venerdì 20 ottobre 2017

Appendici

Abbiamo tutti - beh, magari tutti tutti no, ma quasi - due prolungamenti del nostro corpo: lo smartphone e l'automobile. Pensavo questa cosa stamattina mentre andavo in giro in bicicletta qui attorno a casa mia. Pedalavo a una velocità relativamente tranquilla e mi è capitato di vedere una signora uscire dalla banca e salire in macchina. Dopo cento metri ha parcheggiato, è scesa ed è entrata nell'ufficio postale. Nel frattempo io ho proseguito tranquillamente. Poco dopo mi ha superato di nuovo, ha messo la freccia, ha parcheggiato ed è scesa dalla macchina, questa volta per andare al panificio. Ricapitolando, quindi, la signora in questione ha fatto tre fermate in sette/ottocento metri. Tre fermate che hanno significato tre entrate in macchina, tre uscite, tre accensioni del mezzo e tre spegnimenti, più, naturalmente, accelerate, frenate ecc. Considerato il tempo impiegato per parcheggiare, ripartire, spegnere la macchina, riaccenderla, allacciare le cinture, slacciarle, più tutto il resto, se la signora avesse coperto a piedi o in bicicletta quei settecento metri, avrebbe magari impiegato il medesimo tempo, forse addirittura qualcosa in meno. Ma ciò che interessa a me non è questo, quanto il fatto che, come scrivevo sopra, tutto il continuo fermarsi, ripartire, scendere, salire mi ha fatto pensare che la macchina è ormai di fatto una protesi, un prolungamento, un'appendice del nostro corpo.
Onde sgombrare il campo da eventuali dubbi, non vuole essere questo un post ammantato di velleità ambientaliste ma solo l'espressione di un pensiero che mi è venuto lì per lì. È vero che da qualche tempo ho cominciato progressivamente ad abbandonare la macchina in favore della bicicletta, usando la prima solo quando non posso fare diversamente, ed è quindi plausibile che certi comportamenti mi saltino adesso più all'occhio rispetto a prima, ma è anche vero che fino a questa sorta di pseudosvolta finto ecologica utilizzavo la macchina esattamente come la signora di cui sopra.
Per quanto riguarda lo smartphone, non credo serva una mia testimonianza per avvalorare la tesi della seconda appendice: andate dieci minuti in giro a piedi in qualsiasi posto e ve ne rendete conto da soli.
 

9 commenti:

Gaspard de la Nuit ha detto...

La macchina non è un'appendice, ma, proprio come hai detto, una protesi che sostituisce in toto le gambe. Tu penseresti che in una piccola città come Aosta, dove vivo, la gente vada a piedi o in bicicletta perché tanto bastano 20 minuti per attraversarla da parte a parte; tsè. Tirano fuori la macchina per fare duecento metri! Poi girano come ossessi a caccia di un parcheggio e finiscono poi per farsi a piedi più del tratto che intendevano "risparmiare" con la macchina, ma tant'è. Aosta ha più traffico di una grande metropoli - ma sono quasi tutti aostani. Anche quelli come me che pensano di godersi una salutare passeggiata per andare da un posto all'altro della città ne subiscono le conseguenze, perché è una delle città più inquinate d'Italia, e non solo d'inverno.
Sullo smortofono, completamente d'accordo: anche quello è una protesi che ha sostituito in toto la comunicazione e il buon senso.

Andrea Sacchini ha detto...

La motorizzazione di massa ha i suoi pro e contro. Bisogna solo capire se siano di più i primi o i secondi.

Francesco ha detto...

Il fatto che in molte città si comincia già a parlare del blocco del traffico la dice lunga sui contro.

Andrea Sacchini ha detto...

Qua nel riminese le prime misure contro l'inquinamento (blocco del traffico ecc.) sono in vigore già da ieri.

Romina ha detto...

L'abitudine a salire in macchina anche per fare 200 metri è purtroppo molto diffusa. L'automobile dovrebbe essere uno strumento a servizio degli esseri umani; invece accade il contrario: sono molti esseri umani a diventare schiavi dell'automobile, così come dello smartcoso (che io non ho). Ma che vita è?
Ho un mio parente che vive perennemente in macchina e, quando mi telefona, lo fa rigorosamente dall'automobile. E sai perché? Perché si sente "figo", perché telefonando dall'auto è realmente convinto di essere alla moda e, soprattutto, benestante. Non sto scherzando, è proprio fatto così, tanto da essere convinto che chi non trascorre la vita in macchina e non telefona dalla suddetta sia un poveraccio, un morto di fame che campa di stenti. Enrico Mentana, ad esempio, non ha neppure la patente, però non mi sembra un povero pezzente. :D
A parte le battute, per molti l'auto è un vero status symbol.

Andrea Sacchini ha detto...

Che Mentana non abbia la patente lo scopro adesso, non lo sapevo. So per certo che neppure Francesco Guccini non l'ha mai conseguita ed è arrivato senza problemi a 80 anni :-)
Io la macchina l'ho sempre utilizzata come la signora di cui ho raccontato qui sopra - mea culpa! - e sono da un po' di tempo in qua mi sono avviato sulla strada della "redenzione", quella cioè che me la fa considerare al mio servizio, non io al suo. Per quanto riguarda lo smartcoso, ahimè, temo invece che la il percorso di "disintossicazione" sarà più problematico.
Ma non dispero :-)

Anonimo ha detto...

credo di essere uno dei pochi che usa il telefono esclusivamente per telefonare. Ho fatto disattivare la connessione internet a causa della pubblicità che ricevevo, forse veicolata da qualche malware. Ho cancellato la memoria del telefonino, telefonato al 119 per bloccare la connessione dati e ora non ho più problemi.
Non mando mai sms e mi va bene così.
Forse molti dovrebbero provare. Tra l'altro non c'è niente di peggio che scrivere con lo smartphone visto che i tasti a schermo sono minuscoli e ci vuole un secolo per scrivere anche solo una parola.

Adal

Andrea Sacchini ha detto...

Forse un "puritanesimo" tecnologico di questo tipo è un tantino eccessivo. Però se tu ti trovi bene...

Anonimo ha detto...

non credo sia puritanismo. Il telefono è un ottimo e valido strumento... se lo si sa usare! Usato sempre come se fosse un'appendice umana sconfina invece nel patologico. Per controllare la posta o cazzeggiare con qualcuno ho il pc ma ormai cazzeggio di rado.
Per controllare le notizie di attualità o di politica utilizzo un aggregatore rss, pratico e comodo. Lo tengo attivo sul portatile.
Il telefonino, che tra parentesi dentro casa non prende quasi mai, lo uso, esclusivamente con l'auricolare, in auto o, raramente, se ho voglia di farmi un paio di solitari in rete. Per il resto, se devo passeggiare, tracciare il percorso con il gps, uso il vecchissimo telefono di mio padre.
Altro non mi serve. Un mio vicino di casa è stato investito da un'auto mentre era intento a smanettare con il telefonino. Penso che poteva farne a meno. A mio parere l'abuso della tecnologia porta il cervello all'ammasso e rincoglionisce la gente in maniera somma.
Alla guida, poi è un'arma impropria con esiti, spesso, mortali.

Adal
Adal

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