È un ragionamento da deplorare soprattutto perché si ferma al mero livello causa-effetto. Da questo punto di vista non ci vuole Jacques de La Palice per capire che è ineccepibile, dato che se il rapinatore non avesse rubato la borsetta alla signora quest'ultima non l'avrebbe investito e ucciso col suo suv.
Quello che Salvini omette è che esiste un livello di ragionamento superiore, se vogliamo più elevato, che va ben oltre il mero rapporto causa-effetto degli avvenimenti e che ha a che fare con la giustizia, la morale, il valore della vita, la corretta proporzione tra offesa e sua riparazione.
Ma stiamo parlando di Salvini, il quale si rivolge a un target di uditori che, notoriamente, non raggiunge queste "altezze".
Devo essere sincero, appena letta la notizia anche io pensato "pace", e non mi sono dispiaciuto più di tanto.
RispondiEliminaRagionando un po' di più a mente fredda, e ascoltando dei discorsi ieri sera con alcuni amici a cena, quello che traspare è più un senso di insicurezza (reale o presunto, è da vedere) che circola, che porta ad una forte sfiducia nei confronti della sicurezza che dovrebbe essere garantita dallo stato, che poi porta a tutta una serie di discorsi del tipo "loro sono più garantiti di noi", "facciamoci giustizia da soli" ecc.
Sicuramente la storia è emblematica di questi sentimenti: il tizio straniero che non è mai stato espulso, una rapina con coltello, una sorta di apparente arroganza del ladro (aveva ancora la borsetta con sé, invece di prendere il contenuto e sbarazzarsene per passare inosservato).
In effetti è vero, gli elementi che hai citato depongono a favore di quel "pace" che hai menzionato. Tuttavia, lo stato di diritto in cui viviamo (almeno formalmente) impone che anche al peggior lestofante vengano riconosciute certe garanzie e certi diritti. Altrimenti torniamo al codice di Hammurabi e buonanotte.
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