lunedì 27 gennaio 2014

A sua insaputa

Dopo che l'universo intero gliel'ha menata per tre anni con la storia dell'appartamento vista Colosseo, che qualcuno gli avrebbe pagato a sua insaputa, Scajola è stato alla fine assolto. "Il fatto non costituisce reato", ha sentenziato il tribunale di Roma. Quelli del Giornale, manco a dirlo, hanno subito fatto una bella home page con la notizia a caratteri cubitali, accompagnata, ovviamente, col solito vittimismo di rito: "Ho sempre detto la verità" [...] "Tre anni di sofferenze che nessuno mi ridarà".
Ora, non sappiamo di preciso l'entità delle sofferenze patite dal povero Scajola nell'arco di questi tre anni, ma il punto focale di tutta la vicenda non sta tanto nella presenza o meno di un reato, come quelli del Giornale vogliono far credere, ma nella dabbenaggine di un ministro che ipotizza l'aiuto economico di qualcuno nell'acquisto di un appartamento senza che lui ne sappia niente.
La cosa sarebbe di per sé già abbastanza ridicola se fosse detta da un comune mortale; detta da un ministro, assume oltre alla ridicolaggine anche una certa gravità. Per farla breve, le ipotetiche sofferenze patite in questi tre anni da Scajola, se ci sono state sono da addebitare solo alla sua coglionaggine. Mi spiace per lui.

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