sabato 16 agosto 2014
Trattare con i terroristi? No
Alessandro Di Battista ha sollevato un pandemonio con le sue dichiarazioni riguardo i terroristi dell'Isis. Riassumendo brutalmente, il deputato grillino ha detto che sotto certi punti di vista le loro ragioni sono condivisibili e che con loro si potrebbe pure trattare. Com'era logico aspettarsi, il putiferio si è scatenato immediatamente e gli epiteti poco lusinghieri sono volati a camionate. Il problema, però, e ormai lo sapiamo bene, è che chi insulta lo fa prendendo come pretesto solo alcune parti di un discorso o di una dichiarazione, in genere quelle che si prestano meglio alla causa, invece del tutto. In questo modo è più facile far passare l'idea che il dichiarante abbia detto una castroneria e dileggiralo di conseguenza. Nel caso di Di Battista è stata presa la frase dove si auspica un dialogo con questa gente e da lì è partito il fuoco di fila.
Siccome non mi fido di quello che scrivono i giornali, sono andato a leggermi l'intero intervento del deputato grillino: questo, e devo dire che l'ho trovato abbastanza interessante e sostanzialmente esatto. Ovviamente, non essendo io uno storico, mi affido alla memoria, e mi pare che l'analisi storico/politica fatta da Di Battista partendo da quando Francia e Inghilterra si divisero ciò che restava dell'impero Ottomano sia sostanzialmente corretta. Corretta è anche la parte in cui Di Battista analizza la successione degli interventi USA in Iraq, Iran e Afghanistan. Sappiamo tutti, ad esempio, che Saddam Hussein era grande amico degli USA finché non decise di invadere il Kuwait; sappiamo bene che le armi di distruzione di massa utilizzate come pretesto per rovesciare Saddam non furono mai trovate e le uniche esistenti, i gas utilizzati dal regime iraqeno per gasare i curdi, erano state fornite proprio dall'amministrazione USA. È vero anche che, alternativamente, gli USA hanno imbottito di armi sia l'Iran che l'Iraq, e che questi due hanno potuto ammazzarsi a vicenda per anni proprio grazie agli armamenti forniti dagli USA. Sappiamo bene, infine, che, seppure indirettamente, gli USA nel corso degli anni si sono macchiati degli stessi crimini di quei terroristi dell'Isis che oggi combattono. Ma basta questo per giustificare una qualsiasi forma di dialogo con questi ultimi? No, non basta assolutamente, ed è qui che a mio parere Di Battista sbaglia, e di grosso.
Con questi non si tratta, né si ragiona, perlomeno finché non saranno stati ridotti a più miti consigli. Non c'è alcuna ragione, economica, sociale, politica, o quello che volete voi, che possa giustificare i genocidi in corso perpetrati da questi terroristi fanatici, e neppure il fatto che gli USA abbiano fatto altrettanto è una ragione valida. Io non ce la faccio, come fa Di Battista, a "smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione." Però, magari, lui è più bravo di me.
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in realtà le trattative con terroristi, dittatori, estremisti di vario genere, mafiosi si fanno sotto banco
RispondiEliminaqui l'italia potrebbe dare un notevole contributo
Coi terroristi non si tratta,questo è vero,ma non si dovrebbe trattare neanche con gli americani.
RispondiEliminaNon si può chiamare terrorista uno che mette una bomba sull'aereo di Mattei?.
Prova ad andare in un aeroporto americano,ti controllano anche il buco del culo.E gli sarebbero sfuggiti dai radar 4 aerei,siamo seri...
Il problema è che con gli americani trattiamo eccome. Loro chiamano e noi obbediamo.
RispondiEliminaho letto tutto l'articolo sul blog di Grillo, ma una mia amica su FB mi ha fatto notare come alcune cose non siano proprio esatte...
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