domenica 18 agosto 2019

Gimondi

La morte di Gimondi mi ha fatto venire in mente mio nonno paterno, nonno Gino. Ho delle vaghe reminescenze di lui perché morì che io ero ancora in tenera età, ma ricordo perfettamente la sua passione per il ciclismo e anche l'automobilismo, e le lunghe ore che passava davanti alla TV ogni volta che trasmettevano giri d'Italia, Tour de France e simili.

A me, invece, non è mai fregato nulla né del ciclismo né dell'automobilismo. Non mi sono mai appassionato ad alcuna disciplina sportiva. A me piaceva la musica, e mentre mio nonno seguiva le imprese di Gimondi in TV o alla radio, io mi intrufolavo di nascosto nella due cavalli verde di mio zio Mauro e ascoltavo per ore i nastri di Guccini, Bertoli, Battiato, Bubola. No, quello di Gimondi non è mai stato il mio mondo.

2 commenti:

siu ha detto...

Credo che una passione non ne escluda per forza un'altra. Quello che mi domando è piuttosto cosa ci sia di sportivo, nel senso migliore del termine, nel passare ore incollati alla TV a guardare in particolare l'automobilismo, ma tutto sommato anche il ciclismo o il calcio. E mi chiedo anche quale istinto, e qui Galimberti mi bacchetterebbe di brutto, ma è per capirci... quale istinto spinga appunto a diventare incalliti tifosi da teleschermo, di non importa quale (più o meno propriamente detto) sport.
Quanto alla delizia delle ore passate nella due cavalli ad ascoltare degli straordinari cantautori ti capisco benissimo, anche se più di uno "sportivo" obietterebbe che per un ragazzo passare delle ore acquattato dentro un'auto non sia proprio il massimo... ;-))

Andrea Sacchini ha detto...

Sì, uno "sportivo" farebbe questa obiezione, e avrebbe pure ragione, ma non cambierei la mia giovinezza in compagnia dei cantautori con nessuno sport ;)

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