martedì 31 luglio 2018

Daisy Osakue

Il gruppetto di cretini che ha colpito Daisy Osakue a un occhio col lancio di uova, si era in precedenza prodotto nella medesima prodezza ai danni di un pensionato e tre donne, tutti di pelle bianca.

Ora, va bene che Repubblica e altri hanno la loro missione di portare avanti la sacrosanta battaglia contro il razzismo, ma per farlo nel modo migliore credo sia bene che raccontino la realtà per quello che è, non avanzando a titoli cubitali sospetti e ipotesi relativi a una inesistente (per ora) matrice razzista dell'episodio, matrice scartata anche dagli stessi investigatori, oltretutto.

Nel presente caso, e alla luce di ciò che è emerso finora, personalmente non mi pare di potere bollare come razzista questa aggressione, non ne vedo gli elementi. Mi pare che sia "solamente" l'opera di un gruppo di deficienti che colpiscono a caso le loro vittime e a cui mancano alternative più intelligenti per passare il tempo.

Episodio contingente a parte, comunque, è a mio parere innegabile che negli ultimi tempi si sia rivitalizzata una deriva razzista di preoccupante portata, e quelli che la negano (Salvini, Di Maio ecc.) o sono in malafede (probabile) o hanno davanti agli occhi grosse fette di prosciutto (molto improbabile).

lunedì 30 luglio 2018

Primo giorno di ferie

Mi è capitata una settimana di ferie. Una. Questa. Poi se ne riparlerà verso ottobre, forse. Alle otto e mezza, dopo gli immancabili cappuccino-cornetto-giornale qui al bar sotto casa, ho inforcato la bicicletta e sono sceso giù a Santarcangelo con destinazione, indovinate un po'?, la biblioteca comunale, dove ho trascorso tutta la mattinata.

Durante il periodo estivo la Antonio Baldini rimane aperta tutte le mattine fino alle 13:30 e, particolare non trascurabile, specie in questo periodo, l'aria condizionata è funzionante. Cosa volere di più?

Ci sono andato per prendere un libro di Carlo Lucarelli. Non avevo un titolo preciso in testa, mi interessava solo che fosse suo. Dopo aver dato un'occhiata negli scaffali, ho scelto questo, invogliato dai cenni di trama nei risvolti di copertina.



Siccome avevo parecchio tempo a disposizione, ho fatto un giretto con calma, visitando tutti i reparti e i piani. Nel reparto saggistica la mia attenzione è stata catturata da questo saggio.



Racconta, in forma abbastanza succinta, ma non troppo, la storia d'Italia dall'età dei Comuni, grosso modo anno mille, al governo Monti. Mi sono seduto a un tavolo e ho cominciato a sfogliarlo, e nell'arco di tre ore dai Comuni sono arrivato all'Unità d'Italia del 1861. Un viaggio bello e appassionante, condotto nel silenzio, nella tranquillità e al fresco, mentre fuori la canicola di fine luglio infuriava.

Secondo me la storia d'Italia è bellissima. Mi spiace per chi non la conosce.

domenica 29 luglio 2018

Razzismo? Invenzione della sinistra

Dice che l'emergenza razzismo è una invenzione della sinistra. Ricorda un po' il tipo delle cene eleganti quando ancora nel 2009 e nel 2010, nel pieno della crisi economica i cui postumi si trascinano ancora oggi, diceva che era una invenzione della sinistra, ché i ristoranti erano sempre pieni e gli aeroporti sempre super affollati.

Peccato che otto episodi di violenza negli ultimi quarantacinque giorni, perpetrati su Rom e immigrati, non sono un'invenzione ma fatti di cronaca reali, tanto che pure il pacifico Mattarella, notoriamente avvezzo a farsi abbindolare dalle invenzioni della sinistra, ha sentito il bisogno di esternare la sua preoccupazione in merito.

