Dice Jovanotti, in una canzone che circola in questo periodo in radio, che "le canzoni non devono essere belle", e poi fornisce una specie si spiegazione a questa affermazione sempre nel medesimo pezzo. Ora, sarebbe fin troppo facile, specie dopo un assist così - sicuramente molti l'avranno già fatto - ironizzare dicendo che con le sue canzoni il pericolo non c'è, ma il punto è un altro.
In linea generale non ha molto senso etichettare le canzoni con gli aggettivi belle o brutte, semmai andrebbero etichettate con piacciono o non piacciono, e qui si entra nel campo della soggettività. Chi è cresciuto ad esempio ascoltando gli Iron Maiden fin dalla tenera età, difficilmente troverà bella una canzone, che ne so?, della Pausini. E viceversa, naturalmente - gli esempi che si potrebbero fare sono infiniti.
Rimane il mistero sul tipo di background musicale con cui occorre essere cresciuti per apprezzare le canzoni del Jova.
(Sto scherzando, su, alcune piacciono anche a me.)
Jovanotti è strafamoso per produrre un mare di ciarpame inascoltabile sul quale ogni tanto galleggia qualche perla; ma con "A te" ha raggiunto l'apice, e da allora non è mai più riuscito a superare sé stesso nemmeno con quelle altre rare canzoni propriamente dette che è riuscito a cantare.
RispondiEliminaPoi, agli inizi della sua carriera, nei lontani anni 80, faceva veramente uno schifo totale, a scopiazzare quei rapper americani ("rap" e "musica" non stanno bene nella stessa frase) che vomitavano versi che nemmeno loro capivano. Buon per lui che ha deciso poi di cambiare paradigma; altrimenti adesso nessuno più parlerebbe di Jovanotti.
Pffff. Il Jova ne fa una buona su mille da buttare. E te lo dice uno che ascolta sia gli Iron Maiden (quelli storici, eh) sia Laura Pausini.
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