martedì 17 ottobre 2006

Utente p2p? Assolto per mancanza di prove


Questo articolo è stato modificato rispetto alla pubblicazione iniziale

Come è ormai arcinoto, scaricare file protetti da copyright dalle reti p2p è un reato, e si rischia la galera (anche se la tanto contestata dicitura "per trarne profitto", inserita nel testo del decreto Urbani, non è mai stata chiarita definitivamente).

In questi giorni è in corso una massiccia operazione antipirateria da parte dell'IFPI, una delle associazioni che rappresentano le industrie discografiche, e pare che tra gli oltre 8000 utenti denunciati, sparsi in vari paesi del mondo, ve ne siano alcuni italiani. Fino a qui niente di nuovo: ci troviamo infatti davanti a una delle tante azioni legali - avviate dalle major discografiche - volte a scoraggiare il diffuso fenomeno del download selvaggio di file coperti da diritto d'autore.

C'è però un particolare piuttosto curioso e interessante all'interno di questa vicenda, ed è riportato da The Register in questa pagina del suo sito web.

In pratica - come racconta l'articolo - succede che Paul Wilke, uno degli utenti coinvolti perché trovato in possesso di materiale illegale, si è proclamato innocente semplicemente perché sosteneva che mancavano le prove che quel materiale fosse illegale. Egli, infatti, ha dichiarato che i file trovati sul suo hard disk sono copie di sicurezza di cd regolarmente acquistati.

Naturalmente i rappresentanti dei discografici non si sono arresi, e, pur ammettendo di non avere prove a carico del sig. Wilke (il quale insieme ad altri utenti è così riuscito a scampare - per adesso - al processo), si sono riservati di cercarle e di rifarsi vivi.

Insomma la guerra (major da una parte e "scaricatori selvaggi" dall'altra) va avanti senza esclusione di colpi. Le cose da dire su questo tema sarebbero tante (e tante sono già state dette): a cominciare dal prezzo dei cd, la questione dell'iva sugli stessi, l'ottusità (governanti in primis) di chi continua a non capire che il mondo va avanti, le tecnologie cambiano. Il cd musicale inteso come lo intendiamo oggi è destinato al dimenticatoio, la musica sarà sempre più sotto forma di bit in rete, difficile da fermare e ingabbiare.

In ogni modo, checché se ne dica, oggi scaricare musica dai circuiti peer-to-peer è illegale, c'è poco da fare. Eppure le alternative (legali) non mancano: date un'occhiata qui.

Jamendo.com è un sito dove chi vuole può liberamente caricare la propria musica, la quale viene poi diffusa - in .mp3 oppure .ogg sotto licenza Creative Commons - da eMule e Bit Torrent. E' possibile ascoltare i pezzi in streaming, votare i migliori, fare recensioni; piena libertà insomma, e tutto nella legalità, senza timore di essere inseguiti dalle major del disco.

Insomma, stare nella sfera della legalità e dormire sonni tranquilli non è poi così difficile, basta guardarsi un pò intorno.


Aggiornamento 18/10/2006

Dell'operazione antipirateria descritta nell'articolo, si è occupato oggi, con dovizia di particolari, anche Punto Informatico.

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