sabato 22 settembre 2018

Il reddito di cittadinanza in chiave razzista

Il reddito di cittadinanza, definizione impropria, quella corretta sarebbe qualcosa tipo reddito minimo garantito, di cui si parla in questi giorni, non è un cavallo di battaglia dei Cinque stelle da oggi ma già da tempo, tanto che vide la luce nel 2013 durante la precedente legislatura.

All'epoca, quando i pentastellati non erano ancora pateticamente succubi dell'egemonia salviniana, come accade oggi, i requisiti che consentivano di poter accedere ai benefici di tale provvedimento non prevedevano il possesso della cittadinanza italiana come vincolante, ma questo status era solo uno dei tanti. Scrive l'Agi: “Hanno diritto al reddito di cittadinanza (…) i soggetti che risiedono nel territorio nazionale”, in particolare “i soggetti in possesso della cittadinanza italiana o di Paesi facenti parte dell’Unione europea” e “i soggetti provenienti da Paesi che hanno sottoscritto convenzioni bilaterali di sicurezza sociale”.

Oggi le cose sono ovviamente cambiate. I grillini sono alleati col tipo della ruspa, l'argine alla deriva estremista che dovevano costituire nei suoi confronti si è sbriciolato una settimana dopo l'entrata in carica del governo e Salvini è colui, piaccia o no, che conduce il gioco, e la bestia nera del razzismo che alberga in lui, mai doma, mai sazia, non manca di uscire fuori in ogni occasione e di lasciare la sua zampata e il suo sigillo su ogni provvedimento venga messo in campo.

Il reddito di cittadinanza riservato solo agli italiani ne è un perfetto esempio. Poco importa - e Salvini lo sa benissimo - che infranga almeno due articoli della Costituzione (verrebbe stracciato dalla Consulta al primo ricorso che gli arrivasse) e una dozzina di quelli inseriti nei trattati europei che l'Italia ha sottoscritto. Poco importa che Mattarella, come ipotizzano in molti, potrebbe rifiutarsi di firmarlo e rispedirlo al mittente. Salvini lo sa benissimo, e anzi è proprio questo che probabilmente cerca, lo scontro, così da potersi poi ammantare di vittimismo e giustificare davanti ai suoi seguaci la mancata approvazione del suo obbrobrio razzista dicendo: "Vedete, io lo volevo fare ma Mattarella (la Consulta, l'Europa o chi volete voi) non me l'ha fatto fare".

Tutto già visto e rivisto. Ed è questo che fa incazzare ancora di più.

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