La signora Fornero, oggi, ha dichiarato, riguardo i giovani e il lavoro: "vi dovete accontentare". E anche: "Poteva capitare in passato, quando il mercato del lavoro consentiva cose diverse, ma oggi i giovani italiani non sono nella condizione di essere schizzinosi, tant'è vero che oggi sono precari".
Ecco, devo dire che la signora Fornero per certi versi ha ragione: il lavoro non c'è e bisogna accontentarsi di quello che passa il convento. È vero, la situazione è esattamente questa, e nessuno dà certamente la colpa a lei, visto che oltretutto è l'ultima arrivata.
Però.
È vero che un giovane deve accontentarsi di quello che trova, ma quello che trova, oggi, è al massimo un lavoro a tempo determinato: tre mesi, sei, se va di culo forse addirittura un anno, poi si vedrà. Ecco, poi si vedrà. Certo, come si dice: piuttosto che niente meglio piuttosto. E la stragrande maggioranza dei giovani si accontenta di quel piuttosto e prende quello che trova, pur sapendo che andrà ad allargare la già vasta platea dei cosiddetti precari.
Visto però che i giovani si devono accontentare di questa condizione, non è che dopo, ogni giorno, ci si può venire a lamentare perché c'è la crisi o perché i consumi sono tornati ai livelli di 30 anni fa. Perché se io sono un giovane che oggi lavoro e fra tre mesi chissà, mi tengo la mia vecchia 127, non ne compro una nuova; rimango a vivere coi miei, al massimo vado in affitto, non accendo di certo un mutuo per comprare un appartamento - a parte il fatto che difficilmente me lo darebbero. E, soprattutto, col cavolo che mi vado a sposare e a mettere su una famiglia.
Precario sì, scemo no.
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