Ma Salvini, tra i maggiori esponenti della nota corrente di pensiero Prima dei fatti vengono le mie opinioni, tira dritto. Del resto mica si vorranno bollare come razzisti le quattro teste di cazzo che a Partinico hanno malmenato un cameriere di colore chiamandolo sporco negro e intimandogli di tornare al suo paese? Sarà mica razzismo, questo, scherziamo?

Forse è addirittura qualcosa di più di un'emergenza. E d'altra parte non si vede come non possa essere così. Se uno passa ogni santo giorno a twittare contro Rom e immigrati, se il primo a seminare odio è chi dovrebbe essere il più cauto e il più verbalmente morigerato, poi non è che c'è da stupirsi delle conseguenze.

Vedi mai che a Dio freghi qualcosa

Non me ne vogliano eventuali cattolici integralisti che dovessero incautamente passare di qui, ma io, quando leggo certe cose, cerco sempre, non senza un minimo di sforzo unito a una punta di divertimento, di immedesimarsi in essi, di provare per un attimo a ragionare come loro. Cerco cioè di tornare al livello intellettivo di quando avevo pochi anni e credevo al prete quando mi raccontava che Dio ci osserva, soffre per i nostri peccati, ma se ci pentiamo e lo blandiamo con particolari riti torniamo nelle sue grazie e tutto torna a posto.

Blandire una qualsiasi divinità con gesti, manifestazioni, preghiere, invocazioni, sacrifici di qualsiasi tipo per ottenere da essa favori, benedizioni, riparazioni di torti e quant'altro è una di quelle attività a cui l'uomo si dedica da quando ha messo piede sulla Terra, e che se aveva una sua ragion d'essere in epoche passate, mi pare ne abbia ben poca oggi. Ma qui il discorso diventerebbe lungo e articolato. Lasciamo stare.

Ieri, giù a Rimini, si è tenuto l'annuale Gay Pride, dove, come accade regolarmente in moltissime città italiane, migliaia di persone si sono radunate festosamente e pacificamente, semplicemente per rivendicare diritti uguali a tutti gli altri, compreso quello di non essere discriminati a causa delle loro preferenze sessuali. In un paese normale e civile certe manifestazioni non avrebbero neppure bisogno di esistere, ma tant'è.

In concomitanza con la manifestazione, un centinaio scarso (e la cosa è tutto sommato confortante) di militanti ultracattolici ha messo in scena una specie di pantomima riparatrice con la quale chiedere perdono a Dio per i peccati dei gay. I peccati dei gay, capite? Mica fanno una manifestazione, che ne so?, ad esempio per chiedere perdono a Dio per le malefatte dei preti pedofili, di cui ogni santo giorno leggiamo sui giornali, oppure per le montagne di ingiustizie, vessazioni, violenze, soprusi di ogni tipo che ogni giorno vengono perpetrati da uomini su altri uomini, no, chiedono perdono per ciò che due persone fanno sotto le lenzuola a casa loro.

Diciamo la verità, il modus operandi della mente umana, sia pure nelle dimostrazioni della pochezza verso cui può scendere, è a volte affascinante, non trovate?

sabato 28 luglio 2018

L'ignoranza come metodo giornalistico

Non che ci fosse bisogno della eclissi di Luna di ieri sera per venire a conoscenza di questa cosa, dal momento che il fenomeno astrale in questione ne ha rappresentato solo l'ennesima conferma. Conferma di cosa? Del fatto che i media generalisti di scienza non capiscono un tubo, limitandosi a parlarne copiaincollando sciocchezze pseudoscientifiche prese spesso pari pari da siti bufala.

Certo, nessuno pretende che le redazioni dei giornali pullulino di emuli di Margherita Hack, ci mancherebbe, ma sarebbe il minimo sindacale della serietà che almeno i redattori spiegassero questi eventi prendendo informazioni da siti scientifici autorevoli. Non dovrebbe essere una cosa difficile, no? Insomma, copiaincollare da un sito bufala o da quello della Nasa non dovrebbe richiedere la stessa quantità di tempo?

