giovedì 17 aprile 2025

Crepe

Si cominciano a vedere le prime crepe nelle file dell'esercito israeliano. Centinaia di riservisti ed ex membri del Mossad e dello Shin Bet, assieme a un sempre più vasto numero di appartenenti alla società civile israeliana, prendono le distanze dal genocidio in corso del popolo palestinese, si rifiutano di continuare a massacrare migliaia di persone innocenti e chiedono al criminale di guerra Netanyahu di riprendere i negoziati con Hamas. 

I firmatari delle petizioni dicono, tardivamente, ciò che era già noto a molti osservatori fin dall'inizio della rappresaglia israeliana a Gaza, e cioè che il massacro dei palestinesi non ha alcuna giustificazione in termini di sicurezza ma è solo un'operazione di pulizia etnica portata avanti con tutt'altri fini rispetto a quello del rilascio degli ostaggi israeliani. I firmatari chiedono di porre fine al genocidio "perché la santità della vita è più importante della vendetta" e perché la guerra "a questo punto serve soprattutto interessi politici e personali, e non gli interessi di sicurezza".

Se ne stanno accorgendo gli israeliani, anche se per ora solo una parte, manca solo che se ne accorga l'Europa.

4 commenti:

  1. In realtà credo se ne siano accorti un po' tutti da tempo, però chi non parla accusando ha i suoi motivi ed i suoi tornaconto. È tristissima 'sta cosa, che Netanyahu annienti Gaza per salvarsi la poltrona. Io non riesco neanche a pensare come si possa concepire un progetto del genere, ma con ogni evidenza lui lo sta portando avanti senza porsi problemi.

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    1. A me ciò che sta succedendo non fa dormire. Sappiamo che pulizie etniche e massacri ci sono sempre stati e sempre ci saranno. La storia ne è piena. Ma questo sta succedendo adesso, vicino a noi, sotto i nostri occhi, nell'era dei social, e sta succedendo con le armi che noi forniamo a Israele, è un massacdo che indirettamente stiamo facendo noi illuminati occidentali. E nessuno fa niente, nessuno dice niente. Pazzesco.

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  2. E non c'è giorno che io non senta qualche "fior di giornalista" del campo più o meno progressista obiettare, a chi inorridisce e non si capacita per quanto d'inumano continua ad accadere a Gaza, che però non si può trascurare ciò che è successo il 7 ottobre. OK, nessuno lo trascura. Ma anche entrando in un'ottica biecamente vendicativa, che sicuramente non mi appartiene: un semplice, elementare, anche vago principio di proporzionalità, no??

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    1. No, genocidio e proporzionalità sono due concetti che non possono stare insieme se si è onesti intellettualmente. E di onestà intellettuale in merito a questa tragedia se ne vede pochina in giro.

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