sabato 6 giugno 2020

Razzismo ed economia

Da quel poco che so, il razzismo non si batte con un'economia forte ma con l'educazione, che non sono le buone maniere ma l'insegnamento fin da piccoli che la discriminazione sulla base del colore della pelle non ha senso. Nessuno nasce razzista, i bambini giocano spontaneamente con chiunque, finché sentono poi i genitori o i più grandi dire: "Mah, quello è di colore, meglio che non ci giochi." Lì comincia il disastro educativo che origina poi persone come Trump.

12 commenti:

  1. non posso che condividere la tua riflessione: è un fatto culturale, educativo. Se non si da importanza alla responsabilità che gli adulti hanno di educare e aiutare le giovani generazioni alla formazione della loro coscienza, poi non ci può stupire che continuino ad accadere episodi gravi come quello di George Floyd (che purtroppo è solo dei tanti)...

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  2. Se parliamo di Stati Uniti, sono molte le variabili.
    Quel Paese è di fatto "giovane" e nato dalla sopraffazione di noi europei che abbiamo espropriato i nativi, fra patentesi molti dei mali storici del mondo li hanno procurati i cosiddetti uomini-bianchi-civilizzati (non parliamo del male che abbiamo procurato e che continuiamo a procurare alla ricchissima Africa: Costa d'Oro, Costa d'Avorio, Sud Africa... ricchissime di materie prime che noi ce le sogniamo ma che abbiamo rubato senza tanta misericordia). Ebbene, il razzismo, inteso come discriminazione fra ricchi e poveri, è parte integrante di quella società dove chi già possiede ha diritti chi non possiede i diritti se li può solo sognare, punto.
    Generalmente sono gli uomini con la pelle chiara che posseggono molto più di quelli con la pelle scura ed ecco scatenarsi guerre infinite, perché, diciamocelo, là dove c'è ricchezza il colore della pelle passa automaticamente in secondo piano o addirittura non ha importanza.
    Ovviamente poi l'egoismo, i privilegi, l'educazione fanno il resto in un Paese che nell'immaginario collettivo è un "paese delle meraviglie" ma che nella realtà assomiglia più a una giungla dove il più forte, il più ricco aumenta sempre più la sua forza e ricchezza mentre il più povero e bisognoso è sempre più messo all'angolo.
    sinforosa

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    1. Concordo con te, sinforosa. Aggiungo solo che il colonialismo di matrice predatoria di stampo europeo (Nietszche una volta definì l'Europa "un leone affamato") non è terminato, è terminato quello territoriale con la decolonizzazione del secolo scorso ma quello economico continua come e forse più di prima, e noi occidentali siamo i maggiori commissionari di questo ladrocinio.
      Per quanto riguarda il rapporto razzismo/povertà, è fuor di dubbio che nei paesi in cui vi è maggior benessere e maggiore equità sociale, anche in riferimento ai diritti, il razzismo sia meno presente o comunque caratterizzato da tinte meno truci. Giusto per restare a casa nostra, i razzisti/sovranisti nostrani questa cosa la sanno benissimo, infatti il loro successo è strettamente collegato dall'aumento degli indici di povertà dell'ultimo trentennio.
      Poi, certo, il primo posto tra le cause del razzismo dilagante, da noi come altrove, sta sempre in una mancanza di educazione che ha progressivamente raggiunto livelli drammatici.

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  3. L'hai detto, i bambini giocano spontaneamente con chiunque, e poi vengono rovinati dal comportamento dei grandi, di certi grandi.

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  4. sembra che sappia che più la stronzata è grossa, più gente abboccherà... elegantissimo poi il suo tentativo di abbassare i toni, citando George Floyd...

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    1. >sembra che sappia che più la stronzata è grossa, più gente abboccherà

      Mi ricorda qualcuno qua da noi.

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  5. Oggi è la politica della Destra con i suoi rappresentanti i primi untori del morbo razzista che ha facile preda sulle menti deboli.
    Ciao fulvio

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    1. Sì, accompagnata da una finta sinistra che, in cerca di facili consensi, sciommiotta la destra.
      Ciao.

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  6. Si ma a noi questo non interessa. I ragazzi italiani non sono razzisti, e iol'ho visto a scuola con mio figlio. In classe c'era un rom e un russo e sono stati sempre invitati alle feste e mai esclusi.
    E' un fatto di educazione sicuro ma in America è ancora la differenza della superiorità della razza bianca... è diverso.

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    1. In America sì. Non va dimenticato che fino agli anni Sessanta negli USA c'erano le leggi razziali come quelle che da noi Mussolini promulgò nel '38, con la differenza che, a essere discriminati, qua da noi erano gli ebrei e là i neri, che non potevano essere ammessi nelle stesse scuole dei bianchi, non potevano ambire a posti di lavoro nel pubblico impiego, sui mezzi pubblici non potevano sedersi sui posti dei bianchi ecc. Quella che oggi è considerata (o si autoconsidera) la maggiore democrazia del mondo, fino a 50 anni fa aveva il razzismo di Stato.

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