giovedì 18 gennaio 2018

La biblioteca ti frega



La biblioteca ti frega. Sempre. È matematico. Dico biblioteca ma è naturalmente un discorso che vale anche per le librerie. Perché? Cominciamo dall'inizio.

Oggi è stato forse il primo giorno di gennaio in cui ci si è potuti rendere conto che le giornate hanno cominciato lentamente ad allungarsi, e visto che la temperatura era tutto sommato gradevole ho dato una spolverata alla mia bicicletta, parcheggiata in stato di abbandono nel garage dalla fine di novembre, e sono andato giù a Santarcangelo, approfittando del fatto che il giovedì la biblioteca fa orario continuato. Non che fossi a corto di materia prima, anche se in questo periodo di ferie ci sto dando dentro, ma come sa bene ogni lettore compulsivo, il timore (meglio, panico) di restare senza niente da leggere è sempre dietro l'angolo.

Non sono andato in biblioteca con in testa dei titoli specifici, diciamo che avevo intenzione di cercare qualcosa di Galimberti o di Odifreddi per quanto riguarda la saggistica, e qualcosa di Robecchi per quanto riguarda la narrativa (non contavo certo su Follia maggiore, uscito in questi giorni nelle librerie, ma su qualcosa di più vecchio).

La biblioteca di Santarcangelo, però, è strutturata in modo da fregare il potenziale noleggiatore di libri (il termine noleggiatore riferito ai libri non mi piace, ma in questo momento non mi viene in mente alcun sinonimo), perché al suo ingresso, di sotto, prospiciente alla reception (il termine reception non mi piace, ma in questo momento, anche qui, non mi viene in mente alcun sinonimo), c'è la scansia in cui sono esposte le novità che riguardano la saggistica. E non è una scansia che sia possibile evitare, no, chi entra ci va per forza a sbattere contro ed è obbligato a oltrepassarla, se vuole poi salire le scale per accedere agli altri due piani, dove sono dislocati i vari reparti.

Ovviamente ci sono andato a sbattere anch'io, e ho dato frettolosamente un'occhiata agli ultimi arrivi. La fretta che mi ero imposto si è però immediatamente arenata contro il primo titolo su cui mi sono caduti gli occhi: Il manifesto del libero lettore, di Alessandro Piperno. Non ho neppure dato un'occhiata ai risvolti di copertina per sapere a grandi linee di cosa parlasse, mi è bastata l'immagine di copertina (bellissima, ricordo che anni fa girava sui social) e il titolo.

Affiancato a questo c'era Sapiens, da animali a dèi, un saggio storico ("Breve storia dell'umanità", per la precisione) di tale Yuval Noah Harari, uno (per me) sconosciuto insegnante di storia alla Hebrew University di Gerusalemme. Qui, oltre che dal titolo, sono rimasto affascinato dalla breve spiegazione sul retro, che non riporto per non tediare nessuno. Anche questo me lo sono prontamente messo sottobraccio. Accanto al libro di Harari c'era poi un libro di Piercamillo Davigo uscito alcuni mesi fa e intitolato Il sistema della corruzione, in cui il noto magistrato (a me Davigo piace moltissimo) spiega perché dopo venticinque anni da Tangentopoli non è cambiato niente e offre una lucida e chiara analisi relativa all'inestirpabile fenomeno nel nostro paese.

In sostanza, sono entrato in biblioteca con in testa qualcosa e ne sono uscito con tutt'altro. E non è la prima volta che mi succede, mi è capitato spesso e mi capiterà ancora. Probabilmente il noto detto secondo cui chi va in libreria non cerca un libro ma è il libro a cercare lui, è vero. Drammaticamente vero.

2 commenti:

  1. Normale: davvero certi libri cominciano a chiamarti con tono supplichevole - leggimi, leggimi... E tu non puoi resistere alla supplica.
    (N. B.: "reception" in italiano si traduce come "accettazione", ma se va bene per alberghi e ospedali, quanto può essere adatto a una biblioteca? Boh.)
    (ari-N. B.: Cosa intendi con "noleggiatore di libri"? Mi risulta che sia uno di quei beni che o compri o prendi in prestito - aggratisse! - in biblioteca, non che sia noleggiabile.)

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    1. In effetti noleggiare un libro non ha alcun senso, dal momento che in biblioteca si prende in prestito. Io cercavo un termine che identificasse chi prende in prestito un libro. Se vogliamo fare una sorta di paragone con l'ambito immobiliare, ad esempio, in caso di affitto di un appartamento abbiamo un locatore e un locatario. Nel caso del prestito di libri presumo che la biblioteca sia il prestatore, ma chi lo prende in prestito come può essere definito? Prestatario? (Esiste come termine?) Meglio che vada a consultare un dizionario, va' :-)

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