Quindi, ricapitolando, secondo i giudici d'appello il fatto non sussiste per la concussione (le pressioni esercitate sul funzionario della questura per ottenere il rilascio di Ruby erano perfettamente lecite) e il fatto non costituisce reato per quanto riguarda la prostituzione minorile (secondo i giudici B. pensava davvero che la tipa fosse maggiorenne e il passaggio di soldi o altro in cambio di sesso non è provato).
Prendiamo atto. Personalmente sono curiosissimo di leggere le motivazioni, quando verranno depositate, ma nel frattempo la sentenza è questa e va rispettata, fermo restando il sacrosanto diritto di critica, ovviamente.
Se c'è comunque un punto chiaro e fermo in tutta la vicenda, è che questa sentenza demolisce definitivamente il teorema di B. e dei suoi scagnozzi che i giudici di Milano siano prevenuti nei suoi confronti a priori. Tutte balle: condannato per la vicenda diritti Mediaset, assolto (per ora: manca ancora la Cassazione) per la faccenda Ruby. Significa che non ci sono giudici rossi o giudici azzurri che sentenziano per simpatie politiche, ma semplicemente giudici che esaminano caso per caso e deliberano in base alle testimonianze, ai riscontri, alla validità degli indizi e delle prove raccolti, e solo in base a questi assolvono o condannano. Tutto il resto sono chiacchiere al vento, quelle con cui B. ci ha ammorbato per vent'anni.
venerdì 18 luglio 2014
C'è un giudice (non comunista) a Berlino
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