sabato 7 aprile 2018

Il papa rosso

Il papa è comunista, o comunque è rosso, opinione diffusissima tra i destri - parlavo con uno di questi, un mio collega di lavoro, giusto qualche giorno fa - e pure un po' di mancini lo pensano ma almeno loro non lo dicono. È comunista perché con 'sta storia dei poveri migranti che bisogna accogliere non può essere che comunista.

Anche Ratzinger, il predecessore di papa Ciccio, ogni tanto la menava con i migranti ma rispetto a Bergoglio era meno insistente, aveva altre priorità, tipo dimostrare il suo innato fondamentalismo dicendo che la religione cattolica è l'unica vera e le altre sono barzellette, oppure facendo incazzare un miliardo di musulmani dopo il discorso di Ratisbona e altre cose, e su questo argomento, i migranti appunto, era più sfumato e con una maggiore propensione ad accompagnare il tutto con qualche se e qualche ma.

Ma 'sto povero Bergoglio cosa dovrebbe fare, secondo i destri? Fare finta che la pagina di Luca (ma anche di Matteo e altre) dove il tipo di Nazareth dice a quelli alla sua sinistra: "Via da ma, maledetti, perché ero forestiero e non mi avete accolto" non esista? Mica può. Questo dice la buona novella e questo lui deve ribadire: è o no il rappresentante in terra di chi lanciò quella maledizione?

Tanto vale, allora, che i destri apostrofino come comunista quello che trasformava l'acqua in vino, non sarebbero neppure i primi a definirlo il primo comunista della storia. E il bello è che se fai notare questa cosa ai destri, questi rimangono un po' perplessi, perché rompono le appendici pendule ogni anno col presepe, le tradizioni e blablabla ma del Vangelo non hanno mai aperto una pagina, e quindi rimangono un po' così, dubbiosi, spaesati, frastornati, e magari appena tornano a casa si precipitano subito su Google a vedere se davvero il loro idolo (solo quando è Natale) aveva detto queste eresie.

Sì, le aveva dette, mi spiace.

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