L'avversario è un romanzo-verità, ossia il racconto in forma romanzata (in questo caso neppure più di tanto) di un fatto realmente accaduto. Il romanzo in questione, vergato dallo scrittore francese Emmanuel Carrère e pubblicato per la prima volta in Italia nel 2013, racconta le vicende di Jean-Claude Romand, il finto medico francese che nel 1993 sterminò moglie, figli e genitori (tentò, senza successo, di uccidere anche l'amante) nel momento in cui le sue ventennali bugie con cui aveva ingannato tutti (per due decenni era riuscito a fare credere di essere un ricercatore con un impiego di prestigio presso la sede di Ginevra dell'Organizzazione mondiale della sanità) stavano inesorabilmente per venire a galla. Dopo aver sterminato la famiglia ingurgitò elevatissime dosi di barbiturici e dette fuoco alla sua casa, con l'intento di porre fine anche alla propria esistenza. Il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco gli salvò invece la vita; fu processato e nel 1996 condannato all'ergastolo. Nel 2015 i suoi avvocati hanno avanzato richiesta di fargli ottenere brevi permessi di uscita, così come previsto dalle leggi francesi.
È un romanzo che a tratti lascia impietriti, a tratti spaventa, soprattutto quando, leggendolo, ci si rende conto della straordinaria capacità di dissimulazione che può avere la natura umana, capacità che porta a pensare che un folle criminale potrebbe essere tranquillamente nascosto anche sotto le sembianze di innocue e gioviali persone che magari conosciamo.
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