
In appello i due erano stati condannati in quanto i giudici avevano ravvisato nel loro gesto la violazione dell'articolo 171 bis e ter della legge sul diritto d'autore (n. 633/41), che punisce con la reclusione chi condivide file protetti da copyright per fini di lucro. La Cassazione ha ribaltato la sentenza d'appello - annullando in via definitiva la condanna - per il semplice fatto che mancava proprio il presupposto principale, ossia il fine di lucro.
Ora non si sa se questa sentenza della Cassazione farà giurisprudenza, come si dice; sancisce comunque un concetto di una certa rilevanza: la non punibilità se dalla condivisione non deriva un ritorno economico importante. In attesa di seguire gli sviluppi della vicenda, e prima che dalla lettura di questa sentenza chiunque si senta automaticamente autorizzato a scaricare a destra e a manca con troppa disinvoltura, vale comunque la pena di ricordare che scaricare musica e film protetti da copyright è illegale, e anche se questa sentenza ha annullato la condanna penale, rimane sempre la sanzione amministrativa (euro 155,00) a carico di chi viene scoperto.
Aggiornamento 22/01/2007
Alcuni aggiornamenti e precisazioni su questa sentenza (così, giusto per raffreddare un pò gli animi):
- Punto Informatico
- Daniele Minotti
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