Niente, non ce la fanno.

mercoledì 25 luglio 2018

I migranti? Armi di distrazione di massa

A quattro mesi e mezzo dalle elezioni la legge Fornero è ancora lì, nessuno ne ha modificato una riga; il decreto con cui Toninelli doveva chiudere i porti non esiste; il reddito di cittadinanza? Nel 2019 (forse). La flat tax? Non pervenuta.

La benzina costa esattamente come prima, anzi è pure aumentata, nonostante le ripetute promesse di Salvini in campagna elettorale, quelle secondo cui il giorno dopo le elezioni sarebbero state cancellate le famigerate accise che da secoli gravano sui suoi costi.

Capite, adesso, perché parla solo di migranti?

domenica 22 luglio 2018

Oggi si vola (nella noia)

Sto leggendo quello che è probabilmente il libro più noioso dei quarantasei letti finora in questo 2018. Si tratta di Oggi si vola, di William Faulkner, scrittore americano premio Nobel per la letteratura nel 1949.

Sono arrivato a pagina cento senza che la storia, a mio parere noiosa, sconclusionata e soporifera sia riuscita minimamente a prendermi.

Concedo al romanzo altre cinquanta pagine di bonus per vedere se riesce a svegliare qualche barlume di interesse, ma non nutro grosse speranze.

sabato 21 luglio 2018

Poca tv e Saramago

Dice Giuseppe Conte, tra le altre cose, di guardare pochissima tv e di essere un estimatore di José Saramago, grande scrittore portoghese e uno dei miei idoli letterari, premio Nobel per la letteratura e scomparso alcuni anni fa.

Aggiunge poi, Conte, in riferimento al suo temperamento defilato e alla sua limitata loquacità pubblica: "Parlerò un po' di più quando avrò qualcosa di concreto da dire", encomiabile proposito la cui attuazione non sarebbe male venisse presa in considerazione anche da Salvini. Ma la vedo dura.

Ah, dimenticavo, Giuseppe Conte è l'attuale Presidente del consiglio. Vedi mai che qualcuno ancora non ne sia al corrente.

venerdì 20 luglio 2018

I suoi nemici

Nell'ordine: migranti, Ong, Rom, terroni (ah no, quelli non più; dopo averli insultati per anni, un giorno si è accorto che anche loro votano), Boeri, Saviano, Boldrini. Ultima arrivata: Asia Argento. Ma sant'Iddio, quest'uomo, che sarebbe un ministro dell'Interno, oltre a stare tutto il giorno su twitter e spendere le sue giornate cercando di bloccare migranti che arrivano comunque, non ha qualcos'altro da fare?

mercoledì 18 luglio 2018

Bomba o non bomba

Considerando che la sede dell'azienda dove lavoro si trova qui dal 1993 - prima eravamo a Rimini, sulla circonvallazione - ed è in linea d'aria a meno di duecento metri dal luogo del ritrovamento del residuato bellico, gentile omaggio degli Alleati lasciato durante la Seconda guerra mondiale, ho praticamente lavorato durante gli ultimi 25 anni con un ordigno del peso di 200 chili per un metro e trenta di altezza sotto il sedere.

martedì 17 luglio 2018

Lui lo diceva

Maxi retata a Roma di esponenti del clan dei Casalesi. Si attendono commenti di Giuliano Ferrara, che l'ha menata per anni con la storiella che a Roma la mafia non esiste.

domenica 15 luglio 2018

Là e qua

C'è il caldo afoso, che si potrebbe neutralizzare tirando su i finestrini e accendendo l'aria condizionata, ma ormai sono già appiccicato e tanto vale lasciare stare.

