sabato 18 novembre 2017

Le particelle elementari



Fino a circa tre quarti delle trecento e passa pagine di questo libro, sono stato indeciso se considerarlo un capolavoro o un obbrobrio. Poi sono arrivato alla fine e il dubbio non si è sciolto, e non si è sciolto perché il tomo in questione è composto da pagine piene di profonde e interessanti riflessioni sulla vita, sulla morte, sull'uomo e sulle sue paturnie e manie, alternate ad altre che sembrano prese pari pari dal Kamasutra. Alla fine, insomma, non si capisce - io almeno non l'ho capito - se si abbia in mano un saggio storico, un'opera di narrativa o cosa.
Molto brevemente, nel libro si narrano le vicende di due fratellastri, Michel e Bruno, accomunati dall'abbandono da parte della madre nell'epoca libertina degli anni '70 e '80. Michel è uno scienziato dedito alla biologia molecolare, che vive una vita totalmente priva di passioni ed emozioni in quanto completamente dedita alla scienza; Bruno è un insegnante, ossessionato dal sesso e costretto, a causa di questa sua patologia, a entrare e uscire continuamente da cliniche psichiatriche. Due vite sostanzialmente parallele che alla fine saranno destinate ad incontrarsi. Mentre ancora sono indeciso se aver letto un capolavoro o un obbrobrio, segnalo come molto interessante tutta la parte in cui Houllebecq descrive il contesto sociale e l'evoluzione storica, a partire dal 1970, che ha portato al massacro dei valori morali di cui oggi vediamo i risultati.

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