"Non credevo mi odiassero così" (Corriere, 05/12/2016).
Uno dei lasciti peggiori del berlusconismo è l'idea che un leader politico debba essere amato, perfino idolatrato. È stato Berlusconi stesso - ricordate? - a vestire il suo partito con le vesti del partito dell'amore che combatte contro il partito dell'odio. E Renzi non ha fatto nulla per emanciparsi da questa visione, ma da buon raccoglitore del testimone politico e ideale lasciato dal suo nume tutelare, ha portato avanti i suoi mille giorni di governo avendo tra i suoi obiettivi anche (soprattutto?) quello di conquistare l'amore del suo elettorato. E c'è riuscito, almeno leggendo ciò che scrivono i suoi seguaci in queste ore.
Ma un leader politico non va amato. È concessa una qualche morigerata forma di simpatia, al limite, ma non l'amore, perché nel momento in cui si ama, il senso critico nei suoi confronti va a farsi benedire, e ai politici, ai nostri specialmente, è più che necessario stare col fiato sul collo, a maggiore ragione a quelli che sono stati oggetto del nostro consenso elettorale.
Ma vaglielo a spiegare, a certi.
mercoledì 7 dicembre 2016
Odio
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
-
Sto leggendo un giallo: Occhi nel buio, di Margaret Miller. A un certo punto trovo una frase, questa: "Qualche minuto più tardi la luc...
-
L'estate scorsa ho comprato una macchina nuova, una normale utilitaria senza pretese, pagata per metà a rate perché qua non si nuota nel...
-
Nel racconto Direttissimo , di Dino Buzzati, si narra di un misterioso viaggiatore che sale su un treno, un treno potente, veloce, che scalp...
Nessun commento:
Posta un commento