Quando leggo libri ambientati in un determinato periodo storico, mi viene sempre da pensare alle differenze tra il periodo preso in questione nel libro e il nostro, in particolar modo per quanto riguarda la socialità e la comunicazione. Il giallo Indagine a ritroso, di D. M. Devine, ad esempio, che sto leggendo in questi giorni, è ambientato nell'Inghilterra degli anni '60. In quel periodo non c'erano naturalmente i cellulari, non solo in Inghilterra ma anche da noi, men che meno gli smartphone, c'era appena il telefono fisso nelle case, e neppure in tutte. Quando ad esempio si andava in giro in macchina si era quindi isolati, e se la quattroruote si fermava per un guasto l'unico modo per non proseguire a piedi era quello di rintracciare una cabina telefonica, così come si era isolati quando si andava in giro a piedi; la sera si rientrava a casa e se non si aveva un compagno o una famiglia magari si guardava la televisione, oppure si leggeva un libro, e se si aveva voglia di fare due chiacchiere con qualcuno si alzava il telefono e si chiamava l'interessato. Bella differenza con la perenne connessione di tutti con tutti di adesso, perfino con persone che non si conoscono, virtuali, di cui non si sa niente. Una differenza abissale, che mi ricorda i tempi in cui ero bambino io, gli anni '70, anni in cui la cerchia di amici era quella della scuola e della parrocchia, e il passaparola per comunicare uno all'altro che il giorno dopo la scuola sarebbe stata chiusa per neve, giusto per fare un esempio, si faceva attraverso una catena di telefonate col telefono di casa: Tizio avvisava Caio, Caio avvisava Sempronio e così via. Adesso basta un messaggio sul gruppo Whatsapp della classe e tutti sanno tutto all'istante.
Meglio adesso o meglio allora? Meglio adesso, ovvio, ma si tratta di un meglio relativo, non definitivo, nel senso che è basato sul confronto tra una situazione precedente e quella attuale. Ma quella attuale non è statica, e non è detto che sia quella definitiva, che oltre non ci sia niente, anzi è sicuro che non sarà così. Tra dieci o quindici anni si svilupperà una tecnologia di comunicazione che farà sembrare obsoleto il messaggio collettivo su Whatsapp, e forse si guarderà a quest'ultimo con lo stesso dolce ricordo con cui oggi si ripensa al giro di chiamate dal telefono fisso. Quindi oggi è meglio di allora, e ci sembra il migliore dei mondi possibili, ma anche allora era meglio di quando non esisteva neppure il telefono fisso, e quell'allora ci sembrava il migliore dei mondi possibile.
E niente, torno al mio giallo, va'.
domenica 12 febbraio 2017
Il telefono fisso nell'Inghilterra degli anni '60
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Se tutto è antisemitismo
Le immagini che vedete qui sopra sono prese dalle prime pagine di alcuni dei principali quotidiani di destra di questa mattina: Foglio, Li...
-
Sto leggendo un giallo: Occhi nel buio, di Margaret Miller. A un certo punto trovo una frase, questa: "Qualche minuto più tardi la luc...
-
L'estate scorsa ho comprato una macchina nuova, una normale utilitaria senza pretese, pagata per metà a rate perché qua non si nuota nel...
-
Nel racconto Direttissimo , di Dino Buzzati, si narra di un misterioso viaggiatore che sale su un treno, un treno potente, veloce, che scalp...
Nessun commento:
Posta un commento