domenica 4 dicembre 2016

(...)

"Tutti nostri studenti, tutti disperatamente giovani e intelligenti, e di conseguenza disperatamente sicuri di essere gli unici depositari della ragione, e quasi tutti, quali che siano le cause da loro abbracciate, destinati ad essere risucchiati da enormi studi legali specializzati in diritto societario, gigantesche fabbriche del profitto dove fattureranno cifre astronomiche ai loro clienti, arrivando presto a guadagnare il doppio dei loro migliori insegnanti alla metà dei loro anni, sacrificando ogni cosa sull'altare della carriera, avanzando inesorabili mentre l'ideologia e la famiglia crollano di pari passo intorno a loro. E finalmente, una decina d'anni dopo, ormai cinici e amareggiati, raggiunti i loro bramati obiettivi - la partecipazione societaria, la cattedra, il seggio di giudice, qualunque sia il vascello su cui hanno scelto di veleggiare - sposteranno lo sguardo sulle acque agitate e deserte per rendersi conto che sono arrivati ma non hanno niente, assolutamente niente, e si chiederanno cosa fare con il resto delle loro miserabili vite.
Ma forse sto solo misurando le loro prospettive in base alle mie."

(Da L'imperatore di Ocean Park, S. L. Carter, uno dei romanzi più belli che sto leggendo quest'anno.)

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