Poi ci sono le biciclette, mari di biciclette, oceani di biciclette come manco a Nuova Delhi. Poi i semafori, regolarmente rossi, e mentre sono fermo, aspettando che arrivi il verde, stormi di moto e motorini (e anche biciclette) avvolgono la mia povera macchina di puzza mefitica di benzina bruciata e di olio motore, e a quel punto tirare su i finestrini e barricarmi dentro è un imperativo.

All'arrivo del verde è tutto un rombare di motori che vanno su di giri, di manopole che danno gas, di esplosioni di fumi azzurrognoli, di frizioni rilasciate, di scooter di ogni tipo che partono a razzo. Sarebbe interessante che quelli dell'Arpa venissero coi loro strumenti, in questi frangenti, a fare rilevazioni sulla qualità dell'aria.

E poi eserciti di persone a piedi. Di tutti i tipi e vestiti in ogni modo, dal bikini al gessato. E poi i pallinari sui marciapiedi, quelli che spillano i soldi ai gonzi. Ogni tanto arrivano i vigili, li portano via, il giorno dopo sono ancora lì a spillare i soldi ai gonzi.

Tra le sei e le sei e mezza c'è il boom di quelli che vengono via dalla spiaggia. Frotte di persone armate fino ai denti che attraversano il lungomare, dirigendosi chi verso il proprio albergo e chi verso la macchina, lasciata sui parcheggi con strisce blu prospicienti alla spiaggia e capaci di portarti via due o tre euro all'ora come niente, ché parcheggiare a Rimini è un lusso.

Rimango in questa bolgia dantesca lo stretto necessario, il tempo di prelevare Francesca che smonta dal lavoro (oggi niente mezzi pubblici) e scappare via. Torno di corsa verso casa, verso la campagna, immaginando di essere già tornato al mio amato divano e ai miei libri.

Ma come fanno, quelli là?

Il suo DL

Una "manina" ha modificato nella notte, a sua insaputa, il suo gioiellino. È un complotto ordito da non meglio precisate lobby, quali non è dato sapere, "lobby di tutti i tipi", dice lui, generica locuzione usata ogni volta che si vuole dire tutto e niente nel goffo tentativo di vendere un po' di aria fritta.

A sua insaputa riporta la memoria al famoso Scajola, indimenticabile ministro dei governi della banda Berlusconi che in merito alla vicenda dell'acquisto di un mega attico vista Colosseo, e relativa inevitabile inchiesta, dichiarò che qualcuno gliene aveva pagato una parte a sua insaputa.

Da Scajola allora siamo arrivati a Di Maio oggi. Non mi pare che abbiamo fatto tutto 'sto progresso, eh.

venerdì 13 luglio 2018

Lo sceriffo

"Andrò fino in fondo, fino a che qualcuno non verrà assicurato alla giustizia", tuona lo sceriffo, quello che si è dato come missione la protezione del popolo italiano dai pericolosi migranti.

Una frase talmente stupida, idiota, se ci pensate, che pare incredibile che a pronunciarla sia stato un ministro, oltretutto dell'Interno, ministero tra i più delicati che ci siano, il cui titolare dovrebbe sempre modulare e ponderare le esternazioni in ragione appunto di tale delicatezza.

E invece no. Lui pretendeva che qualcuno sbarcasse da quella nave in manette, in barba a una delle più elementari norme vigenti in uno stato di diritto, quella che vuole che a disporre un fermo è eventualmente un giudice, non certo un ministro. Lui voleva lo sbarco eclatante, coi due pericolosissimi facinorosi in manette, perché macchiatisi della terribile colpa di aver dato in escandescenze all'accorgersi che la nave stava facendo dietrofront riportando tutti nei confortevolissimi lager libici da cui erano riusciti a fuggire.

Lui voleva l'azione di forza, il pugno duro, l'arresto di massa preventivo, perché è lui a dettare legge, pure in ambiti che non gli competono, con una azione eclatante che avrebbe soddisfatto la sua naturale pulsione a usare la forza coi deboli, e che magari, chissà, gli avrebbe pure procurato un'erezione.

mercoledì 11 luglio 2018

Sei giorni

Un operaio muore travolto da un blocco di marmo a Marina di Carrara. Lascia la moglie e una figlia piccola. Aveva un contratto di lavoro di sei giorni.

