giovedì 26 ottobre 2006

Libano e finanziaria


Vcc-1 "Camillino" (fonte immagine: http://www.revistanaval.com/armada/especial/vcc1.htm)


Quello che si vede in quest'immagine è un VCC-1 "Camillino". E' un corazzato di produzione italiana (lo fabbricava l'OTO-Melara di La Spezia) ed è uno dei mezzi, assieme ad una trentina di anfibi, coi quali le nostre truppe sono sbarcate in Libano agli inizi di settembre. Questi però, a differenza degli anfibi (di più recente produzione), hanno una peculiarità: sono gli stessi utilizzati nel 1983 per la spedizione a Beirut. Esattamente gli stessi. E tutto questo per un motivo molto semplice: non si sono trovati fondi per acquistarne di nuovi. E' quanto si legge in un documento .pdf reperibile in questa pagina di forzearmate.eu.

Ma ci sono altre cose molto interessanti contenute in quello che pare essere l'unico documento trapelato dal velo di "segretezza" che circonda la missione libanese dei nostri soldati. Sempre riguardo al "Camillino", ad esempio, viene riportato che si tratta di un mezzo assolutamente inadeguato per resistere ai razzi Rpg di cui dispone Hezbollah, e anche se di recente è stata aggiunta qualche "corazza" in più, sono pochi quelli che scommetterebbero sulla sua tenuta in caso di attacco da questo tipo di razzi anticarro.

Questo breve preambolo per entrare un pò nell'ottica di quello di cui voglio parlare in questo articolo: e cioè il costo della missione italiana in Libano.

E' risaputo che le missioni militari all'estero sono piuttosto costose; lo leggiamo sui giornali (così così), lo sentiamo in tv (poco), se ne parla al bar (di più), ecc... ma è sempre un discorso piuttosto generico; sì, è noto che costano, ma "quanto" di preciso non si sa. Qualcosa in proposito è stato anticipato qualche tempo fa da Repubblica in questo articolo: si parla di circa 220 milioni di euro fino al 31 dicembre di quest'anno.

Un più dettagliato resoconto, invece, lo troviamo su peacelink.it, il quale a sua volta riporta come fonte Il Manifesto. Vediamo un pò.

Leggendo, troviamo ad esempio che la portaerei italiana Garibaldi, l'ammiraglia della nostra flotta, ha un costo di esercizio mensile di 3.080.650 euro al mese, quasi 6 miliardi delle vecchie lire. Calcolando quindi settembre, ottobre, novembre e dicembre, fino a capodanno si spendono più di 12 milioni di euro. In aggiunta a questo sono stati calcolati (solo per settembre e ottobre) altri 1,2 milioni per i mezzi blindati, 1,8 per gli aerei (se c'è una portaerei, ovviamente sopra ci sarà qualcosa che vola), 14 (quattordici) per i servizi accessori. Sono poi previsti 22 e passa milioni di euro per le retribuzioni del personale militare (viene citato l'esempio di un maresciallo capo che, tra stipendio base e indennità di missione, arriva a circa 12.000 euro mensili).

Questi alcuni dati (se volete continuare la pagina è qui). Tirando un pò le somme di tutta questa storia, si scopre infine che il totale delle spese (spese della difesa più costo missione) è equivalente all'importo della finanziaria 2006, quella dell'anno scorso, che si aggirava sui 27 miliardi di euro. E dove si prendono questi soldi? Beh, naturalmente - come in ogni finanziaria che si rispetti - si taglia dove servono di meno: sanità, scuola, ecc... eccheccavolo, volete mettere? Quest'anno le mie figlie (4a e 5a elementare), insieme a tutti i loro compagni, hanno portato 5 euro a testa per permettere alla scuola di far fronte alle spese di cancelleria (fotocopie, carta, penne, ecc..), però in compenso siamo andati in Libano.

Sarà il caso di cominciare a mandare a cagare qualcuno?

1 commento:

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