È il fatto che oramai non li produca quasi più, non li inventi, non innovi in nessun campo, e quindi agli italiani quei beni di comodo costano solamente senza nessuno ritorno.

    Io per la cronaca sono dovuto scappare per fare un po' di ricerca: tra i tanti come me, su cui lo stato italiano ha buttato milionate dalla prima elementare alla laurea o dottorato, ce ne saranno una data percentuale che all'estero contribuiranno concretamente all'innovazione. Cosa devono dire i paesi esteri? Grazie tante italiani, voi spendete a fondo perduto per formarli, e noi ce li prendiamo gratis (a parte gli stipendi ovviamente) e li mettiamo a lavoro, a fare qualcosa di utile. Hai voglia a parlare di tasse di qui, tasse di lì: e di questo spreco nessuno parla?

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  4. > "quando Padoa-Schioppa dice "dai piloti ai giudici", a mio parere il suo è un prendere un paio di categorie lontane solo per fare un esempio, come il dire dal Manzanarre al Reno implica tutto quel che vi è in mezzo."

    Non sono sicuro che sia così. I piloti e i giudici sono due categorie che io ritengo appartenere alla categoria dei "privilegiati" (anche se poi bisognerebbe mettersi d'accordo su cosa si intenda con questo termine). Questa frase mi sembra quindi per lo meno incompleta. Se voleva dare l'idea, come dici tu, di comprendere "dal Manzanarre al Reno", poteva dire, che so, dal grande imprenditore al bidello per esempio. Mi sembra che il suo sia un tentativo di cercare di non far passare la categoria alla quale appartiene come privilegiata, quale invece è.

    > "ma sul fatto che un ministro della repubblica debba avere importanti privilegi io non ho dubbi perché deve essere messo nelle migliori condizioni per servirci, questo almeno in teoria ovviamente."

    Mi dispiace, Schrodcat, ma 50 e passa anni di storia della repubblica insegnano che non è così. E' infatti anche per colpa di questi privilegi se l'Italia oggi è ridotta in questo stato. Io posso essere anche d'accordo che un ministro, un deputato o chi ti pare debba essere messo nelle migliori condizioni per servirci, ma ci deve essere un limite, altrimenti "queste condizioni" fanno sì che il divario tra 'noi' e 'loro' sia sempre più grande. Ed è quello che sta succedendo. Dove sta scritto che un ministro per "servirci meglio" debba prendere 30 volte il mio stipendio, e oltre a questo avere aerei, navi, treni, teatri, stadi, ristoranti e autostrade gratis? Un ministro, per evitare che dica cose come quelle che ha detto Padoa-Schioppa, dovrebbe tornare "coi piedi per terra", avere uno stipendio come le persone normali e fare una vita come tutti. Allora sì che si renderebbe conto di come stanno realmente le cose nel mondo reale, e questo farebbe sì che le cose che dicono siano meno campate per aria.

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  5. Guarda, io avevo provato a interpretare il pensiero del ministro: quando oggi si parla di privilegi spesso ci si riferisce ad alcune categorie che, per semplice appartenenza all'ordine, professione, albo o quel che sia, godono di privilegi aprioristici economici o di carriera. Il caso dei tassisti e dei farmacisti è stato giustamente messo sul banco dal governo, anche se risolto solo a metà (all'italiana maniera). Un'altra accezione è quella di privilegiato nel senso di facoltoso, ma non credo che ci vogliamo riferire a questo. Io per esempio non ritengo l'imprenditore un usufruitore di privilegi (se non privilegiato nel senso di "facoltoso") al pari del notaio, perché l'imprenditore la sua fortuna se la può costruire ma anche distruggere. Il notaio è inamovibile, investito in parte per censo, fa parte di una categoria che in quanto tale sfugge ad oggi logica di concorrenza e pari opportunità. Il privilegio lo rende legalmente diseguale dagli altri cittadini. Il pilota d'aereo ha una infinità di indennizzi nonostante gli incidenti siano rarissimi, quando l'operaio che ci rimette molto più spesso le penne non è tutelato.

    Se non altro i politici li potremmo mandare a casa, almeno in via teorica (stante la riforma di questa legge elettorale).

    Ripeto poi, il ministro è una cosa e il parlamentare un'altra, secondo il mio modesto parere. Io sono d'accordissimo sul togliere tanti privilegi ai parlamentari. Ma il deputato o il senatore non devono fare altro che votare in parlamento, per questo i privilegi sono assurdi. Un ministro ha una funzione molto più alta, deve operare sul campo, deve materialmente muoversi, disporre di risorse, viaggiare, consultare esperti e via dicendo. Possiamo dissentire sul trattamento da riservare ai ministri, ma almeno va riconosciuto, penso, che abbiano una diversa funzione dai parlamentari, che a volte sfruttano i privilegi perfino per farsi propaganda politica.

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  6. Sì, ma forse siamo un pochino andati fuori tema. Il mio intento non era quello di parlare dei privilegi dei nostri governanti (tema peraltro che ho già toccato parecchie volte), ma solo sottolineare la distanza che c'è tra il mondo descritto dai nostri politici e quello reale. Tutto qua.

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  7. Sì in effetti poi abbiamo divagato, colpa soprattutto mia penso (le mie riflessioni iniziali sulla ricerca però vertevano almeno sulla carenza di lungimiranza e attenzioni ad alcuni problemi concreti, se non proprio alla distanza dalle persone). Riguardo al tema della distanza dei nostri politici dai problemi del popolo questo è un nostro problema evidente da qualche tempo. Ma anche altrove i politici sono una classe privilegiata, magari non ovunque come la nostra, ma almeno in alcuni casi all'estero continuano a guardare alla gente: forse il problema da noi è anche la mancanza di volontà di scoprire e immedesimarsi nei veri problemi della gente, insomma, l'essere illuminati e mettersi a srvizio di chi li ha eletti, manca un'etica della missione politica in quanto tale. Quella è una cosa che come politico dovresti sempre avere, quali che siano i privilegi e le comodità che lo stato ti offre. Spero che torneranno le preferenze e che in futuro ci sarà consentito mandare a casa una classe politica che da anni non si rinnova mai.

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