Sei giorni.

Capite bene come il problema più grosso che ha il nostro paese siano i migranti, no?

martedì 10 luglio 2018

Il crocifisso della signora

Leggo, tramite il sempre aggiornato blog della Curiosona, l'articolo di Avvenire in cui si parla della signora che al raduno leghista del primo luglio scorso sventolava, trionfante, il suo bel cartello con su scritto "Se non ti sta bene il crocifisso torna a casa tua".

La povera signora, perfetto esempio del livello di intelligenza dell'elettore medio leghista, per sventolare un cartello così idiota doveva per forza essere all'oscuro del fatto che i cattolici praticanti italiani sono grosso modo poco più del 30% della popolazione, che arriva al 50 abbondante qualora si considerino anche i credenti all'acqua di rose, quelli che sì, sono credente ma prendo solo ciò che mi sta bene - un po' come Salvini, insomma - altrimenti non si sarebbe data la zappa sui piedi da sola in questo modo.

Tutto questo per dire che a circa metà della popolazione italiana, e tra questi c'è il sottoscritto, del crocifisso non importa una mazza. Ovviamente, io e la metà di italiani a cui del suddetto simbolo religioso non frega niente, non possiamo tornare a casa nostra perché ci siamo già, ma era solo così, giusto per rimarcare ancora una volta di che pasta è fatta quella gente lì. 

domenica 8 luglio 2018

La realtà e il resto

Non ricordo chi sia stato a dire "Ripeti una balla 100 volte e diventerà realtà". Ne sappiamo qualcosa noi, quotidianamente abbindolati da politici pericolosamente incoscienti, perlopiù inetti e costantemente in malafede, tipo quelli che si inventano invasioni ed emergenze che non esistono al solo scopo di reperire facilmente consensi facendo leva sulle paure e sulla creduloneria della gente.

E non perché lo dico io, ma perché lo dicono gli studi, i numeri. Se poi, invece di dare retta a questi, si preferisce dare retta alle panzane di quel cazzaro da bar di Salvini, nonostante sia palese che le sue sono panzane, beh, allora non se ne esce.

venerdì 6 luglio 2018

Notte Rosa

Sfogliavo poco fa un opuscolo col programma della Notte Rosa (chi non sapesse cos'è può dare un'occhiata qui). Lo sfogliavo perché giù a Rimini, in occasione di notti rosa passate, m'è capitato di assistere a ottimi concerti. Ricordo ad esempio Venditti, e poi un paio d'anni fa De Gregori, e poi mi pare Battiato e altri.

Io sono allergico al casino e alla calca, da sempre, ma amo la musica e i cantautori, specialmente quelli che hanno accompagnato la mia giovinezza, e quando capitano qua in zona, pur di vederli sono anche disposto a dare e ricevere qualche spintone (a questo si aggiunga l'ottimo incentivo della gratuità di tali concerti, cosa sempre apprezzabile).

Dalla lettura dell'opuscolo di cui sopra scopro che l'ospite clou della serata, qua a Rimini, sarà tale Alvaro Soler. Chi è Alvaro Soler? Boh. Apro il tubo e gli do in pasto il nome. Il primo risultato è una canzone (canzone, vabbe'...) che si chiama La cintura. Doppio boh. Clicco play e scopro trattarsi del tormentone spagnoleggiante e sudamericaneggiante a cui ultimamente non ci si riesce a salvare in nessun modo, eccetto forse che ascoltando Radio Maria, ma a 'sto punto è meglio il tormentone.

E niente, quest'anno salto. Di Soler non mi può fregare di meno.

