sabato 14 settembre 2024

Patteggiamenti

Giovanni Toti chiede il patteggiamento e il suo avvocato si affretta a precisare che tale richiesta non deve intendersi come ammissione di colpa ma come desiderio di evitare un lungo processo.

Non sono un giurista e quindi potrei sbagliare, ma a me risulta che la richiesta di patteggiamento deve sempre essere subordinata a una ammissione di colpa. Chiedere il patteggiamento con la giustificazione di voler evitare un lungo processo è un non senso. 

Se io sono imputato di uno o più reati e so di essere innocente, io vado a processo perché voglio che la mia innocenza, di cui sono sicuro, venga dimostrata a tutti. Anche se sarà un lungo processo. 

Dài, su, non prendiamoci in giro.

3 commenti:

  1. https://www.ilpost.it/2024/09/14/patteggiamento-colpevolezza-innocenza

    Se ti va, dai una letta a questo articolo del Post (testata che stimo e di cui, almeno al momento, non ho alcun motivo per dubitarne sull'affidabilità).
    Mi sembra tutto molto arzigogolato e mal definito; ma a quanto pare in Italia il diritto dice questo.

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    1. Interessante. In sostanza, se ho capito bene, in Italia per chiedere il patteggiamento non è necessario ammettere la colpa ma si accetta la pena come se si fosse colpevoli. Ci credo che all'estero fanno fatica a capire questa cosa :-)

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    2. Trovo tutto molto confuso. Comunque, sì.

      Da come l'ho capita io, il patteggiamento non comprende automaticamente un'ammissione di colpevolezza. Ma in Italia può essere adottato anche per altri motivi.
      Ad esempio perché non si è certi di poter provare con documenti incontestabili la propria innocenza e quindi essere sicuri di vincere un eventuale processo. Oppure, anche solo per risparmiarsi spese e stress, si patteggia e si accetta una pena abbastanza gestibile.

      Riflettendoci un po', date le lungaggini e i costi di un processo qui da noi, in parte posso anche essere favorevole.


      Un po' di tempo fa leggevo un articolo sulla differenza importante tra verità assoluta e verità processuale.
      Spesso non coincidono e sono anche molto divergenti. L'esempio classico: il ladro che ruba, ma al processo non si hanno sufficienti prove o testimonanianze per condannarlo. La verità assoluta è che lui è colpevolissimo. Per la verità processuale, invece, lui è innocente.
      Immagino siano anche molti i casi in cui valga il contrario (Enzo Tortora o il pastore sardo di qualche mese fa, giusto?).

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