mercoledì 16 luglio 2025

Priorità

L'Italia tutta (almeno quella dei social) è indignata perché Mattarella e Meloni non erano a Wimbledon ad assistere alla finale di Sinner contro Alcaraz. Io, e spero una altrettanto cospicua parte d'Italia, sono indignato perché Mattarella, Meloni e compagnia cantante non hanno trovato 30 secondi per dire una parola in difesa di Francesca Albanese, la relatrice italiana alle Nazioni Unite bullizzata e massacrata da Vance e Trump per il suo impegno nel documentare ciò che succede a Gaza.

19 commenti:

  1. Concordo in toto. Parteggiano chiaramente per Israele. Purtroppo e a Gaza i Palestinesi muoiono massacrati. Ettore Masina ne parlò già anni fa nel libro l'Airone di Orbetello ma nessuno si muove
    https://farfallaleggera07082014.com/2024/03/11/lairone-di-orbetello/
    Ciao Andrea.
    PS le camminate come vanno?

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  2. Tante teste, anche di cavolo, tanti pensieri, che corrono specialmente ora con il web a tutta velocità, questo distoglie tante teste a indignarsi per cose cose futili piuttosto di quelle gravi, d'altronde si è immersi in un popolo che corre dietro a quello che dicono gli influencer piuttosto che avere un'idea propria.

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    1. Purtroppo il web, in particolare i social, è strutturato per le interazioni veloci, immediate, superficiali, che per loro natura escludono la riflessione, la ponderazione, il ragionamento. Il web è un immenso calderone dove fluisce tutto, indistintamente e incessantemente. Riuscire a districarsi in una società complessa è difficilissimo se non si ha la possibilità di riflettere.

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  3. Nella mia vita ho fatto tante cose sbagliate, ma togliermi dai social è stata una genialata.

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    1. Tolto il blog, e ammesso che si possa considerare un social, ho attivo solamente fb, che trovo utile per alcune sue funzioni e su cui comunque trascorro un tempo molto limitato. Per ora lo tengo, poi si vedrà.

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  4. Anch’io, ormai da anni, ho chiuso con i social. Non per snobismo, ma per igiene mentale. Lì l’indignazione è effimera, teleguidata, e spesso serve solo a distrarre. Oggi si discute dell’assenza di Mattarella e Meloni a Wimbledon, mentre Francesca Albanese, nostra connazionale e relatrice ONU, viene massacrata da Trump e soci per aver semplicemente detto la verità su Gaza. Nessuno dei nostri rappresentanti ha speso una parola. Il silenzio è assordante. Ci fu un tempo in cui l’Italia sapeva almeno fingere una dignità internazionale, oggi ci pieghiamo a ogni vento che soffia da oltreoceano. E mentre Netanyahu ha l’ardire di candidare Trump al Nobel per la pace, i veri Nobel dovrebbero andare a chi, come la Albanese, documenta ogni giorno l’orrore rischiando la vita. Ma il mondo gira al contrario: chi denuncia i crimini viene bullizzato, chi li copre premiato. E noi, spettatori impassibili, ci infervoriamo per un dritto lungo linea.

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    1. Igiene mentale: mi piace questa espressione. Come per te, è esattamente il motivo per cui ho lasciato Twitter (quando ancora non era X). Ero arrivata al punto di state male fisicamente nel confronto con l'ignoranza e la cattiveria. Ne valeva la pena? Certamente no.

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    2. Anche io ho lasciato twitter (era già X) tempo fa, e non ne sento la mancanza. Mi è rimasto fb, sul quale sto pochissimo e che uso più che altro come strumento di segnalazione di eventi (mostre, concerti, conferenze, incontri) qui nella mia zona.
      Alla fine, il posto in cui mi sento più a casa è questo blog, che gestisco da quasi 20 anni e che è da sempre un mio piccolo punto fermo.

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    3. ...e spero che lo resterà ancora a lungo (così come lo è per me ;-))

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    4. L'intenzione è questa, poi si vedrà.
      Grazie siu ;-*

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  5. Hai fatto bene, LadyJack. Lasciare certi spazi non è rinuncia, è cura di sé. Non solo “igiene mentale”, ma un gesto filosofico: sottrarsi al rumore per restare fedeli a un linguaggio che abbia ancora un senso. Nei social la parola si svuota, si consuma in fretta, si deforma. Chi legge, scrive, riflette, chi riconosce il valore del silenzio e della complessità, prima o poi sente il bisogno di uscire. Non per snobismo, ma per sopravvivenza. Mi ha fatto piacere ritrovare, in poche righe, un’affinità.

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  6. Concordo pienamente. Lo snobismo non c'entra nulla, è piuttosto il fatto di sentirsi o non sentirsi a proprio agio.
    Di Twitter amavo solo il lipogiro, un giochino basato sulle parole. Ma non era abbastanza per decidere di rimanere.

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    1. Hai detto una cosa vera e semplice: si tratta solo di sentirsi o non sentirsi a casa. E quando non succede, anche le cose più carine, come quel lipogiro che non conoscevo ma che mi incuriosisce, non riescono a colmare il disagio. Alla fine si esce per proteggersi, ma anche per ritrovarsi. E a volte, fuori da quei mondi urlati, capita di incrociare persone con cui ci si intende subito, senza bisogno di alzare la voce. Come in questo piccolo scambio.

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    2. Piacevole scambio anche per me.
      Il lipogiro somiglia un po' al Bersaglio della Settimana Enigmistica, non so se hai presente. Si tratta di creare una catena che inizia e finisce con una stessa parola prestabilita. I termini possono essere legati perché sono sinonimi o contrari, perché nomi e cognomi famosi, perché compaiono in qualche espressione idiomatica, perché sono anagrammi, etc. Inoltre tutte le parole della catena devono contenere (o escludere) una stessa lettera, anche quella stabilita all'inizio.
      L'amministratrice del gioco era una gentile signora, Paola Milano. Non so se sia rimasta su X.

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    3. Che bella descrizione, grazie davvero. È raro imbattersi in giochi di parole così curati e ricchi di senso, capaci di unire logica, memoria e immaginazione. Il lipogiro, per come lo racconti, sembra custodire quello spirito gentile e intelligente che oggi rischia di perdersi nella fretta e nel rumore. E sapere che intorno a quel gioco c’era una piccola comunità raccolta con garbo, guidata da una signora che sembra uscita da una pagina scritta con cura, fa quasi venire voglia di cercarlo di nuovo. Chissà, magari un giorno tornerà a farsi vivo, e magari proprio grazie a te.

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  7. No facebook, no Twitter Instagram o altre piattaforme, ho solo "il mio piccolo mondo antico" dove posso scrivere quello che sento, decidere di interagire con le persone su qualsiasi argomento, o no.

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    1. Io ho un canale youtube da tanti anni ma è praticamente inutilizzato, se si esclude qualche video qua e là in cui strimpello il pianoforte. Lo uso invece molto per seguire conferenze e interventi di filosofi, scienziati e intellettuali che amo
      E anche, perché no, per ascoltare musica.

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