venerdì 17 febbraio 2017

L'agonia (del PD)

Ciò che sta succedendo al Partito Democratico (ancora mi stupisce questa denominazione, specie dopo che per due anni il ducetto di Rignano ne ha fatto praticamente una cosa sua) credo si possa definire, senza tema di confutazione, agonia. L'agonia del moribondo con le ore contate e l'accanimento terapeutico ormai inutile. Un partito che non è più né carne né pesce, se mai sia stato qualcuna delle due pietanze; un partito-spezzatino dilaniato da tremila correnti capeggiate da altrettanti poco raccomandabili figuri, che ricordano quegli animali poco simpatici che in certi documentari li vedi sgomitare sulla preda ormai morta per accaparrarsi brandelli della carogna. Ci sarà 'sta benedetta scissione? Non ci sarà? E in caso si riesca in qualche modo a ricomporre l'apparentemente insanabile frattura, quanto durerà la tregua prima della successiva ribalderia perpetrata da una delle due parti a danno dell'altra?
Niente, meglio aspettare che qualcuno stacchi la spina definitivamente e interrompa così il mesto e straziante spettacolo dell'agonia.

1 commento:

  1. Nel Paese ideale la lotta per il potere ha una sua logica. Per noi comuni mortali però questa logica è aliena.
    Nel Paese reale si tira avanti tra tasse, strade piene di buche, scosse di terremoto, tangenti dei politici. Nella mia città "reale" si sono buttati al vento 7 milioni di euro di fondi Ue per la riqualificazione di due piazze in centro. Dopo 7 mesi le suddette piazze si stanno riempiendo di nuovo di buche. Altri 2 milioni di euro per la costruzione di un ascensore che collega un vicolo ad una piazzetta. Ditta in appalto ad un parente di un politico locale.
    Il resto della città è una groviera di buche. Il resto del centro è preda di bande di facinorosi e di ubriachi. Su 65 guardie municipali se ne vedono 2 o 3 al massimo nel corso della giornata.
    Questo nel Paese reale.
    In quello ideale i problemi sono ben altri a quanto pare. Il Pd ce li ha messi ben in chiaro.

    Adal

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