sabato 29 ottobre 2016

Tre ore in un paese surreale

C'è da pensare di vivere in un paese surreale, leggendo la sequenza degli eventi che si sono concatenati nelle tre ore trascorse da quando un automobilista ha segnalato la caduta di calcinacci a quando il ponte in provincia di Lecco è crollato. Tre ore in cui si sono sommate incomprensioni, discussioni tra Anas e Provincia in merito a chi competesse chiudere, e se chiudere, al traffico la strada, telefonate tragicomiche tra cantonieri e Provincia; poi invio di tecnici per sopralluoghi, tecnici che dicono che la strada deve essere chiusa subito; quindi, altro giro di telefonate. Poi si decide per la chiusura, ma prima deve arrivare un camion con la segnaletica apposita da piazzare. Il camion tarda, la strada incredibilmente rimane aperta e - un classico di quando la sfiga va a dare manforte alla burocrazia - sul ponte si affaccia un Tir con 70 tonnellate di ferro. Il ponte si spezza come un grissino, ci scappa il morto e alcuni feriti. Consumata la tragedia, le parti in causa continuano ancora a rimpallarsi colpe e responsabilità come se niente fosse.
Non è un paese tragicamente surreale, questo?

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