martedì 28 maggio 2013

A bocce ferme

A bocce ferme, si può tranquillamente dire che i due sconfitti di queste amministrative sono Grillo e il Pdl. Il primo, dopo questa bella lisciata di pelo, si sarà sicuramente reso conto che il purismo, in politica (specie italiana), non paga: occorre per forza fare accordi e cedere qualcosa, pena il voltafaccia dell'elettorato (o meglio, di parte di esso). E già si racconta di un'apertura verso tv e giornali. Staremo a vedere.
Il secondo (il catramato), raccontano le cronache, pare si sia rifugiato in Sardegna per qualche giorno, a leccarsi le ferite. A parte Roma, infatti, dove la botta per Alemanno è stata molto più forte del previsto, il Pdl è uscito con le ossa rotte quasi dappertutto. "Triste è stata dunque la scoperta, nel pomeriggio di ieri, che il voto non ha rispettato le previsioni: arretramento ovunque, anche in roccaforti tradizionali come Imperia, in città governate come Brescia e Viterbo e Treviso, sconfitte pesanti a Vicenza, Sondrio, Siena, Ancona" scrive oggi il Corriere.
A gongolare, almeno parzialmente, è il Pd, che è riuscito al primo turno a mantenere il governo di città già amministrate e ad aggiungerne qualcuna.
Altra nota positiva, molto positiva, è la debacle della Lega. Scrive Il Fatto: "La Lega 2.0 di Roberto Maroni, dopo l’exploit delle regionali in Lombardia, ha [...] ripreso la strada verso il declino. Da Brescia a Treviso passando per Vicenza, Sondrio e Imperia e Lodi in tutti i grandi comuni il partito che fu di Bossi ha perso voti sia in termini assoluti che in termini percentuali".
Bellissimo, a questo proposito, lo sfogo di Salvini sulla sua pagina fb: "Lezione numero uno: dove i leghisti litigano, si perde. Basta ragazzi, non ce lo possiamo più permettere, il Nemico è fuori".
Andrà anche lui a far compagnia al catramato, in Sardegna?

1 commento:

Cecilia Sala

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