Quando ero piccolo giocavo spesso con mio fratello Nicola a carte (briscola, scala 40, scopa ecc.), ma anche a dama, Master Mind, domino e così via, ed era un continuo litigare perché - un classico tra bambini- nessuno accettava mai di perdere. Chi perdeva accampava mille scuse per invalidare la vittoria dell'altro, scuse per la maggior parte pretestuose e ridicole. Mi è venuto in mente tutto ciò mentre leggevo la dichiarazione di Trump secondo cui in caso di sconfitta si riserva di non accettare il responso.
La differenza è che io e mio fratello eravamo bambini.
giovedì 20 ottobre 2016
Io e mio fratello (e Trump)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Se tutto è antisemitismo
Le immagini che vedete qui sopra sono prese dalle prime pagine di alcuni dei principali quotidiani di destra di questa mattina: Foglio, Li...
-
Sto leggendo un giallo: Occhi nel buio, di Margaret Miller. A un certo punto trovo una frase, questa: "Qualche minuto più tardi la luc...
-
L'estate scorsa ho comprato una macchina nuova, una normale utilitaria senza pretese, pagata per metà a rate perché qua non si nuota nel...
-
Nel racconto Direttissimo , di Dino Buzzati, si narra di un misterioso viaggiatore che sale su un treno, un treno potente, veloce, che scalp...
Nessun commento:
Posta un commento