giovedì 18 gennaio 2018
Libri in ospedale
All'ingresso del reparto oculistico dell'ospedale di Pesaro, dove mi trovavo ieri mattina con mia madre, c'è un espositore suddiviso in tre piani. Su quello più alto ci sono delle riviste, sugli altri due dei libri di vari generi: classici, thriller, rosa ecc. Sono per la maggior parte libri vecchi, ingialliti, probabilmente rimasugli di biblioteca letti e riletti. Chi vuole può sceglierne uno e leggerne qualche pagina mentre attende il suo turno nella sala d'attesa. Se il libro scelto piace può pure tenerlo e portarlo a casa, come recita l'avviso attaccato al muro, a patto che poi lo riporti.
Ma quei libri, lì, non c'entrano niente, sono inutili. La maggior parte delle persone che sedevano sulle sedie della sala d'attesa, o cazzeggiavano con lo smartphone oppure, specie i più anziani, sfogliavano qualche rivista. La cosa tutto sommato è anche comprensibile, è infatti difficile che chi aspetta di sottoporsi a esami o visite, magari in preda a quella lieve tensione e preoccupazione che inevitabilmente accompagna sempre l'attesa, si trovi nello stato d'animo giusto per iniziare a leggere un libro.
Quindi quei libri non c'entrano niente, lì, però a me ha fatto piacere che ci fossero.
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