domenica 1 aprile 2018

Stazione spaziale

La faccenda della stazione spaziale cinese che stanotte si disintegrerà al contatto con l'atmosfera è l'emblema, uno dei tanti, di come è fatto il giornalismo italiano, e cioè un concentrato di sciocchezze scientifiche, pressappochismo, paranoia e sensazionalismo gratuito.

E se qualcuno - molti? Pochi? Chissà... - si è fatto abbindolare credendo che ci fosse davvero una qualche probabilità di beccarsi un rottame spaziale cinese sul cucuzzolo, beh, vuol dire che l'esistenza di questo tipo di giornalismo è più che giustificata.

5 commenti:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Lallo ha detto...

Questi rottami spaziali potevano finire sulla crapa di qualcuno di questi giornalist... ah, no, giornalai! Che sfiga: hanno mancato il colpo.

Andrea Sacchini ha detto...

Sarà per la prossima volta.

Anonimo ha detto...

Ho chiesto a mia cugina cosa pensasse di tutto questo marasma sulla stazione spaziale cinese.
Ha alzato gli occhi dal suo smartphone da 750 euro inebetita, mi ha guardato e ha detto: "tipo, non lo so..tipo, ma quella americana..tipo...".
No quella cinese, faccio io, hai presente la Cina? "tipo..ma è uno Stato americano...tipo?".
non dico nulla, la lascio al suo prezioso smartphone da 750 euro.
NOn c'è nulla da dire.

Adal

Andrea Sacchini ha detto...

In effetti non c'è granché da dire :-)

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