Credo che questo saggio sia una lettura imprescindibile per chiunque voglia capire qualcosa di più del mondo in cui viviamo. È un libro che a tratti spiazza, fa riflettere, pensare e costringe a guardare molte cose da altre prospettive. In definitiva è questo che devono fare i libri, no?
Con questo lavoro Yual Noah Harari analizza la storia delle reti di informazione partendo dalle prime forme di comunicazione orale fino ad arrivare all'intelligenza artificiale. La tesi che l'autore intende sostenere è che, mentre le reti di informazione che l'umanità ha conosciuto fino a oggi (il telegrafo, la stampa, i rotoli di pergamena, la scrittura, la religione, il nazismo, lo stalinismo ecc.) erano mezzi con cui mettere in contatto le persone ed erano sempre le persone i soggetti imprescindibili della "catena", perché le storie e le narrazioni erano frutto dell'intelligenza e della creatività umane, l'intelligenza artificiale è la prima tecnologia in grado di prendere decisioni e generare idee in maniera autonoma. Con tutte le incognite e i potenziali rischi che ciò comporta e di cui ad ora non abbiamo ancora alcuna contezza.
Uno dei tanti esempi che Harari porta a supporto della sua tesi riguarda la contrapposizione tra la stesura del canone biblico e l'intelligenza artificiale. La discussione secolare su quali testi inserire nel canone biblico e quali escludere ha plasmato il mondo per millenni. Miliardi di cristiani fino al XXI secolo hanno formato la loro visione del mondo sulle idee misogine di alcuni testi del libro. Se al posto di quei testi di stampo misogino ne fossero stati inseriti altri meno discriminatori e più inclusivi, magari una certa parte della storia del mondo sarebbe stata diversa. Oggi l'uomo sta definendo i canoni su cui impostare questa nuova tecnologia e gli ingegneri che scrivono il codice iniziale per l'IA e che scelgono i set di dati su cui viene addestrata nel suo stadio infantile sono secondo Harari gli equivalenti dei padri della Chiesa che qualche millennio fa selezionarono cosa inserire nel canone biblico e cosa lasciare fuori. È impossibile, oggi, riuscire a immaginare l'evoluzione di questa tecnologia e le conseguenze che ne deriveranno. Harari tenta di fare alcune ipotesi in merito guardando al passato e analizzando attraverso le lenti della storia il flusso di informazioni che ha plasmato il mondo e le conseguenze prodotte.
Fino ad oggi non avevo una idea chiara di cosa fossero l'intelligenza artificiale e gli algoritmi, ora ce l'ho, e non sono più argomenti da cui si può prescindere, di cui si può dire che non interessano, perché fanno già parte della vita di tutti noi. Agli algoritmi si sta già cominciando a demandare l'analisi dei candidati che aspirano a un posto di lavoro, la decisione se concedere un mutuo, una polizza assicurativa. In alcuni stati americani i giudici valutano l'entità della pena da comminare a chi commette certi tipi di reati in base al responso di un algoritmo. Siamo già immersi in un mondo in cui molti aspetti della vita vengono delineati dagli algoritmi, spesso senza rendercene conto.
Questo libro è imprescindibile per riuscire ad avere una maggiore consapevolezza del mondo in cui, volenti o nolenti, viviamo oggi. È uno dei saggi più belli letti finora quest'anno.

figurati che io ancora sto litigando con lo spid... spero di morire prima di vedere i danni della IA oltre ai numerosi pregi, si spera. Elisa
RispondiEliminaCon lo spid ci litigai anch'io, tempo fa. Poi ho risolto. Per quanto riguarda gli ipotetici danni futuri dell'IA, Nicola Donti diceva: "A me non spaventa tanto l'intelligenza artificiale, spaventa molto di più la stupidità reale degli umani." :-)
Elimina... bella lotta direi
EliminaA Los Angeles, il suono del clacson che invita a uscire di casa per un bicchiere di frutta con spezie sta diventando sempre più raro. Il richiamo dei fruteros è da sempre parte del paesaggio sonoro e visivo della città degli angeli, con i classici ombrelloni arcobaleno, il sorriso dell’ambulante e i suoi coltelli veloci, la frutta tagliata sul momento, e i condimenti come il Tajín (miscela di peperoncino, lime e sale). Ma negli ultimi mesi imbattersi in questi carretti è sempre meno frequente. La causa non è un calo della domanda, bensì un’ondata di operazioni di rastrellamento dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) che colpisce duramente la comunità ispanica e centroamericana. Per molti latinos di Los Angeles, le recenti politiche federali sull’immigrazione significano il rischio concreto di essere deportati.
EliminaI carretti di frutta messicani scompaiono da Los Angeles
I fruteros di Los Angeles vendono frutta fresca preparata al momento: melone, cocco, anguria, mango e ananas, conditi con spezie e salse tipiche. Per molti abitanti sono una pausa rapida e salutare, parte integrante della vita di quartiere. Dopo la depenalizzazione della vendita ambulante in California nel 2018 e la riduzione dei costi dei permessi, la loro presenza era aumentata.
Ora invece il clima è cambiato. Dove prima bastava un’ammenda o il sequestro dell’attrezzatura, oggi c’è l’arresto e la deportazione. Dal 6 giugno, a seguito della strategia federale che prende di mira i luoghi di lavoro, ICE ha arrestato circa 4.600 persone nell’area di Los Angeles, in gran parte lavoratori manuali, ma con un impatto evidente sui venditori ambulanti...
chi lo avrebbe mai detto?... le cose cambiano
Ho sentito parlare molto di quesro libro sia nel bene che ne male, proverò a recuperarlo.
RispondiEliminaPierre
Già, e non sempre in meglio, purtroppo.
Elimina@Pierre, merita davvero, mi ha offerto infiniti spunti di riflessione.
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