lunedì 8 giugno 2020

Giordano Bruno e la Santa Inquisizione


Questo interessantissimo libro, Giordano Bruno, L'eretico impenitente e ostinato, dello storico Saverio Ansaldi, che ho appena terminato, è interessante non solo perché racconta nel dettaglio la vita e il suo tragico epilogo del filosofo e scrittore di Nola, ma perché rende abbastanza bene l'idea di cosa sia stata e come funzionasse l'istituzione ecclesiastica fondata dalla Chiesa per contrastare la diffusione delle teorie considerate contrarie all'ortodossia cattolica.

Nell'immaginario collettivo la Santa Inquisizione è quell'orrorifica istituzione che nel corso dei secoli ha cosparso di sangue buona parte dell'Europa, e che, ancora oggi, il solo nominarla scatena un misto di sensazioni che vanno dall'orrore all'indignazione. Non bisogna tuttavia dimenticare che gli otto secoli in cui l'Inquisizione ha svolto la sua crudele missione hanno attraversato diverse epoche, che vanno dall'alto Medioevo fino agli inizi dell'età moderna, epoche differenti dalla nostra sotto tanti punti di vista e in cui gli avvenimenti vanno letti inseriti in quegli specifici contesti. Ciò non significa, naturalmente, indulgere a forme di giustificazione di quegli orrori, beninteso.

Da questo punto di vista l'Inquisizione era considerata un'istituzione al pari di tante altre, che per certi versi aveva addirittura una sua legittimità. Per tutto il Medioevo, ma anche dopo, Dio faceva mondo, era nel mondo, e la vita era scandita dai suoi richiami, nella letteratura, nella pittura, nella musica, nelle cadenze della vita di tutti i giorni. Era quindi perfettamente legittimo che ci fosse un'istituzione, che oggi provoca orrore, che in qualche modo si occupasse di preservare la canonicità di tutto l'impianto teologico su cui si reggeva questo dio. Un'istituzione che non era prettamente legata all'ambito ecclesistico ma, specialmente nel periodo di sua massima diffusione, aveva ramificazioni anche civili, e questo perché i regnanti delle varie epoche consideravano la religione il primo bene dei popoli e un baluardo contro i disordini. Da qui, la legittimità istituzionale dell'Inquisizione, che oggi potrebbe tranquillamente essere paragonata ai nostri tribunali che si occupano di perseguire reati.

Naturalmente, dietro gli scopi ufficiali, diciamo così, che muovevano la missione di quell'istituzione ve n'erano altri non ufficiali ma altrettanto pregnanti, che avevano a che fare con la politica, con le manovre nei palazzi vaticani e col mantenimento dei precari equilibri interni su cui poggiava la chiesa dell'epoca. (Anche quella attuale, naturalmente; anzi, forse mai come oggi gli equilibri interni della chiesa hanno raggiunto un così elevato grado di fragilità.)

Ed è proprio in questo contesto che si inserisce il processo per eresia istruito nei confronti del frate domenicano, filosofo e scrittore Giordano Bruno, un processo lunghissimo e  intricatissimo che si aprirà nel 1592 in seguito a una denuncia del nobile Giovanni Moncenigo, a Venezia, e terminerà otto anni dopo, il 17 febbraio 1600, a Roma, quando l'ultimo memoriale di difesa di Bruno sarà fatto pervenire a papa Clemente VIII, che lo ignorerà e darà ordine che Bruno venga mandato al rogo.

È impossibile, naturalmente, raccontare nel dettaglio gli otto anni di processo descritti nel libro (per chi ha tempo e voglia, c'è un riassunto abbastanza ben fatto in questa pagina su Wikipedia). Ciò che si può dire, in riferimento alla funzione "politica" dell'Inquisizione, è che il processo a Bruno è il classico processo basato sul niente (la prima denuncia da parte di Moncenigo ebbe motivazioni esclusivamente di carattere personale) e che ha avuto la sua ragion d'essere principale nelle controversie politico-diplomatiche che travagliavano allora la Repubblica di Venezia, la Francia, la Spagna e la Santa Sede. Riassumendo brutalmente si può dire che la morte di Giordano Bruno trova la sua principale motivazione in queste contese e nel tentativo di non scardinare questi fragilissimi equilibri. Una valenza politica, prima che teologica, che caratterizzerà gran parte dell'operato della Santa Inquisizione negli otto secoli in cui è stata attiva.

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