È in circolazione sui social network una interessante discussione sull'eugenetica. Non è propriamente eugenetica in senso stretto, ma qualcosa che comunque le si avvicina molto. Certo, i social non è che siano i luoghi più adatti per discutere in maniera esaustiva di certi argomenti, ma consentono comunque a ognuno di poter dire la propria opinione.
Tutto nasce da un tweet dello scienziato britannico Richard Dawkins, col quale, prendendo spunto dal caso di una donna in stato interessante al cui è feto è stata diagnosticata una gravissima malformazione, ha detto che mettere al mondo un feto gravemente malato è immorale. L'aggettivo immorale, questo è bene precisarlo, Dawkins lo utilizza intendendolo come contrario al buon senso - come fa notare giustamente Malvino sul suo blog, è facile rendersene conto leggendo Il gene egoista, uno dei suoi libri.
La questione è delicata, me ne rendo conto, e ha moltissime implicazioni: etiche, morali, religiose, e relative alle convinzioni personali. Per quanto mi riguarda, in questi casi anche io sono favorevole all'interruzione di gravidanza. Ormai le diagnosi prenatali sono diffusissime e utilizzate da tantissime donne, ed è normale che sia così, perché credo che sia desiderio naturale e primario di ognuno avere un figlio che sia sano, piuttosto che uno gravemente malato fin dalla nascita. E visto che la scienza, oggi, ci dà la possibilità di conoscere praticamente da subito lo stato di salute del nascituro, credo anch'io che sarebbe contro ogni buon senso fare finta di niente.
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