Andando probabilmente un po' controcorrente, non credo ci sia niente di eccezionale nell'impresa compiuta da Andrea Giarmanà, e cioè leggere 50 libri in un anno (io comunque l'ho battuto di nove, ammesso che un tale tipo di gara abbia un senso). L'impressione di eccezionalità si ha perché è ormai noto che l'Italia è uno dei paesi al mondo in cui si legge meno, come evidenziato ormai da ogni rilevazione; leggere è ormai considerata una roba da marziani, e quindi quando arriva uno che ne fa fuori 50, ecco che sembra un eroe. In più c'è da aggiungere che la lettura è una passione, come lo è, che ne so?, suonare la chitarra, dipingere, scrivere, giocare a calcio, e tutto quello che volete voi, e quando uno ha dentro di sé il sacro fuoco di una passione utilizza ogni momento libero della giornata per goderne. Se l'appassionato di libri fa uso di ogni momento libero della giornata per prenderne in mano uno, ecco che a fine anno si ritrova con un elevato numero di libri letti, così come l'appassionato di chitarra che prenda in mano il suo amato strumento in ogni momento libero: in un anno gli avrà dedicato un numero di ore molto elevato, e probabilmente senza nemmeno accorgersene.
È che spesso siamo abituati a considerare eccezionale ciò che in altri posti è normale. O quasi.
Ah, però... hai pensato di provare a reclamare il premio? :-)
RispondiEliminaOrmai questa è andata. Ci penserò magari in occasione della prossima edizione :)
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