Fine della penosa vicenda Englaro

In un mondo perfetto, i soldi che la Regione Lombardia ha stanziato per risarcire la famiglia di Eluana Englaro per tutto ciò che ha dovuto subire e chiudere così questa penosa vicenda, non dovrebbero essere presi dai fondi pubblici, cioè dai soldi di tutti, ma dovrebbero essere chiesti a Formigoni o al suo braccio destro, tale Carlo Lucchina, colui che nella sua veste di Direttore generale della sanità lombarda all'epoca dei fatti, materialmente ordinò a ogni clinica della regione di disattendere la sentenza del tribunale che dava il via libera al distacco del sondino alla povera ragazza.

Ma non viviamo in un mondo perfetto, e all'epoca la Regione Lombardia era guidata da una giunta di centrodestra con a capo un pseudocattolico convinto che le sue convinzioni personali fossero superiori alla legge e potessero tranquillamente calpestare i diritti di chi con tali convinzioni non aveva niente da spartire.

Ma d'altra parte perché stupirsi? La destra, e anche la chiesa, in ogni dove e in ogni quando sono sempre stati sinonimi di negazione dei diritti. Sempre. Non lo dico io, lo dice la storia, per chi la conosce.

giovedì 5 luglio 2018

Come nella seconda repubblica

È un complotto, un processo politico, perché loro stanno lavorando bene, stanno accrescendo i loro consensi, e "Forse l'efficacia dell'azione di governo dà fastidio a qualcuno", dice la ruspa umana in merito alla sentenza della Cassazione che dispone il sequestro di ogni soldo (anche futuro) della Lega fino a raggiungere i famosi 49 milioni di euro.

Ora, sorvoliamo sulla faccenda dell'efficacia dell'azione di governo, dal momento che a un mese dall'insediamento non risulta abbia visto la luce un provvedimento che sia uno ma solo beceri e stupidi slogan da campagna elettorale, campagna elettorale che naturalmente è finita (se qualcuno volesse en passant farlo presente a Salvini...). Ecco, sorvoliamo su questo, dicevo.

Chi ha qualche anno sul groppone ricorderà che con la barzelletta del processo politico il tipo delle cene eleganti ci ha fracassato le appendici pendule per una ventina d'anni, quando accusava i giudici che perseguivano le sue malefatte di volerlo fare fuori politicamente. E non è che tra la posizione del ruspista e quella del tipo con la spiccata propensione a delinquere (cit.) ci sia solo una somiglianza, ma è identica, e per di più espressa anche dalle medesime modalità gergali, dal momento che il neo Ministro dell'interno ha dichiarato: "Rispetto il lavoro della stragrande maggioranza dei giudici italiani, che al 99% fanno bene obiettivamente e senza pregiudizi il loro lavoro".

Naturalmente, il 99% dei giudici che lavora bene è quello che non va a ficcare il naso nelle faccende finanziarie del carroccio, così come per Berlusconi la stragrande maggioranza dei giudici che faceva bene il proprio lavoro era quella che non andava a ficcare il naso nelle sue ruberie e nel suo puttaname. Uguale uguale. Il governo che avrebbe dovuto inaugurare la terza repubblica ricalca paro paro modi, gesti e slogan di quella precedente, con buona pace di quelli che avevano bevuto la storiella del cambiamento di registro e balle simili.

Per quanto riguarda la faccenda del complotto, non c'è bisogno di andare a scomodare sofisticate analisi psicologiche (qui ce n'è una molto ben fatta, ad esempio) per sapere che fa sempre presa sulla massa, specie sui maggiormente poveri di spirito. E fa presa - Berlusconi l'aveva capito benissimo - perché il complotto fornisce una risposta semplice e soddisfacente a problemi complessi e spesso apparentemente insolubili. Apparentemente, badate bene, perché la stragrande maggiorana delle volte la risposta c'è ma per comprenderla occorre leggere e documentarsi, attività, è noto, a cui la stragrande maggioranza delle italiche genti non si dedica con particolare fervore.

