mercoledì 18 ottobre 2006

Almeno per una volta ha prevalso il buon senso... pare.


Questo articolo è stato modificato rispetto alla sua pubblicazione iniziale

Abolito (sembra) un discusso articolo, collegato alla recente finanziaria 2007, riguardante il diritto d'autore

C'è stato molto rumore in questi ultimi tempi in rete (chi bazzica su blog e forum se ne sarà accorto) in merito all'articolo n. 32 del DL 3.10.2006 n. 262, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 03/10/2006.

Il testo "incriminato" dell'articolo è questo:


"I soggetti che realizzano, con qualsiasi mezzo, la riproduzione totale o parziale di articoli di riviste o giornali, devono corrispondere un compenso agli editori per le opere da cui i suddetti articoli sono tratti. La misura di tale compenso e le modalità di riscossione sono determinate sulla base di accordi tra i soggetti di cui al periodo precedente e le associazioni delle categorie interessate. Sono escluse dalla corresponsione del compenso le amministrazioni pubbliche di cui all'art. 1 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165."



Il testo è abbastanza chiaro e facilmente comprensibile; ma che ripercussioni avrebbe potuto avere una norma di questo tipo se fosse stata approvata? Per rispondere a questa domanda è necessario chiarire alcune cose circa i meccanismi di diffusione delle informazioni in rete.

Come è noto, buona parte dell'informazione che viaggia via web è priva di filtri e non soggiace (ancora) a nessun tipo di controllo, né politico, né economico. E questo grazie ai normali utenti di internet, che, con un semplice pc connesso in rete (un pò come sto facendo io adesso), contribuiscono alla diffusione delle notizie (anche quelle scomode) fuori dai canali "ufficiali".

Esempio pratico per chiarire: Pinco Pallino trova una notizia interessante su un sito australiano; la prende, la riporta sul suo blog (facendo le dovute citazioni e linkando il sito originale da cui ha preso la notizia) e la mette così a disposizione dei lettori del suo blog o del suo sito. Tra questi lettori ce ne sono alcuni che a loro volta riprendono la notizia, la ripubblicano - magari rielaborata da loro - sui rispettivi blog sempre facendo le dovute citazioni e linkando a loro volta la fonte originale, e così
via.

Questo è a grandi linee il meccanismo di diffusione delle notizie in rete, è la procedura che ho sempre adottato io (se date un'occhiata a tutti gli articoli che ho pubblicato sul mio sito e in queste pagine ve ne potete rendere conto), ed è quello che fino a oggi era possibile fare gratuitamente e liberamente.

Cosa cambia con l'approvazione dell'articolo che citavo sopra? Cambia che io, ogni volta che riporto un pezzo preso da un'altra parte (giornale o sito internet che sia) devo pagare i diritti al titolare del copyright. Vi immaginate? Riporto uno stralcio di un articolo preso dalla versione online del Corriere della Sera e devo pagare i diritti. E quanto devo pagare? Quanto valgono 10 righe prese dal principale quotidiano italiano? 10 euro a riga? 15? E quanto costa riportare, che so, un articolo scientifico di un biologo? Boh...

Naturalmente, come era prevedibile, questo ha provocato tra gli utenti della rete una raffica di (giustificate) proteste (peacelink.it ha addirittura promosso una petizione per la sua abolizione); in primo luogo perché mina alla base il meccanismo di libera diffusione delle notizie, e in secondo luogo perché qualche "esagerato" lo vede come un subdolo tentativo di mettere una specie di bavaglio all'informazione non "ufficiale" (forse qualcuno di voi avrà sentito parlare, in proposito, di libri tipo questo).

Come spiegavo all'inizio, pare però che questo articolo sia stato abolito. Perché dico "pare"? Perché ieri, girovagando in rete ho trovato un breve flash sul sito dell'Ansa (al momento in cui scrivo è reperibile qui) che dice che questo testo sarebbe stato tolto dal decreto. C'è però un piccolo problema: perché solo l'Ansa ne parla? Perché dopo aver googlato tutta la mattina non ho trovato questa notizia da nessun'altra parte? Per carità, non voglio mettere in dubbio l'attendibilità di una delle agenzie giornalistiche più prestigiose d'Italia, ma mi avrebbe fatto piacere che anche qualcun altro avesse riportato la notizia, magari anche solo un piccolo trafiletto.

Quindi per il momento prendo per buono quello che mi dice l'Ansa e gioisco; se eventualmente qualcuno dovesse trovare qualcosa in proposito lo può segnalare nei commenti o scrivermi un'e-mail, provvederò con piacere ad aggiornare l'articolo.


Aggiornamento 20/10/2006

Punto Informatico riporta oggi la notizia che l'articolo in questione è stato cancellato dal decreto

Nessun commento:

Posta un commento

Rifarei tutto

Indipendentemente da quale sarà la sentenza, dire "Rifarei ciò che ho fatto", "Rifarei tutto" ecc., cosa che si sente sp...