martedì 4 ottobre 2022

Alessia Piperno

Un giorno Sartre fece un'escursione in montagna e si ruppe una gamba. Durante la convalescenza in ospedale andò a trovarlo il suo amico filosofo Maurice Merlau-Ponty, il quale gli disse: "Jean-Paul, perché sei andato a fare quella pericolosa escursione da solo? Non potevi prendere una guida?" Risposta di Sartre: "Maurice, secondo te io sono uno che va in montagna con una guida?"

Cosa ha voluto dire, Sartre? Ha voluto dire che noi non siamo liberi di essere qualcosa di diverso da ciò che siamo, da quella che è la nostra indole. Per come era fatto, Sartre non sarebbe mai andato in montagna con una guida. Stesso discorso per Alessia e la sua grande passione di girare ogni angolo del mondo. Se hai questa passione, non sei libero di non assecondarla, perché non ce la fai, anche se sai che può essere pericoloso.

I poveri di spirito che blaterano cose come: "Ah, ma c'era bisogno di andare proprio a Teheran?" non capiscono che l'essere umano non è solo razionalità, freddo calcolo, mera ponderazione; essere umani significa anche (anzi, soprattutto) avere quel fuoco dentro, che va assecondato perché non si può fare diversamente, accettandone anche tutti i rischi.

13 commenti:

  1. Immagino che Alessia sapesse perfettamente quali fossero i rischi che avrebbe corso andando in Iran. Non siamo tutti come lei. Io non lo so, ad esempio. Ma lei è diversa da me e da tanti altri. E sta pagando per una scelta rischiosa.

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    1. Ho letto che si sarebbe informata preventivamente riguardo al livello di rischio di recarsi in quella particolare zona, e avrebbe ricevuto rassicurazioni in merito. Magari se avesse saputo come stavano realmente le cose non ci sarebbe andata.

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  2. "Andare a vedere" è un grande atto di fede nel mondo. Penso che questa vicenda, che dicono in via di risoluzione, ci abbia detto di altre culture e della condizione femminile molto più di quel che sapevamo... Ammiro i viaggiatori e la passione che li spinge. Ho letto molto di Tiziano Terzani e ammirato la capacità di assorbire quel che di buono ha trovato nel mondo senza arrogarsi il diritto di giudicare il resto che ha reso difficile il viaggio. E' facile dirlo quando si torna a casa e tutto è andato nel migliore dei modi e spero questo succeda anche per la viaggiatrice Alessia.
    Ciao Andrea.

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  3. Seguo alcuni viaggiatori su YouTube che tra l'altro hanno incrociato Alessia e condiviso con lei alcuni giorni di viaggio proprio in Iran... Secondo me si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato, spero che finisca presto questa disavventura

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  4. Va bene tutto, il problema sono però i costi di che deve affrontare la comunità. Ricordo anni fa un tipo che collezionava serpenti e fu morto e per l'antidoto fu necessario mandare un aereo in Svizzera. Una roba da 30 milioni di lire.
    A un certo punto credo che si possa entrare nel merito: una giornalista che va a documentare gli orrori della guerra, compie una missione, una blogger che si occupa di viaggi può scegliere mete meno impegnative.

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    1. Sì, sono d'accordo, ma a questo punto il discorso andrebbe allargato a chiunque compia azioni sconsiderate. Esempio: sono uno sciatore che si avventura in un fuoripista. Cado e mi rompo una gamba. È giusto che i costi del mio salvataggio (soccorritori, elicottero ecc.) siano a carico della collettività?

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    2. Purtroppo talvolta ci sono pure i costi umani! Gente che andata a salvare gli altri e ci ha rimesso la vita!

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    3. L'Iran è diventato una "metà impegnativa" da quando la popolazione ha iniziato a manifestare dissenso, cioè da pochi giorni, e il regime ha iniziato a reagire. I viaggiatori di cui parlavo nel commento precedente erano poco lontani dal confine e se ne sono andati di corsa, questa ragazza invece era a Teheran dove sono iniziate le proteste e da dove è più difficile lasciare il paese (soprattutto se viaggi in autostop)

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    4. Non conoscevo questo dettagli. Grazie.

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  5. A molti che commentano sui social mi viene dal cuore: "Ma era proprio necessario che ti iscrivessi a Facebook?!"

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