La faccenda dei soldi della Lega, visto che siamo in tema, è abbastanza articolata, ma spiegata nel dettaglio fin dalle origini; il problema e che per capirla occorre perdere una decina di minuti a leggere. Non sia mai! Vuoi mettere quant'è più facile e meno impegnativo tirare in ballo un bel complotto?

(Come forse qualcuno avrà notato, non ho scritto da nessuna parte che la Lega ha rubato i famosi 49 milioni di euro. Vedi mai che qualcuno dei miei trentadue lettori vada a fare la spia a Salvini, visto che ha minacciato querele a destra e a manca verso chiunque osi insinuarlo.)

(Sorrido.)

Terno al lotto

Riuscire a tornare a casa dal lavoro senza bagnarsi è ormai diventata una scommessa, fortunatamente quasi sempre vinta, almeno finora. Sì, è capitato un paio di volte che abbia beccato la pioggia, ma considerando che una piovuta pomeridiana, più o meno breve e più o meno intensa, si verifica ormai ogni santo pomeriggio, direi che finora mi è andata tutto sommato bene.

Oggi, ad esempio, è stato uno di quei pomeriggi in cui ho sfangato le ire di Giove pluvio per pochi minuti. Sono partito da Santarcangelo col sole, ho coperto i miei cinque chilometri e mezzo (lunghezza tragitto casa-lavoro) sempre col sole e poi, pochi minuti dopo aver infilato la bici nel garage ed essere entrato in casa, ecco il temporalone, l'ennesimo di questa estate contraddistinta, almeno qua, da questa continua alternanza di sole e pioggia.

Ma va bene così.

mercoledì 4 luglio 2018

Boeri e i dati

Fa quasi tenerezza, il povero Boeri, quando nella diatriba con Salvini sull'utilità sociale dell'immigrazione fa riferimento a studi e dati. Cioè, per capirci, stiamo parlando di un economista che cerca di spiegare dei concetti di economia a un cazzaro da bar, che è un po' come se un laureato in fisica cercasse di spiegare a uno schiachimista, dati scientifici alla mano, che la teoria complottista delle scie chimiche è una delle maggiori panzane messe in circolazione negli ultimi anni.

domenica 1 luglio 2018

Pietà l'è morta

Ci si sente quasi dei coglioni a mostrare accenni di pietà, foss'anche solo dispiacere, nei confronti di tragedie come l'ultimo naufragio nel Mediterraneo, in cui hanno perso la vita anche tre bambini piccoli, che mani amorevoli avevano provveduto a vestire di rosso con la speranza che fossero meglio riconoscibili, in modo da avere più possibilità di salvarsi in caso di naufragio.

La stragrande maggioranza dei commenti che si leggono in calce agli articoli in cui se ne parla sono infatti tutto un fiorire di "Ma perché sono partiti?", "Questi ce li hanno sulla coscienza Tizio, Caio e Sempronio", "È colpa di questo", "È colpa di quello" e vaneggiamenti simili, saltando a piè pari cose ignobili tipo "Ma cosa fanno a fare tutti quei figli?" Oppure, peggio: "Tanto vale che siano morti, tanto qui sarebbero diventati delinquenti e spacciatori".

Certo, in mezzo a questo mare di cinismo e pochezza umana si leggono anche commenti improntati all'umanità, ma sono una infima minoranza, minoranza che viene regolarmente spernacchiata e perculata dalla massa imperante di decerebrati. E forse è tutto sommato anche una cosa positiva, nel senso che magari chi sente un minimo di umanità preferisce tacere in nome del famoso detto che recita che abbassarsi a discutere con un cretino lo pone sul tuo stesso piano.

Comunque, in generale, mi sembra che sia sempre più difficile cercare di restare un poco umani.

Rifarei tutto

Indipendentemente da quale sarà la sentenza, dire "Rifarei ciò che ho fatto", "Rifarei tutto" ecc., cosa che si sente sp...